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Paranormal Activity: parla il regista senza Peli sulla lingua

25/07/2017 14:37

Marco Papaleo

Intervista,

Faccia a faccia con il creatore del fenomeno USA (e getta).

Il paranormale, l'ignoto: un argomento che da sempre affascina l'uomo e che lo ha portato a rappresentarlo su carta prima e su pellicola poi. I campi del paranormale sono estesissimi, andando a comprendere qualunque cosa l'uomo non sia stato ancora in grado di spiegare con la scienza: dai poteri extrasensoriali all'esistenza di altre realtà oltre alla nostra, fino ad arrivare alla criptozoologia, all'ufologia e allo spiritismo.


La filmografia relativa a questi elementi è sterminata: le saghe fantasy e molti film d'avventura fanno un continuo ricorso a elementi presi in prestito al paranormale. Per non parlare del loro utilizzo in contesti inusuali (tre nomi noti a tutti: Ghostbusters di Ivan Reitman, Vi presento Joe Black di Martin Brest, Ghost di Jerry Zucker). Il genere horror, che trae la sua origine e il suo successo dal riversare sullo spettatore le sue più grandi paure per poi in qualche modo esorcizzarle, ha sempre sfruttato grandemente il paranormale. Possiamo anzi affermare che la stragrande maggioranza dei più bei film del genere si basano su elementi paranormali.


L'esorcista di William Friedkin non ha bisogno di presentazioni: a quasi quarant'anni dalla sua uscita la sua potenza narrativa è quasi inalterata. Stephen King, maestro romanziere del genere, ha visto riproposti, su piccolo e grande schermo, quasi tutti i suoi lavori più celebri, ma basta citare la reintepretazione che il maestro Stanley Kubrick fece del suo The Shining per inchiodare la mente a ricordi cinematografici indelebili. Ci sono stati film che hanno fatto del mistero paranormale il loro biglietto da visita: The Others, Il sesto senso, La nona porta, Donnie Darko. Tutti piccoli, grandi casi di successo di pubblico e critica. Ci sono registi che rimangono ancorati e influenzati al genere anche quando girano film di tutt'altro tipo: vedasi Sam Raimi, Guillermo del Toro. E, infine, non dimentichiamo le grandi saghe horror degli ultimi vent'anni, sia statunitensi che asiatiche, come ad esempio Nightmare e The Ring. Tantissimi film, insomma, in cui il pericolo è molto spesso fisicamente intangibile ma psichicamente palpabile.


Tutto questo per arrivare, infine, al tanto chiacchierato Paranormal Activity di Oren Peli. Israeliano di nascita e americano di adozione, Peli arriva al cinema con un fan movie che deve la sua fama e il suo successo, più che per meriti intrinseci, proprio al suo essere artigianale. Girato in una settimana, con la propria casa come unico set e un cast, tra attori e “tecnici” che non raggiunge le dieci unità, Paranormal Activity è diventato in breve tempo un piccolo caso, che lo ha portato a diventare il film più remunerativo della storia del cinema, in proporzione all'investimento iniziale: 140 milioni di dollari a fronte di una spesa iniziale di appena quindicimila, e non stiamo tenendo conto del mercato estero. Il film, come ogni buon horror, trae spunto da una paura atavica dell'uomo: quella di essere aggrediti da qualcosa di ignoto proprio mentre si è più indifesi, ovvero durante il sonno. Con pochi mezzi a disposizione ma un'intuizione vincente e tanta passione, Peli ha portato avanti il suo progetto, realizzando il film in poco tempo - dopo una certosina fase preparatoria - e lo ha poi pubblicizzato ad arte, in modo da creare un vero e proprio caso mediatico che lo ha portato addirittura alla corte di Steven Spielberg. Il resto è storia.


