Drew Goddard non è un di quei nomi grossi che ti fanno sobbalzare sulla sedia - anzi, probabilmente, molti di voi si staranno chiedendo chi sia - eppure alcuni dei titoli a cui ha lavorato vi suoneranno più che noti. Come il suo debutto alla regia, Quella casa nel bosco: in un’epoca in cui impazza il citazionismo horror nostalgico, lui fa un film che è omaggio e reinvenzione al tempo stesso; più o meno come lo era stato Scream, solo che qui ci sono i mostri.
È uno che è nato sotto l’ala di Joss Wheadon, scrivendo Buffy e Angel, poi è passato a quella di J.J. Abrams sfornando le sceneggiature di Alias, Lost e Cloverfield e in tempi più recenti ha curato The Martian e Daredevil. Insomma, uno che negli anni ha dato prova di volersi mettere in mostra, tanto come sceneggiatore, quanto come regista, ma che ancora non è riuscito a realizzare un film (che gli annunciati cinecomics sui Sinistri Sei o sulla X-Force siano l’occasione buona?) per riuscire finalmente a imporsi.
Sette sconosciuti a El Royale è il suo secondo film da regista (ma è anche produttore e sceneggiatore), nel quale abbandona il registro horror per adottarne uno ben più schizofrenico.
La sceneggiatura infatti sembra un gran frullato di suggestioni che passano dal pulp alla commedia, dal thriller al musical sino, ovviamente, all’horror; il tutto portato sullo chermo attraverso dialoghi (il paragone è inevitabile) tarantiani. Ed è il minimo quando hai una trama elementare “alla Agatha Christie” che si gioca il tutto e per tutto sui personaggi che porta in scena, i 7 del titolo per essere precisi.
Questi sette personaggi giungono in un unico luogo, il motel travestito da hotel noto come El Royale, che sorge sulla linea di confine tra Nevada e California e un tempo era stato ambita meta di gente influente, della politica e dello spettacolo, e ora appare decadente e solitario, come l’ombra di ciò che fu.
Tutti questi personaggi sono lì per uno scopo, noto solamente a loro, e attraverso i loro scopi, le loro azioni, i loro dialoghi e, soprattutto, le loro menzogne si costruisce la trama del film.
Una trama assolutamente non lineare che, come in un film di Quentin Tarantino (sì, ancora lui, ma è inevitabile!) è frammentata in capitoli preannunciati da scritte – nomi o numeri di stanza – e avanza a colpi di flashback, racconti paralleli e parentesi rivelatorie. L’azione si svolge tutta nel corso di una sola notte, potremmo definirla buia e tempestosa, sullo sfondo di questo albergo che a tratti arriva a ricordare l’Overlook Hotel per quanto, con lo scorrere del minutaggio, il luogo si impregni di un’aurea maligna e spettrale.
Un terrore però ben più “reale” rispetto a quello rappresentato da Kubrick, reso tangibile dal periodo storico in cui il film è ambientato. Le vicende infatti si svolgono nel 1969, nel mezzo degli anni di piombo americani, che si riversano tutti nel film, travolgendo trama e personaggi a vari livelli. C’è l’FBI di Hoover, la fobia del controllo governativo, la paranoia dello spionaggio; c’è Richard Nixon e tutto ciò che la sua carica presidenziale si porta appresso; ci sono le sette hippie che terrorizzano l’americano borghese e ricordano la Family di Manson; c’è l’elefante nella stanza del razzismo generalizzato verso gli afroamericani e infine c’è, ovviamente, la ferita sanguinante della guerra del Vietnam.
C’è un sacco di roba dentro Sette sconosciuti a El Royale, un racconto affascinante che riesce a sorprendere lo spettatore con più di un colpo di scena. Un film costruito a scatole cinesi che molto deve a pellicole come I soliti sospetti, Slevin – Patto criminale, Rock’n’rolla, anche se, rispetto ai film sopracitati, la chiusura del cerchio è meno appagante, meno rivelatoria. Ma nonostante questa nota un po’ stonata, Sette sconosciuti a El Royale resta uno dei migliori esercizi di stile (sia di scrittura che di regia) visti negli ultimi anni.
Nemmeno questa volta Drew Goddard è riuscito a sfondare, però ci ha regalato 135 splendidi minuti.
Genere: noir, thriller
Titolo originale: Bad Times at the El Royale
Paese/Anno: USA, 2018
Regia: Drew Goddard
Sceneggiatura: Drew Goddard
Fotografia: Seamus McGarvey
Montaggio: Lisa Lassek
Interpreti: Alvina August, Bethany Brown, Cailee Spaeny, Charles Halford, Chris Hemsworth, Cynthia Erivo, Lewis Pullman, Manny Jacinto, Mark O'Brien, Nick Offerman, Sarah Smyth, Tally Rodin, Xavier Dolan, Dakota Johnson, Hannah Zirke, Jeff Bridges, Jim O'Heir, Jon Hamm, Jonathan Whitesell, Katharine Isabelle
Colonna sonora: Michael Giacchino
Produzione: Goddard Textiles, TSG Entertainment, Twentieth Century Fox
Distribuzione: 20th Century Fox
Durata: 141'
Data di uscita: 25/10/2018