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The Sisters Brothers

04/09/2018 11:00

Valentina Pettinato

Recensione Film,

The Sisters Brothers

Un western di formazione, in una natura fredda e inospitale

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Jacques Audiard presenta in concorso al 75esimo Festival di Venezia il suo ultimo lavoro, primo in lingua inglese. The Sisters Brothers è un western originale, che mostra in maniera delicate le fragilità di due fratelli (John C. Reilly e Joaquin Phoenix) alle prese con la propria storia personale in un lontano West duro e sanguinoso.Siamo in Oregon nel 1850. Tra villaggi che si adattano ad accogliere piccoli elementi di civiltà e modernità (il dentifricio, lo sciacquone in bagno) ha luogo la storia dei fratelli Sisters. Sono spietati, brutali, e per soldi sono disposti a far fuori chiunque. Mercenari a servizio del Commodoro, vengono pagati per catturare il detective Morris (Jake Gyllenhaal), che sta pedinando un chimico cercatore d’oro “colpevole” di aver scoperto una formula per trovare più facilmente dei filoni.


Girato tra Spagna e Romania, questa bellissima favola per duri è un racconto introspettivo ma anche ironico su due uomini alle prese con il loro rapporto di fratellanza e col senso della vita. Ma dentro c’è anche di più: c’è una transizione, quella da un mondo con poche e discutibili regole verso una società che adotta una dimensione più civile; in cui gli uomini sono chiamati a una scelta di campo, adattarsi alla convivenza democratica o soccombere alla legge del più forte. Questo passaggio da dimensione umana a riflessione generale è uno degli aspetti più poetici e intimisti di questo western: un’opera inaspettata da un regista come Jacques Audiard.


Traendo ispirazione dal romanzo di Patrick Dewitt, il regista introduce nella messa in scena tutti i personaggi che caratterizzano l’epoca, con un sarcasmo brillante esaltato da un bellissimo script. Anche la caratterizzazione dei fratelli protagonisti è molto interessante: uno buffo e sensibile, l’altro irruento e fuori controllo; rappresentano due punti di vista differenti, quelli del film, in cui cedere ai tempi che corrono può rappresentare un’alternativa a una vita fuorilegge. È attraverso le loro azioni antitetiche che viene esasperata la dialettica tra brama personale e società civile, fino all’epilogo finale, in cui una delle due dimensioni avrà la meglio, ma non per sempre. The Sisters Brothers parla di alleanza tra apparenti nemici, di tornaconto che si trasformano in umanità. Le vicende dei fratelli e dei comprimari, che si intrecciano fino a fondersi, danno un ritmo avvincente alla storia, esaltata dalle musiche di Alexandre Desplat. Un western di formazione, in una natura fredda e inospitale: quella geografica, ma anche quella umana.


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