Esordienti o autori affermati, iniziamo a conoscere i registi che hanno animato il FI PI LI 2018
Sono tutti diversi fra di loro, esordienti o grandi maestri, provenienti da ogni parte d'Italia ma uniti per il FI PI LI Horror Festival di Livorno e rappresentati in un numero magico per eccellenza.
Sono i 7 registi che hanno regalato emozioni e lasciato col fiato sospeso il pubblico, dal 28 aprile al 1 maggio 2018. Forse una cosa li unisce: che piacciano o meno, i loro film non possono lasciare indifferenti. Ecco perché vi vogliamo raccontare questi autori, uno per uno.
Mariano Baino, il gotico e il mostruoso
In ordine di apparizione al FI PI LI Horror Festival, da New York, dove vive (anche se è nato a Napoli), Mariano Baino si presenta forse come il regista più “disturbante”, cinematograficamente parlando. In realtà è un uomo gentile e disponibile che ha tanti aneddoti da raccontare, perchè la sua stessa vita è frutto di coincidenze e viaggi avventurosi. Partito dalla Campania per il Regno Unito alla fine degli anni ‘80, porta con sé un precoce amore per la regia. Da ragazzo, inizia a lavorare in un cinema e con spregiudicatezza gira un corto nell'unica location che ha a disposizione: il cinema stesso.
Il risultato è Caruncula un agghiacciante corto che cambia le carte in tavola all'ultimo momento. Questo primo lavoro viene notato da un produttore che lo porta a un festival del cinema in Siberia, dove vince. Da lì la proposta di girare il lavoro che aveva appena scritto, Dark Waters, in Russia: sarà in assoluto il primo film straniero girato dopo il crollo dell'Unione Sovietica. In realtà, il film viene realizzato in Ucraina e per regista e troupe sarà un vero shock culturale nonché l'inizio di molte avventure (girato vicino Chernobyl, bevendo bibite radioattive).
Dark Waters resterà come uno dei più gotici, cupi e immaginifici film mai girati: suore assassine, culti segreti, monasteri spettrali e una immancabile Creatura Infernale. Mariano Baino è anche un disegnatore talentuoso e i soggetti sono, ovviamente, mostruosi.
Roberto D'Antona, il quotidiano e Carpenter come ispirazione
Non ambientazioni gotiche ma il quotidiano e la normalità, apparente, è il campo di indagine del giovane pugliese Roberto D'Antona, apprezzato e pluripremiato regista di cortometraggi (e attore di serie tv) nonché del film The Wicked Gift di cui è anche interprete principale.
Afferma di ispirarsi a Sam Raimi e John Carpenter e non fa mai mancare una certa dose di ironia nei suoi lavori, che sono action horror, del tutto indipendenti, riecheggianti gli anni Ottanta. Non vuole restare per anni negli incubi degli spettatori, ma intrattenere e divertire.
Ma The Wicked Gift, storia di un ragazzo che fa terribili incubi, di paura ne mette parecchia. Entro il 2018 uscirà il suo prossimo film, Fino All'Inferno, girato con un budget più ricco del precedente.
L'universo lovecraftiano di Ivan Zuccon
Ivan Zuccon, classe 1972, dopo la proiezione del suo film, Herbert West Reanimator, inizia a girare per la sala, per rispondere alle domande del pubblico. A qualche anno dal suo ultimo film intitolato Wrath of the Crows, Zuccon è tornato all'universo lovecraftiano che aveva già ispirato suoi lavori quali L’Altrove e Colour from the Dark.
Herbert West Reanimator, la cui serie tv è stata il trampolino di lancio, è la storia di un padre che non si dà pace per la scomparsa della figlia e sfida la morte per andarsela a riprendere. Il film è un avvicendarsi di piani temporali, in limbo oscuro pieno di identità che sono inquietanti emanazioni del divino. Il regista afferma di creare il film mentre lo gira, lasciandosi ispirare dal set, dalla location e dai suggerimenti degli attori. Stanco di zombie, preferisce i morti che si rianimano… ma vivono in realtà parallele.