Dopo il successo ottenuto con il precedente lungometraggio I miserabili, il regista francese di origini maliane Ladj Ly firma il suo nuovo film Gli indesiderabili, che esce nelle sale italiane distribuito da Lucky Red.
Anche in questo caso la vicenda è ambientata in una delle banlieu parigine ad alta concentrazione di immigrazione originaria dell’Africa.
In questo caso però - a differenza del precedente film, ambientato e girato a Montfermeil, realtà in cui il regista è cresciuto e del quale conosce bene le dinamiche sociali e le varie problematiche - nel caso de Gli indesiderabili è Montvilliers la città che fa da sfondo alle vicende narrate: un luogo volutamente fittizio, a significare l’universalità delle drammatiche storie che si sviluppano in questo luogo inventato.
Episodi di sopraffazione, di arroganza da parte di chi detiene il potere, di violenza della polizia perpetrata nei confronti di chi è più debole e cerca di far valere i propri diritti.
L’incipit del film ci dà già l’idea di quello che dovremo aspettarci: con le riprese di un drone, lentamente, ci avviciniamo a un immenso casermone di dieci piani, il “Batiment 5”, che è anche il titolo originale del film. La ripresa a volo d’uccello evidenzia in maniera inequivocabile il contesto sociale e urbano in cui si svolge l’intera vicenda.
È qui, nell’Edificio 5, che vive Haby Keita (Anta Diaw), giovane francese nera di seconda generazione che lavora in un centro in cui si fornisce assistenza alla comunità. Un giorno Haby si rende conto delle intenzioni del neosindaco Pierre Forges (Alexis Manenti), pediatra borghese e dalle pulsioni reazionarie, spalleggiato dal suo vice Roger Roche (Steve Tientcheu): per mero interesse speculativo, il politico vuole cacciare tutti gli abitanti del “Batiment 5” e abbattere l’edificio. Haby intraprende allora una feroce battaglia per evitare che ciò avvenga.
Gli indesiderabili, con le sue molte storie che si intrecciano, è un film politico che sottolinea la necessità di recuperare nuova linfa per lottare contro i soprusi e le sopraffazioni.
Linfa che, nel caso specifico, viene fornita da Haby: pur con i poveri mezzi che ha a disposizione, è dotata di una ferrea volontà e decide che è giunta l’ora di organizzarsi. La ragazza diventa così l’ultimo baluardo contro la disillusione imperante che spinge le persone ad accettare ogni vessazione senza reagire o, al contrario, a sfogare la rabbia in gesti violenti e inconcludenti, come accade all’amico di Haby Blaz (Aristote Luyindula).
Il film - che contiene alcune scene altamente a effetto, ad esempio quella dello sgombero dell’edificio - è arricchito della fotografia di Julien Poupard che, soprattutto nei momenti di massima concitazione, bracca i protagonisti con la camera a mano aumentando la percezione del disordine e della precarietà.
Un’opera che conferma la bravura di Ladj Ly nel tracciare un ritratto della società attuale, in cui sempre di più aumentano le diseguaglianze fra chi detiene il potere e chi lo subisce. Un film che non può lasciare indifferenti, soprattutto in questa particolare e drammatica fase storica.
Genere: drammatico
Paese, anno: Francia, 2023
Regia: Ladj Ly
Sceneggiatura: Ladj Ly, Giordano Gederlini
Fotografia: Julien Poupard
Interpreti: Alexis Manenti, Anta Diaw, Jeanne Balibar, Steve Tientcheu
Distribuzione: Lucky Red
Produzione: Le Pacte, Rectangle Productions, Srab Films
Data di uscita: 11 luglio 2024