Siamo pronti a vedere nelle sale italiane Paternal Leave e a scoprire Luca Marinelli attraverso gli occhi della moglie, esordiente regista?
Di che cosa parla Paternal Leave
Leona, detta Leo, è un’adolescente tedesca che scappa da Berlino, dove vive con la madre, per raggiungere in treno l’Italia. Arriva a Marina Romea seguendo un video sul suo telefono cellulare come un navigante segue le stelle per orientarsi, alla ricerca di un padre mai conosciuto, Paolo, un surfista romagnolo. L’incontro tra i due è carico di tensione e imbarazzo e, ad aumentare il disagio, contribuisce l’attuale situazione dell’uomo, alle prese con la ricostruzione del rapporto con la nuova figlia, la piccola Emilia, e la madre della bambina.

È tutto complicato per quell’uomo che, all’apice dell’immaturità, monta architettonici stratagemmi per mantenere nascoste le sue egoistiche bugie.
Nel frattempo Leo, che da una parte lo condanna e dall’altra lo perdona, conosce Edoardo, un ragazzo di paese con cui nasce una bella amicizia sulle deturpate spiagge romagnole, fino al momento in cui Leo, che continua a tenere nascosto alla madre il suo soggiorno italiano, dovrà tornare a casa. Ma fino alla fine del film è difficile prevedere come si evolveranno le circostanze.

Un film che torna al buon vecchio “Show, don't tell”
Tra i grandi punti di forza del film, oltre alla fotografia di Carolina Stone Crusher, merita di essere evidenziato lo stile narrativo della regista tedesca, un ritorno al più classico “show, don’t tell”, dove niente è didascalico e ogni singolo gesto o sorriso ci racconta qualcosa, e ci regala un tassello in più per comprendere la realtà.
Non si possono conoscere i personaggi se non dalle loro più piccole svolte nella geometria della scena, quasi sempre con un Mare Adriatico agitato nello sfondo, proprio come i cuori dei protagonisti.

Altra nota di merito è il tratteggio del personaggio di Edoardo, un adolescente sbagliato nel disegno del paese degli adulti. Il ragazzo è una piccola lucciola che illumina le ruspe dei ripascimenti: sorride a denti storti e parla un inglese fluente in tutta la sua fragilità; forse è gay ma questo non è importante agli occhi di Leo, che ha storpiato il proprio nome in un’accezione neutra. I due si incontrano a metà strada dei rispettivi dolori, entrambi causati da padri inadeguati, ma ciò non impedisce loro di volersi bene in modo sincero pur conoscendosi appena.


L'esordio di Alissa Jung
Quello di Alissa Jung è un esordio intrigante e intricato, a metà tra il suo passato e il suo presente, tra un cinema attuale e uno innovativo, una città e un paesino, l’italiano e il tedesco. Tra questi confini poco definiti si colloca la struttura portante della storia: il racconto di formazione. La dinamica padre-figlia si articola in modo interessante in questo genere dove l’incomunicabilità, spesso trainata dal carattere volitivo del più giovane, qua è causata da un’evidente immaturità del genitore, creando un cortocircuito non solo narrativo ma anche generazionale. È un’opera che non si posiziona poi così distante dalle tendenze contemporanee del coming of age (vedi Scrapper, premiato al Sundance nel 2023), dove il ribaltamento dei ruoli sembra ormai irreversibile. Il sentimento condiviso è nostalgia per lo sguardo infantile (superiore a quello adulto), oppure, è la sempre più palese difficoltà del diventare adulti nel mondo attuale?
In questa lontananza emotiva, del rapporto travagliato rappresentato metaforicamente dai fenicotteri rosa che abitano a Marina Romea, gli occhi blu di Marinelli non riescono a scaldarci, mentre quelli di Juli Grabenhenrich, ancora più azzurri, ci fanno commuovere. Perché loro sanno spiegare meglio delle parole, quasi anche meglio delle canzoni, e della chitarra acustica che intona la canzone di Giorgio Poi nei titoli di coda.
"E tu che poi riparti,
torna presto. Già mi va di rivederti".


Genere: Drammatico
Regia: Alissa Jung
Interpreti: Juli Grabenhenrich, Luca Marinelli, Arturo Gabbriellini, Gaia Rinaldi, Joy Falletti Cardillo
Paese, anno: Italia/Germania, 2025
Sceneggiatura: Alissa Jung
Fotografia: Carolina Steinbrecher
Montaggio: Vincent Assmann
Musiche: Dascha Dauenhauer
Produzione: Match Factory Productions, Wildside
Distribuzione: Vision Distribution
Data di uscita: 15 maggio 2025
Durata: 113 min