Ettore (Fabrizio Bentivoglio), noto scrittore, decide di organizzare una rimpatriata per il suo compleanno. Quindi, riunisce la famiglia allargata in uno chalet di montagna tanto confortevole quanto isolato: prive di connessione internet e della più scontata tecnologia digitale, nove persone dovranno imparare a conoscersi e a comunicare. Christian Marazziti riporta sugli schermi la nomofobia (la paura di rimanere senza connessione e smartphone), sentiero già intrapreso dal suo collega Federico Moccia con Non c'è campo: stavolta, però, i toni sono più irriverenti. Ritroviamo tutti gli ingredienti di una commedia degli equivoci: la reunion forzata, la famiglia allargata, molti segreti nascosti e soprattutto la località sperduta - senza wifi - che costringerà le diverse generazioni a confrontarsi. La connessione un tempo non c'era, ma avevamo la chimica, le sensazioni, la (presunta) complicità fra persone. Christian Marazziti, con la collaborazione di Michela Andreozzi e Massimiliano Vado alla sceneggiatura, si chiede se queste sono peculiarità che abbiamo perso con l'avvento dei nuovi media. La risposta si ritrova in mezzo alle montagne, precisamente nella location di San Martino di Castrozza, dove caratteri diversi prendono fuoco facilmente, non appena manca internet. La socialità ci ha disabituato a socializzare e ormai - persino quando si litiga - lo si fa dietro una tastiera. Sconnessi riporta al centro di tutto l'individuo, prima ancora del mezzo di comunicazione. Non è una commedia contro il progresso, anzi. Mette in luce, a suon di battute, le possibili dipendenze dalla Rete. Per farlo, ripesca per protagonista uno scrittore - amante del vintage, che non sembra patire l'astinenza dal terziario avanzato - e lo mette insieme a figli, seconda moglie e parenti acquisiti con qualche ospite inatteso. Tutti schiavi dei social e rigorosamente connessi. Ecco, quindi, che un blackout diventa la goccia che fa traboccare il vaso: l'occasione di tornare a guardarsi negli occhi e, magari, dirsi anche qualcosa taciuto per anni. La parola d'ordine di questa commedia è leggerezza: si parte da una patologia sempre più frequente (non solo fra i giovani) per far sorridere. Anche i nomi che compongono il cast si prestano: Ricky Memphis, Stefano Fresi, Maurizio Mattioli. Ognuno, nel suo registro, ha la battuta immediata e così risultato sperato col minimo sforzo. Nota di merito per Benedetta Porcaroli che, nonostante la sua giovane età, si conferma la scelta adatta sia nella fiction tv (Tutto può succedere) che sul grande schermo (Perfetti sconosciuti). Sconnessi è un ritratto dei nostri tempi portato all'esasperazione: con un sorriso consapevole, ci fa sentire tutti coinvolti. Un film spudoratamente onesto, che riporta sul grande schermo situazioni familiari e sociali riscontrabili nel quotidiano. Lo specchio che si cela subito dietro i cristalli liquidi del nostro smartphone.