Parte da un’idea forte Plan 75 dell’esordiente giapponese Chie Hayakawa: per risolvere il problema di sovrappopolazione legato al numero di anziani – il più elevato al mondo proprio in Giappone – il governo vara un piano che incoraggia l’eutanasia per coloro che abbiano raggiunto i 75 anni di età.
Sembra un soggetto per un film di fantascienza (Isaac Asimov aveva scritto più di cinquant’anni fa un racconto identico), anche se si appoggia su elementi di realtà che lo rendono familiare al nostro presente.
Un’anziana donna di nome Michi vive sola ed è costretta a continuare a lavorare per mantenersi. Plan 75 sembra dunque la via più semplice per risolvere i suoi problemi e insieme contribuire al benessere della comunità: una voce off ci ricorda infatti che il Giappone vanta una lunga tradizione di autosacrificio.
La donna prende contatto con il progetto, che prevede un percorso assistito e un ascolto telefonico quotidiano, tassativamente limitato però a soli 15 minuti.
Una delle impiegate vìola le regole ed entra in contatto con l’anziana donna, che a quel punto inizierà a dubitare della sua scelta. Nel frattempo un altro impiegato nel progetto scopre che uno degli anziani pronti a morire è un suo parente.
Plan 75 entra a buon diritto nel cinema distopico (potrebbe essere un film di Lanthimos tipo The Lobster, con atmosfere alla Blade Runner) ma privo di sorprese e povero di emozioni: a prevalere è un andamento trasognato, una specie di nuvola nella quale anche lo spettatore finisce per perdersi.
Con quell'attitudine tutta giapponese a mitigare dolori e contrasti, il film affronta il ciclo della vita come un cerimoniale, nel quale le questioni etiche relative all’eutanasia sono scalzate da quelle pratiche.
Hayakawa rappresenta qualcosa di sconcertante in un contesto di normalità, dove Plan 75 assomiglia al logo per una compagnia telefonica e la tv annuncia che «il progetto funziona così bene che il governo sta valutando di abbassare l’età a 65 anni».
Non un capolavoro, ma un film che merita una visione o meglio due, perché sono molti i dettagli che ne compongono il mood: le unghie tagliate messe nelle piante, l’entrata del bus nel tunnel sempre più buio, l’ultima telefonata dell’infermiera.
E attenzione al finale per gradi che parrebbe scontato, perché è la prima sequenza quella che in realtà chiude il cerchio e smonta tutte le certezze del progetto.
Genere: drammatico
Titolo originale: Plan 75
Paese anno: Filippine/Francia/Giappone/Qatar, 2022
Regia: Chie Hayakawa
Sceneggiatura: Chie Hayakawa
Fotografia: Hideho Urata
Montaggio: Anne Klotz
Interpreti: Chieko Baisho, Hayato Isomura, Stefanie Arianne Akashi, Taka Takao, Yumi Kawai
Colonna sonora: Rémi Boubal
Produzione: Doha Film Institute, Fusee Media, Loaded Films, Urban Factory
Durata: 112'