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Dark: il segreto del successo della serie Netflix

26/06/2020 18:32

Samantha Ruboni

Netflix Original, Approfondimento Serie Tv, Film Fantascienza, dark, Film Germania,

Dark: il segreto del successo della serie Netflix

Nominata dagli utenti di Rotten Tomatoes come migliore serie tv originale Netflix, analizziamo Dark per capire come mai piace tanto al pubblico

 

 

 

Nominata dagli utenti di Rotten Tomatoes come migliore serie tv originale Netflix, analizziamo Dark per capire come mai piace tanto al pubblico

 

 

Dark è stata nominata dagli utenti di Rotten Tomatoes come migliore serie tv originale Netflix, sbaragliando la concorrenza di The Crown e Mindhunter. Nel finale ha superato persino Black Mirror, che aveva a sua volta già sconfitto Stranger Things. Ma a cosa si deve il successo di Dark? Analizziamola, per capire come mai piace tanto al pubblico.

La domanda non è dove, ma quando. Questa frase è apparsa sin dai primi trailer che introducevano Dark. La serie, di produzione tedesca, narra la storia della cittadina di Winden, paese disperso tra i boschi dove avvengono strane sparizioni di bambini. In particolar modo di Mikkel Nielsen (Daan Lennard Liebrenz), fratellino di un’amica di quello che possiamo considerare il protagonista della serie: Jonas Kahnwald (Louis Hofmann).

La sera del 4 novembre 2019 Magnus (Moritz Jahn) e Martha (Lisa Vicari), che dovrebbero badare al fratellino Mikkel, lo portano con loro per una bravata, insieme a Bartosz Tiedemann (Paul Lux). Si ritrovano nel luogo in cui Erik Obendorf, un ragazzo di Winden, è scomparso settimane prima: una grotta nel mezzo della foresta. Quando arrivano sul posto le torce iniziano ad andare a intermittenza e uno strano suono pervade l’intorno. Presi dal panico, i ragazzi scappano. Con loro c’è anche Jonas, che all’inizio è insieme a Mikkel, ma poi ne perde le tracce. E il ragazzino svanisce nel nulla. È questo l’inizio di Dark, creata da Baran Bo Odar e Janitje Friese, che già dai primi minuti tiene lo spettatore attaccato allo schermo. La serie, ambientata in una piccola cittadina con una storia intricata che gioca su mistero e viaggi temporali, è subito stata affiancata a Twin Peaks e Stranger Things; ma anche a film come Donnie Darko. Warmhole, viaggi temporali, ambientazione teen e una sorta di atmosfera vintage che riverbera lungo tutto gli episodi. Ma nonostante i vari richiami e rimandi, Dark è un prodotto unico nel suo genere.

 

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La trama è intricata, al punto che a volte bisogna mettere in pausa e in rewind per rivedere cosa è successo per capirlo fino in fondo. Dark si interroga su grandi domande filosofiche e etiche, come il libero arbitrio, il destino e il desiderio di conoscenza. È uno dei pochi show sul viaggio nel tempo con una logica solida e basi radicate nella fisica, nella meccanica quantistica e negli studi scientifici a riguardo.

Vengono portati avanti tutti i casi che costituiscono le problematiche del viaggio del tempo: dai paradossi alle dimensioni parallele, dai warmhole al problema dell’entropia. Di base la serie è basata sul principio di autoconsistenza di Novikov, una soluzione ai paradossi del viaggio del tempo che afferma che il passato e il destino sono immutabili. La volontà di ognuno di noi è soggetta al procedere del tempo e non si può far altro che assecondare gli eventi, secondo ciò che dice il paradosso di predestinazione. La macchina del tempo qui non è né una DeLorean né una Tardis, ma un labirinto di grotte che permette il collegamento alle varie epoche: 1953, 1986, 2019 e 2052, tutte separate da 33 anni di distanza. Ma è stata inventata anche una macchina del tempo “portatile”, una scatola di legno con degli ingranaggi all’interno, che permette a chiunque in suo possesso di poter saltare nel tempo senza dover trovare il passaggio nelle grotte.

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Non è facile entrare in empatia con i protagonisti di Dark. Tutti commettono errori e sbagli, chiunque ha uno scheletro nell’armadio; la cittadina, nonostante la facciata, è ricca di cospirazioni e segreti. Ed è proprio questo che tiene lo spettatore attaccato allo schermo: scoprire in ogni puntata un tassello diverso; man mano che la storia scorre e si evolve ci addentriamo sempre più nei segreti e nel marcio nascosto. Le famiglie sono alberi genealogici complessi, intrecciati tra personaggi del passato, del presente, del futuro; tra doppelganger e paradossi. Al punto che sul web si trovano decine di infografiche che spiegano come le varie famiglie siano strutturate e veri e propri siti dedicati alle spiegazioni delle vicende.

Ma proprio quando lo spettatore pensa di aver scoperto e (spera) di avere capito tutta la verità, succede qualcosa che fa ripensare a tutta l'ipotesi mentale. Ed è proprio questo il bello di Dark: con la sua atmosfera e le musiche perfette, sempre in tensione, genera una sensazione di costante sorpresa che permette di indagare insieme ai personaggi e di unire intere comunità di fan per tracciare ipotesi e congetture. Solo Twin Peaks, in passato, era riuscita a fare altrettanto.

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