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Passengers

23/12/2016 12:00

Riccardo Tanco

Recensione Film,

Passengers

Starship Avalon è un'astronave in viaggio dalla Terra alla Colonia Homestead II...

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Starship Avalon è un'astronave in viaggio dalla Terra alla Colonia Homestead II. A bordo ci sono 5269 persone in sonno criogenico. Due di loro, James Preston (Chris Pratt) e Aurora Lane (Jennifer Lawrence), si svegliano novant'anni prima del previsto a causa di un malfunzionamento, rimanendo così bloccati all'interno dell'astronave.


Due anni dopo aver diretto The Imitation Game, biopic sulla figura di Alan Turing, il regista norvegese Morten Tyldum torna dietro la macchina da presa con il suo quinto film in carriera, Passengers, con protagonista la coppia composta da Chris Pratt e Jennifer Lawrence. Ambientato in un non precisato futuro prossimo, Tyldum realizza un'avventura fantascientifica che guarda - seppur da lontano - a vari archetipi del genere, cercando di virare gli stilemi della fantascienza attraverso un immaginario high-tech e contemporaneo, dalle atmosfere miste tra citazioni della comune fantascienza e una messa in scena dalle atmosfere asettiche.


Nella prima parte, il film pare prendere il sentiero di un surivival movie nello spazio, dove l'unico protagonista in scena - l'ingegnere Preston di Chris Pratt - si ritrova sveglio novant'anni prima del previsto, alternando momenti non sempre riusciti di dramma e ironia. Ma quando entra in scena anche l'Aurora Lane di Jennifer Lawrence, Passengers diventa una sorta di thriller psicologico tra due personaggi bloccati nell'astronave, senza che però la scrittura e la regia premino sulla tensione o su aspetti meno preventivati della vicenda. Purtroppo è questa confusione di toni e giravolte narrative a rendere Passengers un film che nelle intenzioni vorrebbe ambire alla sorpresa continua, ma si dimostra un'opera in crisi d'identità che sfiora tutti i generi citati per poi marcare su tonalità da action inserendo anche un'anima da storia sentimentale. Neanche la sceneggiatura ricolma di colpi di scena, comunque ampiamente prevedibile, riesce a dare il giusto ritmo a un film schizofrenico nelle sue componenti e che racconta poco. Una love story action, gestita come un mix poco efficace dei recenti The Martian e Gravity, senza però la necessaria lucidità cinematografica e di sguardo.


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