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Final Destination Bloodlines (2025), la recensione: uno slasher ben riuscito, dedicato all'icona Tony Todd

20/05/2025 07:00

Marco Filipazzi

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Final Destination Bloodlines (2025), la recensione: uno slasher ben riuscito, dedicato all'icona Tony Todd

Final Destination Bloodlines è il sesto film della saga, ma è difficile capire se sia un rebooth, un requel o una qualsiasi altra definizione.

Lo slasher è un sottogenere horror dove un maniaco omicida insegue e uccide uno dopo l’altro un gruppo di persone, spesso adolescenti, spesso particolarmente fastidiosi. Inaugurato (per non dire inventato) da John Carpenter nel 1978 con Halloween, il filone è esploso negli anni ’80 dando il via a saghe lunghissime; film dalla trama pressoché uguale dove il vero elemento di fascinazione è la variegata fantasia con cui avvengono gli omicidi. 

 

Ed è il motivo per cui si riguarda più volentieri un capitolo a caso della saga di Nightmare piuttosto che uno di Venerdì 13: perché Freddy ti intrappola in un incubo dove può farti di tutto, dal manovrarti come una marionetta utilizzando i tuoi stessi nervi, al trasformarti in uno scarafaggio, al fonderti insieme alla tua motocicletta; Jason invece uccide a colpi di machete o poco più.

Nel nuovo millennio questa tradizione è stata portata avanti dalle saghe di Saw (non ditemi che non avete la vostra macchina di tortura preferita…) e Final Destination, che verte su un’idea tanto semplice quanto geniale: è uno slasher dove l’omicida che ti insegue… è la Morte! Un gruppo di protagonisti riesce a salvarsi da qualche disastro, che sia un incidente automobilistico o un’esplosione aerea o un malfunzionamento delle montagne russe, scombussolando i piani della Nera Mietitrice che poi andrà a prenderli uno dopo l’altro.

Una trama replicabile all’infinito, alleggerita dal fatto che gli sceneggiatori non devono fare salti mortali per dar senso al fatto che il maniaco, sconfitto sul finale del film precedente, deve ritornare in vita: qui c’è la Morte e come si suol dire, tutti noi siamo destinati a incontrarla prima o poi.

Di che cosa parla Final Destination Bloodlines

Final Destination Bloodlines è il sesto film della saga, ma è difficile capire se sia un rebooth, un requel o una qualsiasi altra delle definizioni che si danno ora per giustificare un nuovo capitolo… questo perché, ancor più rispetto ai film citati sopra, Final Destination è quasi una saga antologica. Puoi pescare un film qualsiasi e goderne anche se non ne hai mai visto nessun altro.

Bloodlines inizia con quella che è probabilmente la miglior sequenza della saga. Anni ‘60, una giovane coppia di innamorati si reca all’inaugurazione della Skyview Tower, un lussuoso ristorante posto in cima a una torre. Sin dal primo minuto, come da tradizione, la regia insiste su una serie di dettagli, di personaggi, suoni, scricchiolii amplificati, spargendo indizi sulle note di Ring of fire di Johnny Cash, lasciando presagire ciò che accadrà di lì a poco.

La linea di sangue del titolo è quella della protagonista, che avrebbe dovuto morire e invece, salvandosi, ha dato origine a figli e nipoti che non avrebbero mai dovuto nascere e ora vengono braccati dalla Morte che gli reclama.

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Uno slasher molto ben riuscito

Stessa trama fotocopia, stella logica di fondo e stesse regole del gioco, tanto basta a Final Destination Bloodlines per essere uno slasher godibilissimo, scorrevole, dal buon ritmo, che inanella una serie di morti ben congegnate e divertenti, condite da una buona dose di splatter (anche se eccessivamente digitale, a volte con una resa abbastanza scadente, il che potrebbe essere la sola grande pecca del film). Insomma, si rivela essere esattamente il film che ci si aspetta pagando il prezzo del biglietto!

Menzione speciale per Tony Todd

In chiusura una doverosa nota a margine per Tony Todd.  L’attore divenne un’icona dell’horror interpretando il ruolo di Candyman e nel resto della carriera non si discostò mai molto dal genere, militando in pellicole come Il Corvo, Wishmaster e la trilogia di Hatchet. 

 

Per Final Destination è stato una specie di marchio di fabbrica comparendo in 5 capitoli su 6, interpretando un personaggio misterioso che per qualche motivo sa esattamente cosa sta accadendo ai protagonisti e gli mette in guardia sulle regole da seguire. 

 

Ebbene, Tony Todd è morto lo scorso 6 novembre a causa di un tumore allo stomaco e ai tempi delle riprese era già gravemente ammalato.

“Sapevamo tutti che sarebbe stato l’ultimo ruolo che avrebbe interpretato in un film e il fatto che fosse proprio Final Destination lo ha reso un molto toccante” ha dichiarato il produttore Craig Perry a Deadline. “I nostri registi – Zach Lipovsky e Adam Stein – presero le battute che erano state scritte per lui, le cestinarono e dissero: Tony dì semplicemente ciò che vorresti dire ai fan. Perciò tutto ciò che vedrete in quella scena è autentico ed emozionante proprio perché quello è Tony che attraverso la macchina da presa parla direttamente ai fan che lo hanno supportato per così tanti anni. È stato un momento magico.”

La pellicola è infatti dedicata alla sua memoria e sì, è davvero straniante assistere alla scena avendo la consapevolezza di tutto ciò, e pensare che in qualche modo un film poco serio come Final Destination possa toccare emozioni tanto profonde. 


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Genere: horror

Paese, anno: USA, 2025

Regia: Adam Stein, Zach Lipovsky

Sceneggiatura: Guy Busick, Lori Evans Taylor

Fotografia: Christian Sebaldt

Montaggio: Sabrina Pitre

Interpreti: Alex Zahara, Anna Lore, April Telek, Brec Bassinger, Brenna Llewellyn, Gabrielle Rose, Jayden Oniah, Kaitlyn Santa Juana, Mark Brandon, Max Lloyd-Jones, Owen Patrick Joyner, Richard Harmon, Rya Kihlstedt, Teo Briones, Tinpo Lee, Tony Todd, Yvette Ferguson

Colonna sonora: Tim Wynn

Produzione: Fireside Films, Freshman Year, New Line Cinema, Practical Pictures

Distribuzione: Warner Bros.

Durata: 110'

Data di uscita: 15/05/2025

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