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Roma, Schwarzenegger presenta l'ultima sfida

26/12/2016 23:52

Marco D'Amato

Intervista,

Conferenza stampa di The Last Stand all'hotel Hassler di Roma. Presenti gli attori Arnold Schwarzenegger, Jaimie Alexander e Johnny Knoxville

The Last Stand - L’ultima sfida ha una forte impronta western. Quali sono stati i film western a cui vi siete ispirati?


pA.S.: Questo aspetto non ha tanto a che vedere con me, quanto con Kim Jee-woon, straordinario regista asiatico di film d’azione. La domanda andrebbe rivolta a lui, che si era già ispirato al genere western con “Il Buono, il Matto, il Cattivo”, ed è un grandissimo appassionato del western americano ma anche di quello italiano. Qui in Italia avete fatto western fantastici./p


p Per lei è più impegnativo fare il cinema o fare il politico, il Governatore della California? Nel suo futuro vede unicamente il lavoro di attore o pensa di dedicarsi di nuovo alla politica?/p


pA.S.:Entrambe le attività richiedono molto impegno e molto lavoro. La cosa importante è avere passione e dedizione per il lavoro che fai, che sia nello show-business o nell’arena politica. Naturalmente in politica le questioni sono molto più serie e c’è molto meno spazio per gli errori. Hai a che fare con la vita della gente, hai grosse responsabilità e devi essere presente 24 ore al giorno. Diventa quindi un lavoro che ti assorbe tantissime energie e che ti stanca molto. Sono stato molto felice di aver portato a termine quell’incarico, ma sono altrettanto felice di essere tornato ai film d’azione alla Schwarzenegger, con sparatorie, inseguimenti d’auto, combattimenti, acrobazie ed esplosioni. Insomma, tutto quello che ho fatto per decenni./p


p Jaimie Alexander, le sue sensazioni dopo aver lavorato a questo film./p


pJ.A.: È stato straordinario lavorare in questo film che ha un così marcato spirito western: il mio film preferito di sempre è “Butch Cassidy and the Sundance Kid” e questo la dice lunga. Poi lavorare con un mostro sacro come Arnold mi ha reso un idolo agli occhi dei miei quattro fratelli maschi e sono molto orgogliosa di questo!/p


p Dieci anni fa le avevamo chiesto chi potevano essere gli eredi di Schwarzenegger, Stallone, Willis, nel cinema d'azione. Oggi sappiamo che questi eredi non sono mai arrivati. Che cosa avete in più rispetto ai vostri colleghi di oggi?/p


pA.S.: Grazie del complimento. Sono strafelice che le cose siano andate così./p


p Cosa pensate del problema delle armi in America? /p


pJ.K.: La questione delle armi riguarda tutto il mondo, ma è una questione separata. Quella è la realtà. Noi cerchiamo di fare intrattenimento, le armi nella vita reale sono un’altra questione. Naturalmente si possono prendere alcune misure per affrontare il problema, ma è una questione separata.


A.S.:Sono d’accordo con Johnny. Bisogna separare l’intrattenimento dalla realtà. Però allo stesso tempo, ogni volta che accade una tragedia noi come società dobbiamo raccogliere la sfida, dobbiamo chiederci se c’è qualcosa che possiamo fare per ridurre al minimo questo tipo di incidenti e la perdita di vite umane. Il problema va preso in esame a vari livelli, sono tutte questioni che vanno affrontate in maniera estremamente seria. Dobbiamo fare del nostro meglio, perché queste tragedie non si verificano solo in America, ma anche in altre parti del mondo.


Lei condivide gli attuali sforzi di Obama per limitare la vendita delle armi?/p


pA.S.: Credo che il Presidente non abbia cercato di affrontare la questione da un solo punto di vista. Non è soltanto il discorso di affrontare il problema delle armi d’assalto, ma anche il problema della malattia mentale e della sicurezza nelle scuole. Il problema va affrontato in maniera globale, da ogni prospettiva, e quindi sono d’accordo con lui quando afferma che va risolto in più punti./p


p Per quanto lei abbia operato un distinguo molto netto tra l’intrattenimento e la politica, tutte le star di Hollywood si espongono in prima persona sul problema delle armi. Lei che è un' icona, non sente che aver fatto un film dove c’è una vecchietta che uccide per una violazione di domicilio, tirando in qualche modo la volata all’uso delle armi, rappresenti una discrepanza?/p


pA.S.: È solo intrattenimento. In questa scena, tra l’altro molto divertente, si vede questa vecchietta ottantenne seduta dentro casa, che si sente aggredita da una persona che ha ovviamente cattive intenzioni. Lei, così inerme e così innocua, prende la situazione in mano e risolve la questione, perché sa che la città è stata invasa dai criminali. Tutto il film è incentrato sul dare azione e intrattenimento, anche in maniera esagerata. Poi c’è il sollievo del momento di comicità, compito di Johnny Knoxville, così come è compito di Jaimie Alexander dare un tocco sexy al film, cosa che tutti e due hanno fatto con grande maestria./p


p Cosa le hanno lasciato questi dieci anni di politica? Lei è incredibilmente coraggioso nei suoi film, chi definirebbe oggi“coraggioso” nella vita reale?/p


pA.S.: Questi anni che ho trascorso in politica sono stati gli anni più istruttivi di tutta la mia vita. Ogni ora una riunione diversa per discutere di un argomento diverso, tutti i giorni, dalle sette del mattino alle sette di sera. Quindi potete immaginare quante cose abbia imparato, e quanto ci si debba preparare ogni volta per affrontare queste riunioni. Se sei una persona che ha desiderio di imparare è il miglior lavoro che si possa fare, ma ora sono entusiasta di essere tornato al cinema, e di aver fatto film come “L’ultima sfida”, “The Tomb” e “I Mercenari 2”. I miei eroi in campo politico sono invece Nelson Mandela, Mihail Gorbačëv e Ronald Reagan. Se vogliamo andare un po’ più indietro, Franklin D. Roosevelt, Teddy Roosevelt e Lincoln. Se vogliamo parlare dei nostri giorni Mihail Gorbačëv è veramente un grandissimo eroe, una persona cresciuta nel comunismo che arriva al vertice e poi lavora contro il sistema, perché il sistema non funziona. Nelson Mandela, messo in prigione dai bianchi per 27 anni, e che una volta uscito parla di perdono e di amore: un eroe, una grandissima fonte di ispirazione. O, se vogliamo parlare dello sport, Muhammad Ali, il più grande pugile di tutti i tempi. La persona che forse brilla di più per la sua generosità è però quella che vedendo una persona povera, magari gli allunga una banconota da cento dollari./p


p Lei ha definito Kim Jee-woon «il James Cameron» dell’Asia. Visto che il regista vuole continuare a lavorare in America, tornerebbe a fare un film con lui?/p


pA.S.: Assolutamente. Sono pronto a lavorare di nuovo con Kim Jee-woon in qualsiasi momento. Credo che sia un grande collaboratore, un grande visionario. Un regista che ha coraggio, che osa, una fonte di grande ispirazione. /p


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