Chris (Steve Oram) e Tina (Alice Lowe), scrittore fallito e terapeuta per cani con madre bisbetica, innamorati e repressi della middle-class inglese, decidono di intraprendere un viaggio attraverso le Midlands. Durante l’on the road, Chris dà prova di una rabbia assassina verso i prepotenti, i maleducati e gli incivili, che sfocia in azioni omicide o solo sadiche in cui Tina viene lentamente trascinata. Solo dopo un’iniziale perplessità, la donna abbraccerà, con trasporto e progressiva morbosità, la filosofia del suo amante. British humor e una sceneggiatura surreale per il nuovo film di Ben Wheatley (Down Terrace, Kill List) di cui i due attori protagonisti sono anche gli autori. A partire da alcune idee realizzate per un corto e per alcuni brani destinati al teatro, Oram e Lowe si fanno creatori di due personaggi inseriti in una tradizione cinematografica che dal noir romantico verte all’horror e di nuovo ritorna al thriller e al tema della coppia comica. Ma se da una parte il film rivela, nella sua struttura, l’origine episodica per successione di gag e ripartizione in sketch, dall’altra esso cela - sullo sfondo di una campagna inglese di mesta bellezza - un’inquieta vicenda di nera comicità. Il titolo originario, Sightseers, molto più umoristico del brutto adattamento della distribuzione italiana, tenta di rendere, nella cornice del viaggio, l’equilibrio tra sentimentale e tragico, bilanciando la claustrofobica posizione esistenziale dei protagonisti con lo splatter tarantiniano della violenza fisica. Un film di ricezione più complessa di quanto possa apparire sotto il velo di humor e ritmo accelerato. Le intenzioni di Wheatley paiono ripartite in due: da una parte la satira crudele della decadente borghesia inglese, dall'altra una riflessione sulla morte, intesa come arma di difesa, come paradossale prova d’amore e come missione di riequilibrio di un mondo popolato da mostri, personaggi indigesti o solo fastidiosi. Da reietti di una società che li rifiuta e tratta da ultimi, attraverso il loro viaggio nel crescendo di violenza, Chris e Tina si riprenderanno il proprio posto di carnefici con la crudeltà efferata e spontanea che solo le vittime sanno avere. Diversamente dalle pellicole precedenti, Killer in viaggio cede molto della creatività del suo regista all'interpretazione brillante dei due attori/autori, perdendo in coerenza fra le parti e efficacia finale, ma guadagnando in umorismo nero e in gusto, con più di una sequenza esteticamente valida e una grandiosa colonna sonora revival, che dai Soft Cell conclude romanticamente su Frankie Goes to Hollywood.