Noi abbiamo incontrato personalmente Oren Peli, insieme al produttore della riedizione cinematografica Steven Schneider, nella suite di un hotel di Via del Babuino, in pieno centro a Roma. Ecco a voi il reconto della nostra chiacchierata.


bSono passati dieci anni da The Blair Witch Project. Cosa pensate possa ancora portare al successo un film come il vostro, dato il fatto che l'elemento mockumentary non è più una novità?/b


Il successo risiede nell'esecuzione del progetto, e nelle performance estremamente naturali dei protagonisti della pellicola. Noi non abbiamo smentito né affermato che la storia di Katie e Micah fosse un documento reale. E' il pubblico stesso che empatizza con i personaggi del film in modo naturale, avendo l'illusione che quello che sta vedendo sia reale.


bNella costruzione di una strategia della tensione, credete che le idee siano la parte più importante o un budget di alte dimensioni vi avrebbe permesso di fare un lavoro migliore?/b


No, anzi. Realizzandolo in maniera più fantasiosa e sofisticata si sarebbe perso in realisticità, e non sarebbe più sembrato un home video, cosa che invece era l'obiettivo principale.


bPuò dirci qualcosa del sequel? E' vero che non sarà lei a dirigerlo, e che il regista di Saw 6 era molto interessato ma non può per motivi contrattuali?/b


Abbiamo una rigida politica riguardo ai film in lavorazione: ci siamo imposti di non rivelare niente di questi finché non saranno in dirittura di arrivo sul mercato.


bGli elementi biografici nella sceneggiatura sono quelli che l'hanno condizionata nella scelta di creare un film horror sul paranormale?/b


In realtà io non sono partito con l'idea di fare un horror. Al contrario. Mi piaceva il soggetto: scoprire con una videocamera cosa sta accadendo in casa tua mentre sei dormiente e ignaro. Con un soggetto del genere, è logico che non può uscirne fuori una commedia, alla fine.


bDopo il successo del film, ha cambiato casa?/b


No, la casa è sempre la stessa, solo più incasinata!


bLei è stato anche un programmatore di videogiochi, ad esempio sappiamo che ha collaborato a Mortal Kombat 3. Quest'esperienza l'ha influenzata?/b


Chiarisco subito che io non ho lavorato al Mortal Kombat 3 originale, ma solo al porting del gioco per PC. A ogni modo sì, ho lavorato nell'industria dei videogiochi, ma anche nell'animazione e nella colorazione. Tutte esperienze utili, perché per quanto non perfettamente combacianti con le competenze necessarie per realizzare un film, mi sono state utili nelle fasi di montaggio e mix audio.


bCosa ci dice della sua collaborazione con Steven Spielberg? Come mai le ha fatto cambiare il finale? Le manca il finale originale?/b


In origine l'idea di Spielberg era di realizzare un remake ad alto budget. Mi spiaceva per l'originale, ma non puoi certo dir di no ad un'offerta simile da parte sua. Però volevo far uscire, magari come bonus, anche la versione originale. Tuttavia, dopo degli screening pubblici e consulti vari, si è deciso che la forza del film era nella versione originale, non serviva un remake. Bastava riscrivere il finale per renderlo più cinematografico. Mi piacciono entrambi i finali: quello definitivo è potente e migliore da un punto di vista cinematografico. L'originale è forse più sensato, realistico.


bAbbiamo sentito che esiste una terza versione del finale, in cui Katie si suicida.../b


Sì, l'abbiamo proiettato una volta sola, ma non è piaciuto molto. L'abbiamo inserito come extra nel dvd, però.


bCi ha detto che non vuole commentare i suoi progetti futuri. Senza rivelarci trama o altro, può almeno dirci come si sente a lavorare su un progetto ad alto budget come Area51, dopo una produzione “artigianale” come Paranormal Activity?/b


Spiacente, ma non posso commentare.


bDomanda per il produttore Steven Schneider: se uno si ritrova per le mani un film costato circa quindicimila dollari e poi ci ricava cento milioni solo negli USA... esattamente cosa fa per festeggiare?/b


A parte gli scherzi, ti risponderò seriamente. Una cosa così ti rende orgoglioso e soddisfatto. E propositivo, aiuta ad andare avanti a fare il proprio lavoro con passione, certi di avere un discreto talento per questo lavoro.


bPeli, ci parla degli effetti speciali? In particolare quelli visivi...sono molto efficaci. Ma come li ha realizzati con così poco budget a disposizione? E la versione cinematografica ha aggiunto molti effetti rispetto a quella originale?/b


A parte il finale, tutto il resto lo vedete esattamente come l'ho realizzato originariamente. Non ho fatto ricorso alla grafica computerizzata per aggiungere effetti, casomai è stato un lavoro di sottrazione per non far notare i “trucchi” che ho usato per realizzarli, come le persone della troupe, gli oggetti utili allo scopo, etc. Ho pianificato tutto nei minimi dettagli in tal senso.


