Capita di rado che all’uscita di un film italiano si possa parlare di sorpresa ma è proprio il caso di Occhi blu di Michela Cescon, presentato al Festival di Taormina e ora riproposto a quello di Mantova: tra i film in gara si tratta dell’opera più azzardata e consapevole, oltre a essere meno frivola di quanto possa sembrare.
Roma, zona Piramide: un misterioso rapinatore sta mettendo a segno una serie di colpi mentre il commissario che segue il caso non riesce a trovare una pista.
Decide così di chiedere aiuto a un vecchio amico e collega, che da Parigi porta la sua esperienza ma anche l’ombra del proprio passato: tanti anni prima, proprio a Roma, la figlia aveva perso la vita investita da un assassino rimasto senza un nome.
«Devi partire dal traffico della città», ma sarà proprio lui, “il francese”, a risolvere in un colpo solo entrambi i casi, collegati fra loro: dietro il casco si nasconde una donna, che si muove con uno scooter diverso ogni volta, rubato e truccato da un uomo legato proprio al passato del francese.
In una Roma tra il noir americano e il polar francese, Cescon si diverte a giocare con gli stereotipi dei generi: la giunga d’asfalto, la metropoli notturna che è un groviglio di strade, il gusto per le geometrie (come le scale a chiocciola), la musica jazz.
Ci sono anche l’investigatore tormentato dal proprio passato e dal desiderio di vendetta (azzeccata la parte francese a Jean-Hugues Anglade) e naturalmente la dark lady, una Valeria Golino sospesa tra il cinema e il fumetto, un po' Eva Kant un po' Fujiko (e il commissario fregato dai falsi avvistamenti che si arrabbia come Zenigata sembra un altro omaggio a Lupin). Ma fumettistico è un po' tutto il film, dai titoli dei capitoli alle mappe, da una Roma un po' Gotham City alle corse in moto quasi in stile videogame: complice anche la scelta del cinemascope, con campi larghissimi e poca profondità.
Tra Wong Kar-wai e Luc Besson, Cescon mescola i codici del cinema e ne prende immagini vecchie e nuove. Occhi blu piacerà a cinefili e amanti dei film di genere, che si divertiranno a ritrovare i riferimenti dei quali la pellicola è disseminata; piacerà meno a un pubblico, come sembrava anche quello di Mantova, poco propenso a questo tipo di esperimenti.
Certo è che, al di là delle scelte stilistiche, pesa anche una sceneggiatura non priva di buchi, a tratti faticosa da seguire (anche se non così originale) e vittima di una scenografia debordante. Bella l’ultima sequenza, che risolve anche la vera protagonista e il significato di quegli “occhi blu”.
Genere: thriller
Paese, anno: Italia, 2021
Regia: Michela Cescon
Sceneggiatura: Michela Cescon, Marco Lodoli, Heidrun Schleef
Montaggio: Sara Petracca
Fotografia: Matteo Cocco
Interpreti: Valeria Golino, Ivano De Matteo, Jean-Hugues Anglade, Matteo Olivetti
Musiche: Andrea Farri
Produzione: Zachar Produzioni, Tu Vas Voir, Regione Lazio, Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo, DG Cinema
Distribuzione:I Wonder Pictures
Durata: 86'