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Caleb (2020), la recensione dell'horror indipendente di Roberto D'Antona

12/08/2020 23:50

Emanuela Di Matteo

Recensione Film, Film Horror, Film Italia, Vampiri, Roberto D'Antona, CG Entertainment, L/D Production, Annamaria Lorusso,

Caleb (2020), la recensione dell'horror indipendente di Roberto D'Antona

I rimandi cinematografici al Dracula romantico di Francis Ford Coppola non mancano, soprattutto nella seconda e inaspettata parte del film

Il giovane regista, produttore e attore Roberto D'Antona attinge all’oscuro pozzo delle paure cinematografiche, senza timore di sporcarsi le mani, per plasmare una materia che ha origini antiche ma che elabora in modo sempre nuovo ed originale. La sua cifra stilistica rimane la stessa: il tocco ormai autoriale di un artigiano del racconto del terrore che vuole sopra ogni cosa intrattenere e divertire, la scelta di avvalersi dello stesso gruppo collaudato di attori ed infine l’azione, che fino ad ora non è mai mancata.

Eppure la sua ultima fatica, Caleb - dopo l’action movie con tanto di strega reincarnata, The Last Heroes  - presenta un’ulteriore evoluzione e una crescita registica che appare evidente fin dalle prime sequenze. In particolare l’attrice (e produttrice) Annamaria Lorusso è forse nel suo ruolo migliore, grazie alla felice scelta di una protagonista al femminile, e alla sua recitazione misurata e mai sopra le righe. E sì che di motivi per essere sopra le righe, in Caleb, che gronda misteri, omicidi e sangue, ce ne sarebbero parecchi.

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Annamaria Lorusso interpreta Rebecca, una famosa giornalista che si avventura, completamente sola, sulle tracce della giovane sorella scomparsa. L’amicizia che nasce dall’incontro con uno scrittore (Francesco Emulo) e sua moglie, non la metteranno al riparo dalle stranezze e dall’atmosfera torbida e inquietante che troverà nella cittadina di Timere, località semisconosciuta nella quale è stata vista la sorella prima di svanire nel nulla.

La figura di Rebecca, indipendente e coraggiosa e con un suo passato emotivo che emergerà lentamente dalla storia, sarà presto affiancata da quella ambigua di un sacerdote, che celebra messe nella Chiesta deserta di Timere, i cui cittadini sono ormai dediti ad un diverso culto, e anche da un gruppo di cacciatori di anime dannate. Infatti, gli omertosi abitanti di Timere tengono in massima considerazione il produttore vinicolo Caleb (Roberto D’Antona), uomo dal fascino oscuro, del quale si dichiarano debitori.

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I rimandi cinematografici al Dracula romantico di Francis Ford Coppola non mancano, soprattutto nella seconda e inaspettata parte del film, con l’occhio strizzato a Vampires di Carpenter, in particolare nelle scene d’azione. Ma la formula di D’Antona, unica nel suo genere, sta proprio nella mescolanza e nel rimando cinematografico continuo ai classici degli anni 80 e 90 e all’immaginario comune del cinefilo appassionato di horror. Un terrore che è deliziosamente narrativo e al contempo anche avventuroso come un film di Indiana Jones. La paura c’è, l’ansia sale, ma il corrimano resta sempre lì, ed è quello che divide il bene da male, con la sicurezza di chi sarà a vincere alla fine, con ogni probabilità e al costo della vita, in una lotta all’ultimo quartiere. La fotografia e gli effetti speciali, in Caleb, sono sempre all’altezza della situazione, e una speciale lode va alle sequenze oniriche che confondono sogno e realtà e ci introducono nella speciale seduzione/illusione tipica del vampiro ma anche della finzione teatrale e scenica.

Il cinema di genere in Italia esiste e resiste, come dimostra il riuscito e ben confezionato Caleb.

Bisogna fare tanto di cappello alla tenacia, alla forza del mestiere e anche alla sfrontatezza di fare un film di una durata assolutamente al di sopra della media, nel contesto di una situazione cinematografica nazionale che generalmente privilegia formule trite e ritrite o che si introflette in film intimisti, non sempre felici e spesso inavvicinabili al grande pubblico.

Insomma, il cinema di D’Antona lo si può anche criticare, nelle sue imperfezioni e nelle ingenuità iniziali, ma non lo si può non ammirare e tenere in ottima considerazione. Per la crescita qualitativa costante, per il coraggio, per la coerenza e per il divertimento che - ogni volta immancabilmente - regala agli amanti dell’orrore, ma anche a tutti i sognatori, agli adolescenti eterni. A chi, nonostante tutto, mantiene dentro di sé il senso della fiaba e della meraviglia che è essenziale in ogni solida e rispettabile storia.


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Genere: horror

Titolo originale: Caleb

Paese/Anno: Italia, 2020

Regia: Roberto D'Antona

Sceneggiatura: Roberto D'Antona 

Fotografia: Stefano Pollastro

Montaggio: Roberto D'Antona

Interpreti: Roberto D'Antona, Annamaria Lorusso, Francesco Emulo, Alex D'Antona

Colonna sonora: Aurora Rochez

Produzione: L/D Production

Distribuzione: CG Entertainment

Durata: 120'

Data di uscita: 20/08/2020

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