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Paranormal Xperience 3D

12/04/2012 11:00

Erika Pomella

Recensione Film,

Paranormal Xperience 3D

La storia è quella di un gruppo di studenti che, per evitare di studiare per un imminente esame, accettano l’invito del loro strano professore di partire alla v

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La storia è quella di un gruppo di studenti che, per evitare di studiare per un imminente esame, accettano l’invito del loro strano professore di partire alla volta della città fantasma di Whisper dove, anni prima, un medico – il dottor Matarga (Manuel De Blas) - massacrò torturandoli tutti i pazienti che avrebbe dovuto salvare. Angela (Amaia Salamanca), con una storia torbida alle spalle e un rapporto problematico con la sorellina Diana (Alba Ribas), decide di accettare la proposta del professore, e insieme agli amici e alla ricettiva Diana parte per Whisper, dove una serie di strani accadimenti porterà alla separazione tra scienza e superstizione.


Al suo esordio cinematografico, il giovane regista Sergi Vizcaino realizza un horror che, se da una parte cerca di cavalcare il fenomeno della saga di Paranormal Activity, dall’altra sembra avvicinarsi più all’estetica sanguinolenta di Saw – L’enigmista. Paranormal Xperience tenta di miscelare sapientemente i brividi di una ghost-story con il gusto dei torture-movie, dal già citato Saw fino al macabro Hostel. L’inesperienza del regista, tuttavia, si sente prepotentemente durante tutto il dispiegarsi della vicenda e si palesa anche attraverso un altalenante uso dei vari punti di vista, come se Vizcaino non sapesse scegliere quale prospettiva privilegiare per comunicare con un pubblico già avvezzo a storie di fantasmi vendicativi. La videocamera con cui uno dei protagonisti registra ciò che accade, in ultima analisi, diventa l’unico elemento oggettivo della diegesi; d'altra parte il regista cerca di restituire l’immagine di un mondo ambiguo, dove schizofrenia, superstizione e scienza convivono, senza permettere allo spettatore di dare una chiara definizione a quello che vede.


L’intento si scontra con una resa incerta e traballante che mostra tutte le sue fratture e le sue incoerenze, risultando piena di artifizi che rendono difficile – se non impossibile – portare lo spettatore a quello stato di ansia e angoscia che dovrebbe sempre accompagnare una fruizione di tipo orrorifico. Anche per colpa di un trucco tutt’altro che indovinato: il terribile e malvagio dottor Matarga sembra un miscuglio malriuscito tra uno sdrucito animale di pezza e Malocchio Moody, lo sconclusionato personaggio della saga di Harry Potter. Le crepe della regia – a cui si affiancano quelle di una sceneggiatura banale e poco coraggiosa – vengono ancora di più evidenziate da un utilizzo del 3D superfluo: fatta eccezione per un paio di strumenti appuntiti che sfrecciano verso gli spettatori, minacciandoli virtualmente, gli escamotage visivi non aiutano ad entrare nel mondo di Whisper, né a far provare un minimo di paura. La bella scena d’apertura, adrenalinica e spaventosa, è la prova che non sempre il buongiorno si vede dal mattino. Bastano pochi minuti e il film ha già dato il suo meglio.


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