È proprio quando, all’inizio del film, veniamo invitati a tavola a pranzare con tutte le donne scelte da Ferzan Özpetek per il suo nuovo film, che capiamo che il regista ci sta riportando a casa, al cibo. Da sempre elemento epifanico, la tavolata imbandita accompagna i suoi lavori per farci percepire la “famiglia” di cui si sta facendo riferimento (ne Le Fate ignoranti, in Mine vaganti soprattutto). Qui succede qualcosa di diverso.
Con un montaggio alternato, le attrici interpretano sè stesse, ascoltano e consigliano Özpetek su come dirigerle nel suo nuovo film. Così, come se stessimo assistendo a uno strano Sei personaggi in cerca d’autore, anche noi entriamo nella fantasia del regista che immagina come potrebbe essere un film con loro.
Subito dopo, ci troviamo nella sartoria Canova, specializzata in costumi da scena per teatro e cinema, che è assoldata per preparare gli abiti che serviranno alla costumista premio Oscar Bianca Vega (Vanessa Scalera). Da questo evento scatenante, il regista ci propone uno strappo nella vita di tutte le sarte e, soprattutto, nelle due direttrici Alberta (Luisa Ranieri) e Gabriella (Jasmine Trinca).
Alberta viene tipicamente costruita sul modello dell’iconica Miranda Priestley de Il diavolo veste Prada, che, a capo della sartoria, deve mantenere un freddo distacco non solo verso i suoi dipendenti, ma anche verso sua sorella Gabriella, che invece è alle prese con un dolore più grande di sé stessa, che la sta estraniando dal mondo.
Due sorelle in conflitto tra di loro che verranno riunite durante due pranzi organizzati dalla zia Olga (Milena Vukotic).
L’assenza della madre aleggia per tutto il film: Elena Sofia Ricci si trasforma in un fantasma che non solo attraversa il mondo dei vivi in una “presenza” fantasmagorica (ricordando Magnifica Presenza) ma prende per mano il regista per dargli la giusta ispirazione per questo nuovo film. Il corpo di Elena non è altro che “l’incorporazione” del corpo della madre di Özpetek, che, come da lui detto, è sempre stata la sua musa ispiratrice.
I drammi personali delle sarte vengono lasciati a casa, dove li scopriremo, mentre durante il lavoro si canta e si balla, grazie soprattutto alla carismatica Fausta (Geppi Cucciari), sempre pronta all’ironia e al sarcasmo. Un cast corale diversificato rende questo film dinamico: Anna Ferzetti, Aurora Giovinazzo, Nicole Grimaudo, Milena Mancini, Paola Minaccioni, Lunetta Savino, Vanessa Scalera, Carla Signoris, Kasia Smutniak, Giselda Volodi e Mara Venier. Tutte hanno voluto essere presenti nel nuovo film del regista che “ama le donne”.
Un cast corale, volutamente tutto al femminile (con alcune eccezioni come Carmine Recano, Edoardo Purgatori, Vinicio Marchioni, Stefano Accorsi e Luca Barbarossa, alla sua prima prova attoriale), con il quale Özpetek sognava di lavorare da tempo, ma non lo aveva mai fatto per paura delle difficoltà che avrebbe potuto incontrare. A lavoro finito però, il regista sospira rasserenato, ammettendo che non solo non è stato difficile, ma che è stato un film armonioso che di sicuro sarà indimenticabile nella sua carriera.
La paura è stato un sentimento decisivo anche in Mara Venier, che fino a tre giorni prima dell’inizio delle riprese non era convinta di voler ritornare dopo vent’anni sul grande schermo: grazie alla sua decisione, abbiamo la zia d’Italia, che offre conforto a tutte le donne del film con la preparazione di piatti caldi. E sarà anche colei che si occuperà della grande cena finale, che Özpetek rivela essere vera: da Tinelli, quando lavorava come aiuto regista, era sempre il benvenuto e, in più di una occasione, si è ritrovato lì a mangiare con le lavoratrici.
Una tavolata che ricorda anche la sua infanzia: anche qui la madre onnipresente invitava tutti i commensali a non litigare a tavola, dove deve regnare la serenità. Ed è così che prende la parabola materna e la inserisce in quasi tutti i suoi film.
Un omaggio al grande lavoro tessile, ma anche all’Italia degli ’70 (dove è ambientato il film): un’Italia che oggi non riconosciamo, poiché i costumi vengono ripresi da una repertorio e adeguati. Un’Italia diversa, ma per le condizioni delle donne ricorda oggi: donne maltrattate e minacciate per il proprio lavoro. Così Vinicio Marchioni afferma in conferenza stampa quanto fosse importante per lui lavorare “dall’altra parte” dello specchio, dopo aver recitato in una bella parte in C’è ancora domani.
Mezza verità doveva essere il titolo del film, ma Mina ha convinto il regista a chiamarlo Diamanti: “Guardando le donne le credo dei diamanti; sono resistenti a tutto”, dice la cantante. Ed è così, questo film, al cinema dal 19 dicembre, resiste grazie al cast e alla regia, ma soprattutto alla bellezza della solidarietà femminile che si riversa in ogni angolo della sartoria.
Genere: drammatico
Paese, anno: Italia, 2024
Regia: Ferzan Ozpetek
Interpreti: Luisa Ranieri, Jasmine Trinca, Sara Bosi, Loredana Cannata, Geppi Cucciari, Anna Ferzetti, Aurora Giovinazzo, Nicole Grimaudo, Milena Mancini, Paola Minaccioni, Elena Sofia Ricci, Lunetta Savino, Vanessa Scalera, Carla Signoris, Kasia Smutniak, Mara Venier, Giselda Volodi, Milena Vukotic, Stefano Accorsi, Luca Barbarossa, Vinicio Marchioni, Valerio Morigi, Edoardo Purgatori, Carmine Recano
Sceneggiatura: Carlotta Corradi, Elisa Casseri, Ferzan Ozpetek
Fotografia: Gian Filippo Corticelli
Montaggio: Pietro Morana
Musiche: Giuliano Taviani
Distribuzione: Vision Distribution
Produzione: Greenboo Production di Marco Belardi, Faros Film e Vision Distribution, in collaborazione con Sky
Data di uscita: 19 dicembre 2024
Durata: 135'