Gene Wilder è il produttore, autore, regista e protagonista di questa opera. L’istrionico attore americano colpisce ancora nel 1977 con un’altra pellicola degna della sua eccelsa filmografia. Questa volta veste i panni di Rudy Valentine, nevrotico panettiere di Milwaukee che tenta la fortuna e si trasferisce a Los Angeles per diventare la risposta della Rainbow Productions alla bellezza di Rodolfo Valentino. Rudy ha solo qualche preoccupante ed esilarante problema: è affetto da qualsiasi tipo di tic, difetto che avrebbe scoraggiato qualsiasi aspirante attore del cinema muto ma non Rudy Valentine. Nel suo breve soggiorno a Los Angeles il protagonista incombe in moltissime disavventure ma, a sorpresa, trova l’appoggio dell’acerrimo nemico Rodolfo Valentino; soprattutto, quando l’adorata moglie Annie (Carol Kane), sedotta dalla folgorante bellezza dell’attore di origini italiane, vorrebbe tradire Rudy e scappare con l’originale. Tra gag esilaranti e la tipica comicità di Gene Wilder, elegante e raffinata, la pellicola conserva le caratteristiche di un film muto degli anni ’30 come se l’ambientazione reale del film contagi anche lo stile della regia. Molte scene, infatti, sembrano estrapolate direttamente da vecchie pellicole di Oliver Hardy e Stan Laurel. Al centro di ogni scena, però, c’è sempre lui: Gene Wilder, che questa volta si traveste dal più grande amatore del mondo e con le sue trovate semplici ma efficaci regala al personaggio un fascino di irresistibile ilarità. Ad accompagnarlo in questo viaggio nel tempo non c’è il fedele compagno Marty Feldman con il quale ha recitato in opere indimenticabili (Frankestein junior, Il Fratello più furbo di Sherlock Holmes) ma Dom DeLuise con il quale Gene Wilder ha duettato molte volte e grazie al quale il film ha un altro motivo di riso. Il più grande amatore del mondo è una classica pellicola di Gene Wilder, divertente, appassionata, intelligente e soprattutto, elegante e raffinata.