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L'esorcismo di Hannah Grace

01/02/2019 12:00

Marcello Perucca

Recensione Film,

L'esorcismo di Hannah Grace

L'esorcismo di Hannah Grace non è un horror completamente sbagliato

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I film horror che parlano di esorcismi sono oggetto, per lo meno da cinquant’anni a questa parte, di una non frequentissima ma costante produzione. L’esorcista, che sin dai tempi della sua uscita divenne un vero e proprio cult, può essere considerato una delle vette più alte raggiunte; anche se precedentemente, proprio nel nostro paese, Brunello Rondi aveva realizzato (l'anno è il 1963) Il demonio, film di grande qualità, oggi purtroppo dimenticato. A rimpolpare il filone arriva nelle nostre sale L'esorcismo di Hannah Grace del regista olandese Diederik Van Rooijen: per la promozione di questo film in Italia è stata addirittura ricreata, in un centro commerciale di Roma, una stanza con un finto prete esorcista e una finta posseduta; e candid camera a filmare le reazioni degli ignari e stupiti visitatori.


Sin dall’incipit piombiamo in una situazione da incubo: due esorcisti tentano, inutilmente, di esorcizzare Hannah Grace, una giovane donna posseduta dal demonio. Uno dei due preti verrà ucciso e l’altro miracolosamente salvato dall’intervento del padre della ragazza, che stava assistendo - disperato - al rito di purificazione, e che giungerà a soffocare con le sue stesse mani la figlia indemoniata. Poi, con un salto temporale in avanti di tre mesi, la scena si sposta presso la camera mortuaria del Boston Metro Hospital. Qui prende servizio per il suo primo giorno di lavoro Megan, una giovane ex poliziotta che ha dovuto abbandonare l’uniforme per un trauma sul lavoro che l’aveva fatta sprofondare nella dipendenza da alcol e psicofarmaci. Megan, che viene destinata al turno di notte da svolgere in completa solitudine, non teme di lavorare in un posto così lugubre: è convinta che quando uno muore, muore e basta. Dovrà ricredersi di fronte al cadavere di una giovane il cui corpo è stato martoriato con il fuoco e con profonde ed estese mutilazioni. L’identità della morta si rivela essere proprio quello di Hannah Grace, il cui corpo risorge e si rigenera ogni qual volta uccide. Ovviamente la lotta per la sopravvivenza da parte di Megan si farà durissima quando si renderà conto che quel corpo sfigurato non è solo quello di una morta, bensì qualche cosa di terribile e di disumano.


L’azione si svolge, per la quasi totalità, nell’inquietante obitorio posto nel sotterraneo dell’ospedale, dove l’illuminazione spesso viene a mancare. Megan, nella solitudine della notte, accoglie, fotografa e registra i cadaveri. Tutto contribuisce a creare un clima claustrofobico che provoca nello spettatore un certo senso di disagio, che cresce allorché giunge il cadavere – o presunto tale – di Hannah. Megan si ritroverà così ad affrontare da sola il demone che si cela nel corpo della ragazza martoriata, proiezione visiva dei traumi personali che la attanagliano e dai quali tenta, faticosamente, di guarire. Dovrà percorrere un faticoso cammino fatto di tenebre, paura e morte che, se superato, le permetterà di rivedere la luce.


L'esorcismo di Hannah Grace non è un film completamente sbagliato. Pur riproponendo gli stilemi classici del genere, offre un diverso sviluppo della trama rispetto ai suoi predecessori. Infatti, laddove normalmente l’esorcismo è l’atto finale di un percorso che vede la persona posseduta sprofondare lentamente agli inferi, nel film di Van Roijen accade l’esatto contrario. Qui il rito della liberazione dal demonio avviene subito, con tutto il suo corollario classico di volti trasformati, vomito, voci femminili che si trasformano in suoni belluini. Con la sua ambientazione lugubre riesce a indurre nello spettatore una certa dose di tensione. Tuttavia lo scarso approfondimento delle psicologie dei personaggi, la totale mancanza di una riflessione su quella che può essere considerata come l’eterna lotta fra il Bene e il Male, una trama decisamente esile e inconsistente, pongono L'esorcismo di Hannah Grace a un livello ben al di sotto dei suoi illustri predecessori relegandolo, essenzialmente, a un mero prodotto di intrattenimento.


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