Jonathan Liebesman conduce lo spettatore in un viaggio esplosivo attraverso uno dei capisaldi storici del Cinema americano, vale a dire la straripante efficienza dei suoi marines, condita da un’abnorme quantità di machismo e a un colossale eccesso di autoreferenzialità. La trama è elementare: un imprevisto sciame meteorico che colpisce le coste di tutto il mondo è in realtà uno sbarco di alieni dotati di armi fantascientifiche e di cattive intenzioni. Il loro scopo: l’invasione della nostra amata Terra; il motivo: le riserve d’acqua del nostro pianeta, utilissime per la loro tecnologia, tutta alimentata ad H2O. Invece di rifilar loro una cisterna con l’acqua di qualche fiume italiano per fargli cambiare idea, la Terra decide di respingere militarmente l’invasione. Gli americani schierano al fronte i marines, decisi a tutti i costi a non perdere Los Angeles, messa sotto assedio. La composizione del gruppo di marines è la solita, immodificabile dagli anni 50: c’è il protagonista, il sergente Michael Mantz (Aaron Eckhart), stanco e dimissionario dopo aver perso quattro uomini nell’ultima missione in Afghanistan e richiamato per fronteggiare l’emergenza; c’è il capo-missione, il tenente William Martinez (Ramon Rodriguez), bravo ma giovane e inesperto: capirà quanto è diversa l’azione sul campo dalla scuola-ufficiali; c’è la donna-soldato coatta (ruolo affidato d’ufficio a Michelle Rodriguez in qualsiasi produzione) e il solito gruppo di marine con prevalenza di neri e ispanici truci e muscolati, tra i quali spicca il fratello di uno dei quattro marine persi da Nantz nell’ultima missione e che quindi lo odia ma dovrà ricredersi. Ci siamo tutti? Sì! Questo Indipendence… cioè, questo World Invasion punta tutto sull’indubbia spettacolarità delle immagini e dei combattimenti, con esplosioni a go-go e un ritmo incalzante che non lascia un attimo di sosta. Azione allo stato puro; sotto questo punto di vista il film non perde un colpo e strizza l’occhio a un pubblico prevalentemente adolescenziale. Adrenaliniche le scene d’azione, in particolare quella del combattimento finale, con la gigantesca nave-madre aliena; spettacolari le immagini aeree della devastazione che ha colpito la Città degli Angeli. Tutto il resto viene volontariamente lasciato fuori: dialoghi irreali, battute forzatissime e la consueta gara a chi compie l’atto di eroismo più esaltante. Perché il codice non scritto di questi film esige che siano tutti eroi, non solo i soldati che dopo aver urlato il loro motto “Arrendersi… mai!” potrebbero tranquillamente lanciarsi in un vulcano attivo, ma anche i civili, le donne e i bambini, che fanno il saluto militare per le lacrime di grandi e piccini. Insomma, opzionatelo se avete voglia di un po’ di sana azione vecchia maniera, altrimenti statene alla larga. Punto a favore: non è in 3D.