Tra i marchi di fabbrica di Paul S.W. Anderson c'è il riuscire sempre a realizzare finali ad effetto che riescono a chiudere i film lasciando ampio margine per la realizzazione di sequel: così è stato anche per il primo Alien vs. Predator, che vedeva l'astronave Yautja, ripartita alla volta del proprio pianeta natale dalla Terra, sconvolta dal subitaneo attacco di un Predalien covato nel corpo del Predator protagonista del precedente film. Basta questo a dare il la, nel 2008, ad Alien vs. Predator 2 (Requiem nel titolo originale), col quale tuttavia il regista di Mortal Kombat e Resident Evil non ha null'altro a che vedere: la sceneggiatura è difatti affidata a Shane Salerno, mentre a dirigere ritroviamo i fratelli Colin e Greg Strause, specialisti di effetti speciali cinematografici. A causa dell'inaspettato attacco del Predalien, la nave Yautja ripartita dall'Antartico si schianta nei pressi di Gunnison, Colorado, lasciando liberi lo stesso Predalien e diversi facehugger, che cominciano a moltiplicarsi aggredendo l'ignara e impotente popolazione civile. E mentre un solitario guerriero Predator accorre al segnale lanciato dall'astronave prima di schiantarsi, un gruppo di umani, guidato dall'ex galeotto Dallas Howard (Steven Pasquale) e dallo sceriffo Eddie Morales (John Ortiz), cerca una via d'uscita dall'incubo... Nonostante inizi esattamente dove finiva il predecessore, {a href='https://www.silenzioinsala.com/1025/alien-vs-predator-2/scheda-film'}Alien vs Predator 2{/a} si distacca molto dalla pellicola di Anderson, come ritmo, situazioni ed atmosfera. Le ambientazioni claustrofobiche e le situazioni fantascientifiche del primo film vengono messe da parte in favore di una caccia in grande stile per le vie della città e dei suoi dintorni (come nelle belle scene ambientate nella foresta). Il cambio di registro si nota decisamente: se da una parte abbiamo degli effetti digitali di prima qualità (dopotutto il film è più recente e i fratelli Strause sono specialisti nel campo) dall'altra si avvertono le incertezze registiche, soprattutto nelle scene di combattimento più convulse, in cui non è facile godere appieno dell'azione. Il tono della vicenda è decisamente più macabro e, diciamo, realistico nelle conseguenze “darwiniane” di un eventuale attacco del genere ad una città terrestre: se i Predator si affidano quantomeno al loro codice d'onore di non uccidere gli esseri inoffensivi, gli Alien non guardano in faccia a nessuno e difatti le morti innocenti si sprecano nel film, arrivando spesso a sfociare in sequenze che, per quanto realistiche, sono di oggettivo cattivo gusto, come quella dell'ospedale. Prendendosi così sul serio, inoltre, il film mostra tutti i suoi difetti nel rappresentare le raffazzonate vicissitudini dei protagonisti umani, decisamente poco credibili se non ridicole, tanto da sembrare tratte da uno slasher di seconda categoria. L'atmosfera creata da Anderson invece, per quanto angosciante, non insisteva così tanto sul realismo, così da non incorrere in questo pericolo. Peccato, inoltre, per il finale, che utilizza uno degli espedienti più comodi e meno originali che esistano per riportare lo status quo in una situazione oramai senza via d'uscita. {a href='https://www.silenzioinsala.com/1025/alien-vs-predator-2/scheda-film'}Alien vs Predator 2{/a} risulta una pellicola che offre un buon livello di intrattenimento, ma solo per palati forti e non particolarmente esigenti, almeno dal punto di vista della coerenza della storia e del suo significato.