Dopo aver raggiunto il successo grazie a pellicole come Le bidon d'or e Le père Lampion, e aver confermato il proprio talento artistico anche in campo drammatico, il regista Christian Jacque torna dietro la macchina da presa per dirigere Nathalie, un poliziesco dalle tinte soffusamente noir. Nathalie Richard (Martine Carol), stimata modella francese, viene ingiustamente accusata di aver rubato la preziosa spilla d'oro di una ricca signora borghese. Grazie al suo intuito, la ragazza scopre presto il vero colpevole ma, al momento di restituire il gioiello alla legittima proprietaria, la trova morta. Indagata anche per l'omicidio della donna, Nathalie si improvvisa detective e, supportata dall'agente Frank, che si innamora subito di lei, si mette sulle tracce dei criminali. Passi lenti, strascicati, colpevoli. Un'ombra opaca e malvagia si abbatte su una piccola cittadina francese che, incurante del pericolo, continua ad essere il centro propulsore di eventi mondani e di intrattenimento popolare. Una celebre sfilata di moda, frequentata dai maggiori esponenti della società altolocata francese diviene la scena di un crimine e, lentamente, si rivela il macguffin dell'intera vicenda: tra i camerini affollati del locale avviene l'incontro/scontro tra Nathalie e Frank, due cuori solitari, due giovani professionisti, due egocentrici lavoratori che amano le proprie carriere più di qualsiasi altra cosa. Un furto, un omicidio, una serie di vari misunderstandings rompono la monotonia delle loro vite e scatenano il motore principale dell'azione drammatica che si evolve in modo turbinoso e frenetico trasformandosi in una classica (dis) avventura poliziesca. Martin Carol, capace di incarnare quell'ideale di bellezza, grazia ed eleganza vivace e sbarazzina tipica degli ultimi anni '50, riesce a coinvolgere gli spettatori facendoli sentire parte integrante di una vicenda intricata e volutamente complicata. Nathalie, sotto l'apparente veste drammatica, si rivela una pellicola poliziesca dalle tinte leggere e velatamente noir che, strizzando l'occhio ai film di genere, riesce a ironizzare sulla presunta incapacità lavorativa del nazionale corpo di polizia.