bIl film, oltre che un horror, sembra calibrato nella rappresentazione della distruzione fisica e psichica di una coppia. Era voluto? Pensa che il cinema fantastico possa far riflettere in qualche modo anche sulla vita reale?/b


Be', in realtà per me non è neanche un film horror, perché per me l'horror per definizione è molto più sanguinolento: è più un thriller soprannaturale. Il rapporto tra Katie e Micah ad ogni molto è molto importante. Non un rapporto da fotoromanzo, quanto quello normale e quotidiano di due persone che si vogliono bene. Io mostro cosa succede, ed è vero che, anche se continuano ad amarsi, la presenza del demone rovina l'equilibrio delle cose. Questo è un elemento realistico, se vogliamo, perché io ho fatto delle ricerche in proposito e ho scoperto che nella mitologia demoniaca è classico il fatto che il demone tenda a puntare una persona in particolare della famiglia e ad alienarla dal resto della stessa.


bCome vede la sua carriera fra dieci anni, dopo questo sfolgorante inizio?/b


Non ne ho idea! Non so neanche cosa farò l'anno prossimo, figuriamoci dove sarò fra dieci!


bAlcuni degli avvenimenti più agghiaccianti accadano fuori scena. Non credo sia dovuto solo a problemi di budget: è una scelta narrativa come penso?/b


Esatto. Il film è un mix di scene, avvenimenti, che accadono davanti alla telecamera, e altri invece fuori inquadratura. Le cose che non si vedono mettono più ansia, creano più aspettative, perché non hai un riscontro immediato, sei portato a partecipare perché ti chiedi cosa sta succedendo. Volevo che non fosse tutto scontato.


bQuanto è costruito il voler far leva sulla paura atavica del buio?/b


In effetti è un po' il punto di forza del film. Cosa può succedere mentre dormi e sei assolutamente indifeso? E' una paura primordiale dell'uomo. Un uomo delle caverne poteva anche essere fortissimo, ma se veniva attaccato da una tigre di notte poteva ben poco. Al giorno d'oggi, dentro le nostre case, ci sentiamo più al sicuro, ma se questa sicurezza venisse a mancare? Se qualcosa di imprevisto e incontrollabile succedesse?


bCom'è arrivato al concept dell'entità demoniaca? Noi riusciamo a scorgerne solo un'ombra e delle impronte. Ma la personalità sembra ben definita.../b


Non volevo dargli una forma predefinita, ma rappresentarlo tramite diverse manifestazioni. Così la cosa è molto più spaventosa che con un semplice mostro. Ognuno gli dà la forma della cosa che lo spaventa di più. E dopotutto, seconde le leggende i demoni sono mutaforma. Giocano con la paura delle loro vittime.


Il 5 febbraio, Paranormal Activity uscirà anche in Italia, distribuito da Filmauro.


Oggettivamente si tratta di un prodotto sopravvalutato, il cui successo deriva in gran parte dalla spropositata hype creata ad arte da Peli prima e dai pubblicitari di Paramount e Dreamworks poi.


Il mercato cinematografico ha dimostrato, negli ultimi tempi, di poter essere trainato facilmente da battage pubblicitari intensi e ben mirati, volti a coinvolgere il grande pubblico, che mai come in casi come questo è giusto definire “di massa”.


Al giorno d'oggi, di film amatoriali se ne girano tantissimi, ma molti, pur essendo qualitativamente superiori a Paranormal Activity, non garantiscono il giusto riconoscimento ai loro creatori. Interessante, però, lo studio che c'è dietro ai personaggi e alle situazioni, alla “figura” del demone, e alla rappresentazione dello spavento e della paura, oltre che delle situazioni ignote.


Il film non propone spaventi genuini: la tensione c'è, in molte scene, ma non ti coglie esattamente “di sorpresa” perché Peli fa il grosso errore di mostrarci solo le notti in cui accade qualcosa di paranormale, “preparandoci” in qualche modo all'evento e lasciandoci solo il gusto di scoprire cosa accade, ma non quando. E siamo ben lontani dalle paure impresse nella retina, nella mente e nella coscienza degli spettatori da tanti altri film del genere.


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