The Apprentice, alle origini di Trump (2024): scalata al successo o discesa agli inferi

Ali Abbasi presenta il suo ultimo film in primavera al Festival di Cannes, riceve una standing ovation di otto minuti, e lo distribuisce negli Stati Uniti in autunno. La sua opera cerca di fermare la corsa alla presidenza di Donald Trump, non ci riesce ma resta indelebile.

Lui accetta, prende il ragazzo sotto la sua ala, lo plasma a sua immagine, gli confida i suoi stratagemmi e lo guida in un mondo di squali finché la sua creatura, come un moderno Frankenstein, non sfugge al suo controllo e supera il maestro.

Sebastian Stan diventa Donald Trump nel biopic di Abbasi

A indossare l’inconfondibile ciuffo biondo è Sebastian Stan, ormai assiduo frequentatore di biopic. La sua è un’interpretazione studiata e dosata, in cui ogni gesto viene preparato come un’esame senza mai ridursi alla semplice imitazione. Tutto questo lavoro, però, non è abbastanza perché l’attore protagonista viene messo in ombra dal suo collega sullo schermo: Jeremy Strong. 

È l’avvocato del diavolo a catalizzare tutta l’attenzione, questo perché il suo interprete non soltanto realizza, curando ogni dettaglio, una figura inconfondibile, ma compie un’azione inaccettabile per l’etica del suo personaggio: diventa debole, si fa piccolo, malato e fragile. All’ombra del prorompente busto di Trump, sono le sue scintille di umanità a muovere a commozione lo spettatore, che lo scopre singhiozzare davanti a una torta con le candeline accese, sullo sfondo una bandiera a stelle e strisce, che sembra condannarlo mentre si piega al peso della malattia.

Il vero Roy Cohn, storicamente considerato una delle persone peggiori del XX secolo, giudicò il suo allievo prima di morire: “Non posso credere che mi stia facendo questo. Donald piscia acqua ghiacciata”.

Chi interpreta Ivana Trump in The Apprentice

Al grandioso cast si aggiunge Maria Bakalova, nei panni della prima moglie, Ivana Trump, il suo è un ruolo complicato, segnato da una costante disillusione. La storia della donna viene arricchita dal regista con l’episodio di uno stupro che lei subisce dal marito, raccontato dalla stessa durante il processo per il divorzio. Nonostante Ivana abbia successivamente cambiato le sue dichiarazioni e Trump stesso si sia opposto all’uscita del film con questa scena, il regista iraniano continua per la sua strada e ha presentato l’opera integra, anche se non ha ottenuto i risultati sperati.

The Apprentice, la storia di Donald Trump

La scalata del magnate al titolo di più grande Tycoon di New York è fatta di sguardi, strette di mano, ma soprattutto di perdenti che il protagonista decide di abbandonare lungo la sua strada. I più ingombranti sono il fratello e il suo mentore. Il regista cerca di psicanalizzare un personaggio complesso e trae le sue conclusioni: sono la mancanza di empatia e l’egoismo le chiavi della sua discesa agli inferi, proprio come le parole che ripete Roy e che poi Donald farà sue “attacca, attacca, attacca; non ammettere mai nulla, nega sempre tutto; proclama sempre di avere vinto, non ammettere mai la sconfitta”.

Le posizioni dell’autore sono espresse anche attraverso le scelte fotografiche, con inquadrature rubate, quasi amatoriali. Proprio come dei paparazzi in attesa del colpo di scena, guardiamo la vita del futuro Presidente degli Stati Uniti da una distanza voyeuristica, con movimenti veloci e immagini non sempre stabilizzate. 

Il film è diviso in due parti, due decenni con due tecniche cinematografiche ben distinte: le prime scene sono caratterizzate da una grana grossa e ingombrante, mentre nelle ultime lo schermo è sottoposto al filtro del tubo catodico. Sono caratteristiche filmiche datate e stranianti, che indicano supporti visivi differenti, e che, agli occhi dello spettatore, collocano la storia in un passato remoto, senza poter vedere la catastrofe in arrivo.

Lo sceneggiatore definisce il film un dramma shakespeariano, ma sarebbe più corretto chiamarlo una tragedia nella tragedia, le cui radici affondano nella vita di tutti noi, e Abbasi, con l’ultima scena, lancia un messaggio implacabile, Donald guarda lontano verso un orizzonte di grattacieli come un nero presagio: questo è solo l’inizio.