Che cos'è la pazzia? Se lo chiede nel 1967 Susanna Kaysen (Winona Ryder): aspirante scrittrice, alle spalle una relazione illecita con un professore e un tentativo di suicidio mai del tutto spiegato. Così Susanna viene ricoverata al Claymoore Hospital, istituto di salute mentale dove le viene diagnosticato un disturbo borderline della personalità. Qui fa amicizia con le altre pazienti: Georgina (Clea DuVall), bugiarda patologica; l'isterica Daisy (Brittany Murphy), l'anoressica Janet (Angela Bettis) e la dolce Polly (Elisabeth Moss), vittima di una grave ustione sul volto. E soprattutto Lisa (Angelina Jolie), la leader dell'istituto. Intenso dramma psichiatrico al femminile, con protagonista una giovane e affascinante Winona Ryder e, attorno a lei, un cast di ottime attrici. Non solo il Premio Oscar Angelina Jolie, ma anche Brittany Murphy, Whoopi Goldberg e la futura star di Mad Men Elisabeth Moss. Ragazze interrotte è un film sulla follia, ma è anche un dramma carcerario. Soprattutto è un film sulla condizione femminile delle giovani donne sul finire degli anni '60. Il regista e sceneggiatore James Mangold non risponde della condizione di Susanna e delle sue compagne, ma offre ritratti appassionanti di situazioni ancora oggi attuali. L'anoressia, la violenza sessuale, l'alienazione: chi può dire se le protagoniste del film fossero già folli o lo siano diventate una volta rinchiuse al Claymoore Hospital? Del resto, come nella scena in cui le ragazze, guidate da Lisa, leggono i propri referti medici, provando a comprendere quello che è stato loro diagnosticato, formule come "isterismo", "promiscuità sessuale", "disturbo borderline" non hanno troppo senso in quella che, più che una casa di cura, sembra un luogo isolato dal resto del mondo, in cui nascondere/difendere le pazienti da un universo di pregiudizi, finte moralità e genitori che rifiutano di accettare le loro figlie "pazze". Tratto dal romanzo di Susanna Kaysen, Ragazze interrotte è un film che visto oggi, dopo Thirteen - 13 anni e dopo tutto il filone giovanile dei primi anni Duemila, appare ingenuo e a tratti anche un po' melenso. Ma si tratta comunque di un'opera pionieristica per il cinema al femminile; una rappresentazione parecchio fedele di alcune delle più oscure malattie dell'anima e della mente, come la depressione, la schizofrenia e il disturbo borderline. Trampolino di lancio per un gruppo di promettenti giovani attrici, resta indimenticabile l'interpretazione "folle" di una giovane Angelina Jolie, dai capelli di paglia e dalle labbra sempre screpolate.