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One Life (2023), la recensione del film con Anthony Hopkins nei panni dello Schindler inglese

19/12/2023 10:00

Matilde Migliosi

Recensione Film, Festival, Festa del Cinema di Roma, Helena Bonham Carter, Film Drammatico, Film Biografico, Shoah, Film Regno Unito, Film USA, Film Storico, Anthony Hopkins, James Hawes,

One Life (2023), la recensione del film con Anthony Hopkins nei panni dello Schindler inglese

L’opera prima del britannico James Hawes tratta dal romanzo One Life: La vera storia di Sir Nicholas Winton, scritto da Barbara Winton, figlia del protagonista.

Dopo gli svariati successi televisivi, arriva al cinema l’opera prima del britannico James Hawes tratta dal romanzo One Life: La vera storia di Sir Nicholas Winton, scritto da Barbara Winton, figlia del protagonista. La pellicola è stata presentata in anteprima mondiale al Festival di Toronto e ha anche chiuso le proiezioni della Festa del cinema di Roma nella sezione Alice nella città. 

 

È la storia dello “Schindler inglese”, un agente di cambio che nel 1938 diede vita all’operazione di salvataggio Kindertransport, permettendo a 669 bambini ebrei (e non) di fuggire da Praga prima dell’invasione tedesca della Cecoslovacchia, alla volta dell’Inghilterra, salvandoli così da deportazione certa. 

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Nonostante l’impressionante gesto di altruismo, Sir Winton sentì l’esigenza di divulgare la vicenda solo nel 1988, attraverso la trasmissione televisiva That’s Life. Su YouTube è possibile visionare l’autentico filmato della BBC, dove il protagonista si commuove durante le riprese scoprendo di essere circondato da bambini divenuti ormai adulti grazie a lui.

 

Il film è diviso principalmente in due linee temporali. Una si apre nel 1938, dove un giovane Nicholas Winton porta a compimento la coraggiosa impresa; la seconda nel 1988 in cui un toccante Anthony Hopkins rende finalmente pubbliche le sue gesta. 

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Questi due archi narrativi hanno ritmo e fotografia completamente diversi, per rappresentare decenni in modo inconfondibile, e figurando scopi opposti di messa in scena.

James Hawes ha voluto riportare i fatti nella loro integrità, abbandonando elementi romanzati e qualsiasi istanza autoriale, sottraendosi, così, al timbro Hollywoodiano del cinema biografico. 

 

Si discosta in questo modo dal simile Schindler’s List (entrambi trattano del salvataggio di un gran numero di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale), ma il suo film regge il confronto con il più noto di Steven Spielberg: la storia di Winton, del resto, è poco nota e necessita ancora di farsi conoscere e commuovere il mondo. 

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Nonostante la realizzazione lineare e sottomessa ai fatti, le capacità dell’autore lasciano spazio a un forte senso di angoscia e di gratitudine, sentimenti chiavi per leggere il film.

 

Uno dei principali meriti della riuscita di One Life va al talento innegabile di Hopkins, che impreziosisce l’interiorità del protagonista evidenziandone forza e fragilità. Il Nick “anziano” non riesce a perdonarsi per non aver fatto abbastanza, il senso di colpa non gli permette di fare i conti serenamente con la vicenda e rivela tutta la sua insicurezza in una scena di pianto che solo il premio Oscar per The Father poteva rendere così coinvolgente.

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La vera poesia, che è stata sottratta al film, si trova in realtà dietro la macchina da presa, dove i figli dei bambini sopravvissuti si calano nei panni dei genitori; così la realtà racconta se stessa senza filtri o rielaborazioni. La scelta degli attori eleva notevolmente la famosa scena dove la conduttrice chiede «Qualcuno deve la sua vita a Nicholas Winton, per favore si alzi in piedi?»: alla chiamata oggi dovrebbero rispondere 6 mila persone, discendenti dei famosi bambini.

Quello girato è un racconto tremendamente attuale e lo stesso regista riconosce nell’impietosa politica internazionale di oggi il riflesso nell’iniziale atteggiamento ostile del Governo inglese del 1938. Hawes punta il dito contro la stampa e i politici di destra, affermando il suo pensiero con chiarezza: «Veniamo da tutto il mondo; è estremamente importante pensare in modo diverso, cambiare i nostri sistemi, i muri saranno sempre attraversati e infranti».

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La visione del film genera una riflessione necessaria che riprende il sottotitolo del romanzo originale, “La storia straordinaria di un uomo ordinario”, bisogna ridefinire gli obiettivi dei biopic e il significato di parole che prima davamo per scontato. La speranza ultima è che la storia vera di Sir Nicholas Winton possa aver toccato così tanto gli animi da domandarsi ogni sera: oggi cosa sono riuscito a fare di straordinario?


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Genere: drammatico, biografico, storico

Paese, anno: Regno Unito/USA, 2023

Regia: James Hawes

Sceneggiatura: Lucinda Coxon, Nick Drake

Fotografia: Zac Nicholson

Montaggio: Lucia Zucchetti

Musiche: Volker Bertelmann

Interpreti: Anthony Hopkins, Helena Bonham Carter, Romola Garai, Jonathan Pryce, Lena Olin, Johnny Flynn, Adrian Rawlins, Alex Sharp, Marthe Keller, Samantha Spiro, Samuel Finzi, Ffion Jolly

Distribuzione:Eagle Pictures

Produzione: See-Saw Films, MBK Productions

Durata: 110 min

Data di uscita: 21 dicembre 2023

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