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Thor: Ragnarok

23/10/2017 10:00

Roberto Semprebene

Recensione Film, CineComics, Avengers, Marvel Comics, thor,

Thor: Ragnarok

Finisce l'epopea di Thor?

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Terzo film della saga di {a href=https://www.silenzioinsala.com/1296/thor/scheda-film}Thor{/a}, diretto da Taika Waititi, {a href=https://www.silenzioinsala.com/4585/thor-ragnarok/recensione-film}Thor: Ragnarok{/a} è il capitolo che segna definitivamente la retrocessione dei film dedicati al Dio del Tuono alla serie B degli eroi Marvel, quanto meno nei termini di coerenza interna e rispetto dei personaggi. Laddove la serie si era aperta con un doppio binario shakesperiano del conflitto fra Thor e Loki e dell’amore impossibile con Jane, già in {a href=https://www.silenzioinsala.com/2406/thor-the-dark-world/scheda-film}The Dark World{/a} c’era stata un’involuzione verso il mero film action, che ha trovato in questo film il proprio punto d’arrivo.


Fin dalle prime scene si comprende che la chiave comica avrà nel film un grande peso: il protagonista di Chris Hemsworth è un guascone, ormai pienamente consapevole della propria forza; gioca con gli avversari, fa battute, si diverte seppure sia animato da una piena consapevolezza del suo ruolo e da nobili intenzioni. Già in questa contrapposizione si percepiscono gli influssi di un post The Avengers che ha fatto virare un po’ tutto l’universo Marvel verso una chiave meno seriosa, di cui però l'eroe di {a href=https://www.silenzioinsala.com/4585/thor-ragnarok/recensione-film}Thor: Ragnarok{/a} è più vittima che interprete. La storia di quest'ultimo film mostra il protagonista e il fratello Loki uniti, loro malgrado, contro Hela (Cate Blanchett), Dea della Morte venuta a reclamare il trono di Asgard in quanto primogenita di Odino. La dea si rivela inizialmente troppo forte: così i due fratelli sono spediti sul pianeta Sakaar e Thor sarà costretto a diventare un gladiatore alla corte del Gran Maestro (Jeff Goldblum) e a combattere contro un suo certo amico verde ed enorme, cercando al contempo il modo di fare ritorno in patria per salvarla dalla malvagia sorella.


Situazioni surreali, fantascienza pop molto anni ’80, musica rock abusata e dialoghi con personaggi macchiettistici sono le cifre stilistiche di questo film, che però vive anche una sorta di schizofrenia fra una prima parte da Gladiatore in salsa fantascientifica e una seconda parte da epopea fantasy. A dispetto di incongruenze ed eccessi, il film diverte e intrattiene... ma non convince. Dà molto la sensazione che sia frutto di una mancanza di vere idee, che ha portato a mescolare tutta una serie di abbozzi e suggestioni, senza che si sia cercato di dare al tutto una struttura organica. Se la storia è un po’ pasticciata e l'eroe protagonista si barcamena fra eroismo e comicità, gli altri personaggi subiscono a loro volta un processo di “demenzializzazione”: Loki è diventato una spalla comica a tutto tondo, ha perso l’aura di malvagio (invero fortemente minata già a partire da The Avengers…) per aderire a quella di simpatica canaglia, capace di rendersi utile quando necessario e di non esagerare nella propria cattiveria. Hulk è un bambinone che su Sakaar si è liberato dell’ingombrante (per lui) presenza di Bruce Banner e si sente amato per fare quello che meglio gli riesce: spaccare roba e avversari. La crudele Hela, ennesima buona interpretazione di Cate Blanchett, è un personaggio piuttosto convenzionale nel suo essere cattivissima. Uno stanco Anthony Hopkins mette in scena un Odino pensionato, che tutto sommato è bene esca di scena; mentre Idris Elba rende Heimdall un credibile capo della resistenza su Asgard. Chiudono le new entry Tessa Thompson, una Valchiria adatta a comparire in un episodio di Fast & Furious e Jeff Goldblum, stralunato Gran Maestro perfetto per regnare sull’eccentrica popolazione di Sakaar.


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