Abbiamo selezionato per voi i titoli più weird dello sceneggiatore e regista cervellotico per eccellenza: Charlie Kaufman
Quello che interessa a Charlie Kaufman è indagare la mente umana, osservarne (qualche volta, dall’interno) il bisogno umano di amore, la paura della morte, la necessità di essere qualcun altro. Ciò avviene con l’uso del surreale e del no-sense, unico mezzo che permette a Kaufman di indagare la realtà tramite un altro punto di vista.Â
I film scritti e diretti dall'autore newyorkese sono opere weird e complicate, eppure lo spettatore riesce a empatizzare in maniera profonda con i personaggi, a ritrovarsi e riconoscersi nelle storie sullo schermo. Abbiamo scelto 4 dei film più weird di Charlie Kaufman, due sceneggiati e due diretti, per capire cosa rende unico il suo cinema.
1) Essere John Malkovich, la prima sceneggiatura
La prima folgorante opera scritta da Charlie Kaufman è del 1999 e ha per protagonista, in moltissimi modi diversi, l'attore John Malkovich. È lo stesso Kaufman a dire «nessun altro nome suona così bene quando viene ripetuto tantissime volte. Insomma se bisogna entrare nella testa di una persona famosa nel 1999, la più interessante, strana e accattivante è lui»​. Con questo film entriamo nella mente di una persona famosa, raggiungibile... attraverso una porta.
Diretto da Spike Jonze - anche lui di weird se ne intende non poco - e prodotto da Michael Stipe (sì sì, quello dei REM), Essere John Malkovich è un mix di grottesco e drammatico, di romantico e surreale: tutti caratteri che diverranno la sua cifra stilistica del cinema di Kaufman.
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Il mondo, visto dalla prospettiva dei losers, è un'altra caratteristica che torna in tutte le sue storie. Il perdente, in questo caso, però è un burattinaio: e non un burattinaio qualsiasi, dal momento che mette in scena un poema come quello di Eloisa e Abelardo, uno dei passi preferiti da Kaufman dal momento che lo riprenderà anche in Se mi lasci ti cancello.Â
2) Una storia da Oscar: Se mi lasci ti cancello
In Se Mi Lasci Ti Cancello il poema Lettera di Eloisa ad Abelardo di Alexander Pope (1717) è utilizzato non solo come citazione ma da ispirazione per tutto il film, a iniziare dal titolo originale: Eternal Sunshine of the Spotless Mind, che potremmo tradurre come Infinita letizia della mente candida. La storia narrata da Pope è basata su un racconto medievale, un amore illecito tra un filosofo e la sua pupilla; il poema è la lettera che Eloisa scrive ad Abelardo, sull'amore per lui che ha dovuto reprimere. Sul dolore dato da questo sentimento e sull'invidia per il destino di chi riesce a dimenticare. Insomma, eccovi raccontato in poche righe Se mi lasci ti cancello.Â
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Nel film viene, inoltre, citato anche l'intero verso che racchiude in sè il titolo originale: «Com’è felice il destino dell’incolpevole vestale! / Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata. / Infinita letizia della mente candida! / Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio».
La domanda che lo sceneggiatore Charlie Kaufman e il regista Michel Gondry ci pongono è: cancellare ogni ricordo di infelicità equivale a essere felici?Â
Anche in questo film a interessare l'autore è il meccanismo della mente e del ricordo - in questo caso - di una relazione molto importante. Con la cancellazione della memoria vengono rimossi i momenti dolorosi, certo, ma anche quelli sereni. Come a dire che non c'è altro modo, per dimenticare la sofferenza, di sacrificare anche il bello delle nostre vite. Chi è disposto a farlo? Con questo capolavoro, Charlie Kaufman ha vinto l’Oscar alla Migliore Sceneggiatura Originale nel 2005.
3) Synecdoche, New York: un film da riscoprire
Nel 2008 Charlie Kaufman esordisce dietro la macchina da presa. La sua prima impresa è il film Synecdoche, New York. Nonostante la scrittura sempre illuminata di Kaufman e l’interpretazione memorabile di Philip Seymour Hoffman, il film è però un flop al botteghino: in Italia, addirittura, arriva solo nel 2014, dopo la morte di Seymour Hoffman. E ciò fa molto pensare, quasi ironizzare (con rispetto parlando), dal momento che Synecdoche, New York è proprio un film sulla morte. Raccontare la vita del protagonista, Caden Cotard, è un pretesto per raccontare il senso della vita e di conseguenza della morte, con tutte le paranoie, i timori, gli amori e le paure che ci stanno nel mezzo.
Il protagonista è un regista teatrale che vuole realizzare una rappresentazione sulla propria vita, per trovarci un senso e capire così se stesso. Kaufman crea un personaggio in crisi esistenziale per parlare di tutti noi: ecco la sineddoche del titolo, la parte per il tutto. E, quindi, come si fa a parlare della morte? Raccontando la vita.Â
4) Il ritorno alla regia: Sto pensando di finirla qui
L'ultimo film di questa nostra selezione è la più recente fatica di Charlie Kaufman, uscito per Netflix nel 2020. Da lui scritto e diretto, Sto pensando di finirla qui è un mix delle caratteristiche che abbiamo fino a qui visto del suo cinema: amore, surrealismo, introspezione, viaggio nella mente umana, tema della memoria. Sto pensando di finirla qui è un viaggio - reale e mentale - fatto di visioni (in molti hanno fatto confronti con David Lynch) che conducono alla propria consapevolezza.
È anche un film sul ricordo, sulla nostra immaginazione, su tutti i what if che ci portiamo dietro, sulle mille sliding doors della nostra vita. È di nuovo un film sulla complessità della mente umana, che mette in scena il mondo in cui i nostri pensieri viaggiano, vivono e crescono. Un mondo che solo Charlie Kaufman è stato in grado di portare sul grande schermo.
Weirdo è il podcast di Samantha Ruboni sui film strani. In ogni puntata racconta i titoli più weird e complessi del cinema recente, quei film che quando li finisci dici: cos'ho appena visto? Per ascoltarlo cliccate qui