Il regista ligure Lorenzo Vignolo, con una lunghissima esperienza nella direzione di videoclip, presenta il suo secondo lungometraggio a sette anni di distanza da Tutti all’attacco con Massimo Ceccherini. Con Workers - Pronti a tutto Vignolo tenta la strada della commedia traendo spunto dal sociale, in particolare dalla crisi economica del mondo occidentale: una via battuta già da Paolo Virzì con Tutta la vita davanti e con minor arguzia e successo da Massimo Venier con Generazione 1000 euro. Sandro (Michelangelo Pulci) e Filippo (Alessandro Bianchi) gestiscono un’agenzia interinale. Ne hanno viste di tutti i colori e tra le tante vicende delle quali sono stati testimoni decidono di raccontarne tre. Nella prima, Giacomo Bosco (Alessandro Tiberi), con la minaccia di un imminente sfratto, decide di accettare il ruolo di badante per il tetraplegico Mario Spada (Francesco Pannofino). Quest'ultimo però - volgare, ubriacone, incivile, puttaniere e drogato - gli renderà la vita un vero inferno. La seconda vicenda vede Italo (Dario Bandiera) fingersi medico per conquistare Tania (Daniela Virgilio), una commessa in visibilio per chiunque porti un camice addosso. Italo in realtà è un prelevatore di sperma di tori da accoppiamento e il suo segreto è destinato ad essere scoperto. Nell’ultimo episodio, la truccatrice Alice (Nicole Grimaudo) accetta il ruolo di tanatoesteta presso l’agenzia funebre di Leopoldo Miletto (Luis Molteni). La sua incredibile somiglianza con la defunta moglie di Saro (Paolo Briguglia) la porterà, per arrotondare, a sostituirla nelle occasioni di famiglia per compiacere il padre di Saro, il boss della mafia Don Ciccio Tartanna (Nino Frassica). Workers è una commedia ad episodi divertente (soprattutto il primo e l’ultimo), ben scritta e che si lascia seguire con piacere, anche grazie all’ottima prestazione degli attori (Pannofino, Tiberi, Frassica e la Grimaudo su tutti). La forte attualità dell'idea iniziale e la trovata dei diversi capitoli - con tempi comici sostenuti e sketch che ammiccano alla tradizione e alle mode televisive del momento - permettono allo spettatore di non avere cali di attenzione. Quando però Vignolo potrebbe affondare il colpo avanzando una decisiva critica sociale, la scelta di non insistere e di rimanere in superficie sgonfia tutte le potenzialità del film fino a quel momento espresse. Così Workers, non superando il limite di una discreta commedia popolare, regala sì qualche risata ma difficilmente lascerà tracce concrete a fine visione.