Due fratelli profondamente diversi, uniti da una viscerale passione per la boxe e dall’incondizionata ammirazione dell’uno per l’altro, rapporti familiari scomodi in un contesto sociale difficile, la volontà di riscatto e la consapevolezza di non potercela fare da soli: sono questi gli ingredienti di base di The Fighter, film di David O. Russell ispirato alla storia vera di Micky Ward e Dickie Eklund raccontata nell'omonimo libro di Bob Halloran. Dick Eklund (interpretato da uno strepitoso Christian Bale premiato con l’Oscar per l'interpretazione), è un decaduto eroe locale del sobborgo di Lowell, un ex pugile il cui apice della carriera è stato aver messo al tappeto il grande Sugar Ray Leonard nel corso di un incontro che ha segnato la sua vita e quella del suo fratellino Micky (Mark Wahlberg). Ma mentre Dick è in caduta libera verso la prigione dopo anni di abuso di crack, Micky è in ascesa verso un titolo dei pesi welter, che è stato il sogno mai raggiunto dal fratello. In una famiglia in cui la madre (interpretata da una bravissima Melissa Leo, fresca anche lei di Oscar per questa interpretazione) è stata manager dell’uno e dell’altro figlio e le sette sorelle le loro fan più scatenate, la sensazione montante in Micky è quella di non poter uscire dall’ombra di Dick, per il quale, nonostante i suoi eccessi, tutti sembrano stravedere. Inizialmente l’allontanamento, grazie anche all’incontro con Charlene (Amy Adams), sembra giovare a Micky, ma il pugile si rende conto che per fare il vero salto di qualità ha bisogno del supporto del fratello, l’unico in grado di dargli davvero quel qualcosa in più che serve per diventare grandi. The Fighter possiede tanti punti di contatto con gli altri esponenti del genere, ma capace di concentrarsi sui rapporti familiari catturando tutto il bene e tutto il male che da questi legami può scaturire: complice la strepitosa interpretazione di Bale e la prestazione di Wahlberg, i due fratelli risultano assolutamente convincenti ed è facile solidarizzare con la frustrazione di un Micky che sembra destinato a rimanere un perdente a vita, come d'altra parte rimanere affascinati dal delirante carisma di Dick che, seppur violento, drogato e pieno di sé, nutre un vero amore per il fratello ed è realmente convinto di agire per il suo bene anche nei momenti in cui lo mette maggiormente in difficoltà. Il film è accompagnato da un’azzeccata colonna sonora anni ’80, che trova in Here I go again degli White Snake il proprio pezzo simbolo: An' I've made up my mind I ain't wasting no more time An' here I go again on my own Going down the only road I've ever known Like a drifter I was born to walk alone Cos I know what it means To walk along the lonely street of dreams.