MaXXXine (2024), la recensione del film con Mia Goth: Ti West chiude la trilogia di X

Che Ti West fosse uno di quei registi da tenere d’occhio lo si era capito sin dal suo esordio, il bellissimo e sottovalutato The house of the Devil. Talmente sottovalutato che ha avuto una distribuzione ufficiale italiana solo lo scorso autunno… ci sono voluti appena 15 anni, ma alla fine ce l’abbiamo fatta.

Per qualche strano motivo, la carriera del nostro non è mai davvero decollata, ma anzi è sprofondata sempre di più impantanandosi in una serie di regie di episodi tv, da Wayward Pines a Tales from the Loop, e dopo un’assenza durata 6 anni, quando ormai si erano anche un po’ perse le speranze, ecco riapparire il suo nome sul grande schermo. Era il 2022 e il film in questione fu X – A sexy horror story (il sottotitolo è stato ovviamente aggiunto dai titolisti italiani).

A tendergli la mano è stata la A24, che negli ultimi anni si è imposta all’attenzione del pubblico portando alla ribalta nomi sconosciuti come Robert Eggers, Ari Aster, Alex Garland quando nessuno aveva il coraggio di scommettere su di loro.

 

Oggi questi nomi hanno un grosso peso specifico nel panorama horror… anzi, elevated horror come li definisce la critica più pretenziosa, ma questa è una diatriba da condurre in separata sede.

 

Ciò che conta è che la A24, oltre che a scoprire e lanciare nuovi talenti, ha anche dato l’occasione ad autori più navigati di tornare alla ribalta (per dire: Climax di Gaspar Noé è prodotto da loro) per raggiungere un pubblico più vasto rispetto alla loro solita nicchia di cultori.

X nasce così: un progetto a basso budget che all’apparenza ricalca le regole dello slasher classico e omaggia all’ennesima potenza Non aprite quella porta. La protagonista è Mia Goth, che all’improvviso diventa la musa di Ti West al punto che lui la scrittura per un secondo film (un prequel) talmente piccolo e poco costoso che la A24 decide di produrlo back-to-back a X. I due film uscirono a pochi mesi di distanza e il prequel, Pearl, venne presentato fuori concorso alla 79ª Mostra del cinema di Venezia, ricevendo il plauso pubblico da parte di Martin Scorsese.

 

Ti West era finalmente rimontato a essere la promessa horror di qualche anno prima. Annuncia quindi MaXXXine, sequel di X, che chiuderà questa trilogia perfettamente fruibile in ordine sparso.

Nella messa in scena riecheggiano e si omaggiano le atmosfere torbide di Taxi Driver, 9 settimane e ½, Orchidea selvaggia sino a Lo squartatore di New York. Da questo punto di vista si distacca dalla linea puramente horror dei due capitoli precedenti, ingranando una marcia che lo porta più dalle parti del thriller che dello slasher.

Il film che chiude la trilogia di X rimesta negli stessi temi dei primi due: sesso, violenza e ossessione per la celebrità, mettendo al centro di tutto ancora una volta Mia Goth e lasciando che sia lei il vero traino del film. 

 

Maxine Minx è una protagonista forte ma ambigua, costantemente minacciata di morte (su tutto il film aleggia l’ombra del Night Stalker Richard Ramirez) e al tempo stesso minacciosa e aggressiva, a tratti persino sgradevole.

Attorno a lei ruota un cast di comprimari di tutto rispetto (anche se a volte troppo ingombranti), che spazia da Kevin Bacon a Giancarlo Esposito.

 

Se esteticamente MaXXXine è il film più affascinante della trilogia, a tratti persino impeccabile, dal punto di vista narrativo è quello più debole, ma questo solo se dobbiamo trovare per forza il pelo nell’uovo. Avercene di film (anzi, di trilogie) così… e ancor di più, avercene di registi come Ti West. 

 

Speriamo solo che non venga di nuovo inghiottito dalla regia di serie tv, ma che la saga di X sia per lui un nuovo e meritatissimo trampolino di lancio.