Mazinga Z è tornato. Direttamente dal Giappone, arriva al cinema un’inedita raccolta di episodi dell’eroe meccanico partorito della geniale mente del mangaka Go Nagai, nome d’arte del fumettista Kiyoshi Nagai. Un’istituzione vera e propria nel mondo dei manga e degli anime giapponesi, il primo a disegnare enormi robot pilotati al loro interno dall’uomo. Mazinga Z contro Devilman, Mazinga Z contro il Generale Nero e Il Grande Mazinga contro Getta Robot sono gli episodi contenuti nella prima parte del film, che già prevedeva un sequel. Un filo conduttore unisce le avvincenti storie del protagonista in una trama sequenziale, proprio come gli episodi di una serie televisiva animata. Il giovane Ryo, coraggioso e turbolento pilota dell’uomo d’acciaio Mazinga Z, affronta i nemici più crudeli, creature mostruose che popolano una Tokyo dagli scenari post-apocalittici. Demoni infernali, mostri meccanici e alieni i suoi nemici, tutti animati da un obiettivo comune: la conquista del potere sulla Terra. Il vecchio e il nuovo si mescolano nelle fantasie dell’autore, che immagina antiche civiltà scomparse come generatrici di male (i Micenei furono creatori di giganteschi demoni meccanici, seppelliti da anni di storia e ricomparsi per annientare l’umanità), mentre soltanto la scienza e il progresso sono salvifici. Questa commistione di antico e moderno è affascinante; non poche figure mitologiche (nel primo episodio l’Arpia del mito classico, metà donna e metà aquila) vengono riprese da Go Nagai e attualizzate. Sopravvive la fiducia nel futuro, con protagonisti tutti poco più che adolescenti e antagonisti provenienti da epoche lontane. Al centro delle relazioni umane del film, c’è il tema dell’amicizia: i supereroi fanno fronte comune per sconfiggere il nemico e si respira un’aria da commedia dei buoni sentimenti. Non serve la scusa del cartoon come premessa del fatto che ci si rivolge a un pubblico infantile o, al massimo, adolescente: il manga in Giappone è un culto, soprattutto fra gli adulti, che ne apprezzano le tinte talvolta anche splatter o erotiche. Non c’è nulla di tutto ciò nelle relazioni tra i personaggi della prima parte del film e i dialoghi, a tratti banali, portano lo spettatore ad anticiparne le battute. Nel primo episodio fa la sua comparsa anche Devilman, eroe antitetico rispetto al protagonista. Espressione dell’ambiguità della natura umana, egli è un demone dalle sembianze umane, proveniente direttamente dagli inferi. Tutto nel manga di Nagai è ambiguo: mostri ermafroditi dal volto metà maschile e metà femminile, demoni infernali che diventano eroi, antiche civiltà riemerse nella loro forma più moderna e tecnologica. Proprio questa eterogeneità rende avvincente la trama e leggera la visione, meravigliando lo spettatore nonostante il disegno grossolano dalle tinte accese. Permane l’originalità di un prodotto unico nel suo genere, un classico tipico del fumetto giapponese degli anni ’70 dalle nostalgiche sfumature. Mazinga Z resta un progetto rivoluzionario, sempre piacevole da vedere, nonostante la semplicità dei suoi disegni. Go Nagai, visionario indagatore del demoniaco, amante delle antiche civiltà occidentali ed orientali, esplora il bene e il male che risiedono nell’animo umano.