Il nuovo film di George Clooney, in collaborazione con i bFratelli Coen/b, in uscita nelle sale italiane il 6 dicembre, è ambientato in una paradisiaca cittadina color pastello, in perfetto stile anni '50. Con la fine del secondo conflitto mondiale, la middle class americana iniziò a stabilirsi nei sobborghi in case da sogno, in piccole comunità ben organizzate tra loro. Insomma se eri bianco e con un bel gruzzoletto il sogno americano ti apriva le sue porte. Difatti se si pensa al perfect way of life è naturale avere subito in mente gli anni Cinquanta americani, come un piccolo paradiso perduto che vorremmo tornasse e dove desidereremmo spendere una vita da sogno. img Questa utopia la troviamo in diversi film, da Pleasantville (1998) di Gary Ross a La donna perfetta (2004), remake di Frank Oz. La perfezione, inquietante e innaturale, viene data da colori e costumi anni '50, da donne perfette, bellissime e biondissime che sbrigano le faccende di casa e compiacciono i propri mariti. Perfezione che, oltre alla sua superficie patinata, nasconde sempre del losco e porta i protagonisti a rompere le regole. Ed è ciò che George Clooney vuole svelarci. Il più piccolo cambiamento, nel caso di Suburbicon l'arrivo della famiglia di colore, i Mayers, diventa la scintilla per dar adito alla vera natura, razzista e violenta degli abitanti del quartiere. Una natura selvaggia che si cela anche nelle perfette famiglie, che cercano la tranquillità e la serenità nei sobborghi immacolati, ma che hanno segreti inconfessabili - come nella migliore tradizione dei Coen - che sfocia in violenza grottesca e splatter. img Gli anni '50 sono un punto di riferimento nella regia di George Clooney, che si concentra sul passaggio tra 50s e 60s in altri suoi film: come Confessioni di una mente pericolosa (2002) e Goodnight and good luck (2005). La suggestione di questi anni è trasferita anche nello stile registico, che ci riporta all'epoca d'oro del cinema: Clooney sviluppa un'attenzione alle ombre, al fumo e ai primissimi piani dei protagonisti. L’ambientazione vintage non è nuova neanche alla cinematografia dei fratelli Coen, come nel recente Ave, Cesare! (2016) o nel più datato Mr. Hula Hoop: in entrambe le opere gli impeccabili anni '50 diventano sfondo di intrighi e complotti politici. img E la politica c’è anche in Suburbicon, che restituisce un microcosmo dell'attuale situazione americana. Razzismo e ignoranza vivono sotto unaa scintillante patina di buoni valori, che nello spazio intimo delle case vengono rivelati e macchiano il contesto di omicidi brutali e strane perversioni. Per mantenere intatta la perfezione del microcosmo, però, i protagonisti non si fermeranno davanti a nulla: per questi cittadini assetati di sangue, intisi di razzismo, l’invasione black diventa capro espiatorio che giustifica qualsiasi evento fuori dal comune che intacca la tranquillità del vicinato. iframe width="560" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/bKtiQyjPygI" frameborder="0" allowfullscreen/iframe