Wonder è tratto da un bestseller internazionale, in cima alle classifiche del New York Times dal 2012: un libro bellissimo, profondamente educativo, che ha commosso più di cinque milioni di lettori. L'opera della scrittrice R.J. Palacio, anche se parla di un bambino nato con una grave deformazione alle ossa del volto, non è affatto melensa e melodrammatica ma emozionante, ironica e divertente; e se strappa qualche lacrima, restano comunque di più i sorrisi che dona. Questa «riflessione sulla gentilezza», come si proponeva di essere il libro, è diventato un film grazie a una squadra che parte dai produttori Lieberman e Hoberman, dal regista Stephen Chbosky (a sua volta sensibile e attento alle tematiche adolescenziali, suo il successo di Noi Siamo Infinito, di cui è scrittore e regista) e infine la stessa autrice del libro, Palacio, che ha collaborato al film. Oltre alla lacrima troppo facile, considerato il potente carico emotivo della storia, c'era anche un altro rischio. Alcuni registi, prima che fosse scelto Chbosky, avevano pensato di non mostrare il volto deforme del protagonista. Al contrario, per la scrittrice era fondamentale che fin da subito il pubblico familiarizzasse col viso del piccolo August, detto Auggie. Perchè Auggie è un bambino normalissimo di dieci anni, proprio come tutti gli altri. Anzi, dietro la sua dolcezza e fragilità, si nasconde un ragazzino forte e carismatico. Il principale problema del protagonista non è il suo aspetto, né le tante operazioni che ha dovuto subire nel corso dell'infanzia, ma le reazioni, spesso sconsiderate, delle persone che lo vedono: lo guardano con stupore o commiserazione e non riescono a smettere di fissarlo. Per questo il momento in cui Auggy, che ha sempre studiato a casa, si accinge a iniziare la prima media, è particolarmente difficile da affrontare, sia per lui che per la madre (Julia Roberts) e l'ironico papà (Owen Wilson). La storia del film, e anche del libro che si muove in parallelo, non è dedicata solo ad Auggie, ma a tutti quelli che portano con sè un fardello; anche coloro che sono apparentemente belli, normali e felici. Nella realtà, nessuno è così perfetto. Ecco quindi le storie di Via (Izabela Vidovic), la sorella maggiore di August, che lo ama profondamente ma la cui vita è messa del tutto in ombra dalla sua; della migliore amica Miranda (Danielle Rose Russell), che si scoprirà essere diversa da come appare; dei tanti bambini, amici e antagonisti che hanno un ruolo nella vita di Auggie. Quei capitoli del libro dedicati alla storia privata di alcuni dei coprotagonisti vengono accennati anche nel film, dando vita a una vicenda corale di destini intrecciati. Wonder risulta all'altezza del libro: ben sceneggiato, avvincente, emozionante, autentico, delicato e adatto a tutte le età; un film che insegna a essere coraggiosi, ma soprattutto gentili, con se stessi e col prossimo.