Nel 1994 Michael Radford dirige Il Postino, ultimo film di Massimo Troisi. Dall'ambientazione sudamericana del romanzo di Antonio Skàrmeta, la trama si sposta all'estremità sud dell'Italia, in un'isola minuscola e meravigliosa. Qui, l'attore napoletano veste alla perfezione i panni del semplice e genuino Mario Ruoppolo, incastrato in un luogo che per lui non ha nulla di idilliaco, anzi è una prigione. Dove la sola risorsa è il mare l'unica prospettiva di vita è fare il pescatore. Ma il caso lo soccorre e Mario trova lavoro come portalettere a un solo destinatario dal nome illustre: il poeta Pablo Neruda (Philippe Noiret), in esilio in Italia a causa delle proprie idee politiche. Dietro al volto sbarbato del postino di Massimo Troisi si cela un'interiorità ricca e accesa, la curiosità del mondo ma anche la voglia di esprimersi e amare. Neruda solleva la passione di Mario per la poesia e - più ancora - il desiderio di essa, la necessità di evadere dalle abitudini millenarie che attanagliano l'isola in una dimensione di sussistenza senza tempo. I quotidiani incontri diventano l'occasione per il postino e il poeta di conoscere ed esplorare mondi rispettivamente sconosciuti e alleviare le proprie solitudini e il proprio senso di estraneità. E, dopo gli insegnamenti ricevuti dal poeta, sarà il postino a donare all'illustre amico il dono più importante: la propria vita, attraverso i suoni che la popolano. Nella crescita intellettuale di Mario si intrecciano motivi sentimentali e un'appassionata battaglia sociale. Poesia e politica. Mario si scontrerà con le ingiustizie perpetuate da ricchi e politici verso i pescatori, ma sempre con la sua proverbiale ingenuità infantile. Troverà anche il coraggio per dichiararsi alla bellissima Beatrice (Maria Grazia Cucinotta), che rimane incantata dalle sue "metafore". Riscoperto nelle sale cinematografiche nel 2014, Il Postino torna agli spettatori a vent'anni dall'uscita. Vent'anni dalla scomparsa di Massimo Troisi. L'attore napoletano non solo scrive il film, ma nel 1994 contribuisce anche alla regia, in collaborazione con Michael Radford. Una pellicola che, sin dalla sua uscita, era destinata a restare nel cuore degli spettatori. Un romanzo che ha fatto epoca, come prima testimonianza dell'importanza del ruolo di Neruda in Cile, diventa una pellicola forse meno legata all'attualità ma altrettanto dotata di magia. Il pensiero rivoluzionario e irruento del poeta Neruda assume maggiore potenza attraverso gli occhi umili del postino. Pablo regala a Mario, e a tutte le anime semplici come lui, un paio di occhiali attraverso cui guardare e inventare una realtà nuova. Il postino, aiutato dal poeta, scopre emozioni discordanti e informi per poter parlare e pensare meglio. In fondo, come intuisce Mario, "la poesia non è di chi la scrive, ma di chi se ne serve".