Sono passati 80 anni da quando il nazismo ha messo al bando l'arte definita “degenerata”, con la mostra itinerante del 19 luglio 1937. Negli stessi anni erano iniziate le razzie di opere d'arte da parte di Hitler e Goering, ossessionati dall'accaparrarsi i pezzi migliori delle collezioni (private e non), tentando allo stesso modo di distruggere ogni traccia delle cultura ebraica. Un interessantissimo e inedito documentario approfondisce una parte della nostra storia, mai veramente studiata a pieno. In sala solo il 13 e 14 marzo, Hitler contro Picasso e gli altri è un documentario di Claudio Poli che vuole evidenziare i due modi in cui il nazismo mise le mani sull'arte: tentando di distruggere ogni traccia di quelle opere definite "cosmopolite e bolsceviche" e attuando in Europa un sistematico saccheggio di arte antica e moderna. Con la mostra del 1937 a Monaco, itinerante in 12 città di Germania e Austria, vengono scelti i lavori delle correnti contemporanee non in linea con gli ideali di bellezza della propaganda nazista, esposta nella vicina Grande esposizione di Arte Germanica. Tra gli artisti all'indice Paul Klee, Oskar Kokoschka, Otto Dix, Marc Chagall, El Lissitzky. Da qui inizia il saccheggio di opere d'arte moderna e antica da parte di Hitler e Goering, che ha dato vita a una vera e propria rivalità tra i due, una corsa ad accapararsi il pezzo migliore. Le opere scelte da Hitler sarebbero divenute il nucleo originario per la nascita del, mai completato, Louvre di Linz: un museo ideale che avrebbe trovato sede nella città natale del Fuhrer. Le opere scelte da Goering, invece, divennero parte della sua collezione privata, conservata in una proprietà nella campagna berlinese: Carinhall. I soldi per gli acquisti provenivano dalle vendite in asta delle opere di arte “degenerata”, che provenivano dai musei dei territori occupati o da collezionisti ebraici, tra cui i Rosenberg e i Goudstikker. Sono storie che si trascinano fino al nostro contemporaneo, per questioni di lasciti ed eredità riguardanti opere ingiustamente sottratte. Caso emblematico è il caso di Cornelius Gurlitt, figlio ed erede di Hildebrand Gurlitt, uno dei mercanti d'arte più vicino al regime, che nel 2010 è stato trovato su un treno diretto a Monaco con 9.000 euro in contanti. Da qui iniziarono le indagini che scoprirono più di 1.500 opere dichiarate scomparse, per lo più di artisti “degenerati”. Sicuramente sono storie inedite, avvincenti e commoventi, che ci fanno sempre più apprezzare la ricerca e la passione per l'arte. Il documentario prende spunto nello specifico da 4 mostre – Arte degenerata del 1937; Gurlitt: Status Report del 2017; 21 rue La Boètie del 2017; Looted Art -Before, during and after WWII, sempre del 2017 – che diventano occasione di studio per questo particolare fenomeno del periodo nazista e ci permettono di fare il punto su ciò che è il tesoro trafugato. Il tutto viene narrato da un perfetto Toni Servillo, che rende le storie ancor più affascinanti e intriganti, e dalla musica di Remo Anzovino.