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Star Wars: L'ascesa di Skywalker

18/12/2019 11:00

Roberto Semprebene

Recensione Film, Star Wars,

Star Wars: L'ascesa di Skywalker

La saga, così come la conosciamo, trova la sua conclusione

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Con Star Wars: L'ascesa di Skywalker la saga, così come la conosciamo, trova la sua conclusione. Questo Episodio IX chiude non solo la terza trilogia ma, più in generale, un arco narrativo che abbraccia tre generazioni di Skywalker. E, nel farlo, apre idealmente il più longevo e potente universo transmediale esistente a nuove storie, nuovi personaggi, nuove avventure. È chiaramente difficile parlare del film senza rischiare spoiler: quello che si può dire è che J.J. Abrams, con il suo classico bricolage di rimandi e rielaborazioni, ha trovato il modo di omaggiare l’epica di Star Wars in un episodio conclusivo che non sfigura e trae il massimo possibile da nuovi e vecchi personaggi.


Come qualsiasi altro film della saga, anche Star Wars: L'ascesa di Skywalker porterà un’enormità di discussioni in seno a generazioni di fans: ma provando a vedere la trilogia come struttura a sé, il giudizio sull’operazione è complessivamente soddisfacente. La terza trilogia, nel suo insieme, aveva il difficile compito di avvicinare un pubblico nuovo a una saga storica, i cui primi episodi sono narrativamente molto distanti dai gusti e dagli approcci degli spettatori più giovani. I meccanismi utilizzati da J.J. Abrams e Rian Johnson sono probabilmente riusciti: gli ultimi tre film di Star Wars hanno il ritmo e l’impatto visivo che ci si aspetterebbe da prodotti di fantascienza della seconda decade degli anni 2000 e un gioco di rimandi alla storia della saga che riesce ancora a suscitare curiosità per un passato che non è solo quello dei personaggi, ma anche quello di parenti e genitori degli stessi spettatori. Rey e Kylo Ren, al netto delle iniziali perplessità, sono una coppia di protagonista/antagonista efficace, il cui legame è inedito per la saga ma al contempo molto riuscito, anche grazie a due ottimi interpreti come Daisy Ridley e Adam Driver.


La schiera di comprimari, vecchi e nuovi, è forse fin troppo nutrita, ma personaggi come Poe Dameron e Finn hanno saputo ritagliarsi il loro rilievo e BB8 è già un’icona che non sfigura accanto a R2D2 e C3PO. La ricchezza è forse il tallone di Achille di Star Wars: L'ascesa di Skywalker: i limiti temporali di un film - sebbene di 2 ore e 20 minuti - sono stringenti per un racconto che tira le fila di tante sottotrame, ma i momenti emozionanti che Abrams riesce ad inserire sono tanti e diversi tra loro: armonizzare tutti questi temi e gli intrecci, pretendendo anche di aggiungere nuovi personaggi limita chiaramente le possibilità di approfondimento. Resta però lo spazio per tante evoluzioni e per futuri film, ottenendo il duplice scopo di continuare ad alimentare il mito…e le casse della Disney!


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