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A Single Man (2009): il debutto sul grande schermo di Tom Ford

26/12/2009 12:00

Marco Etnasi

Recensione Film, Film LGBT,

A Single Man (2009): il debutto sul grande schermo di Tom Ford

Il debutto sul grande schermo di Tom Ford

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Una macchina capovolta su un fitto strato di neve. Una ruota gira ancora. A terra il corpo esanime di Jim. È ferma a quel giorno la vita di George Falconer (Colin Firth) quando per un incidente stradale perde, dopo 16 anni, Jim, suo eterno amore. Incapace di reagire ad una scomparsa cosi drammatica e inaspettata, George è solo e vive la sua vita passando di abitudine in abitudine. Si sveglia da notti insonni, si lava, si veste, prepara e mangia un toast e si reca all’università di Los Angeles dove tiene un corso di inglese. Una mattina però il pensiero che balenava nella sua mente dal triste giorno della scomparsa di Jim diventa una certezza: non ha senso vivere cosi. Intento a porre fine alla sua vita, una normale giornata si trasforma in un momento per riflettere sul significato ultimo dell’esistenza. Le uniche due persone che possono dissuaderlo – anche se all’insaputa del suo mortale piano – sono Charlotte (Julianne Moore), sua migliore amica sin dai tempi del college, e Kenny (Nicholas Hoult), studente sensibile e molto acuto.

 

Presentato alla 66° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, A Single Man segna il debutto sul grande schermo di Tom Ford, stilista e Creative Director di alcune delle più importanti griffe nel panorama mondiale. Tratto da "Un uomo solo" di Cristopher Isherwood, A Single Manè un film lento, ragionato, profondo, romantico. Un inno alla vita che sale di volume con il passare dei minuti fino all’esplosione – o meglio implosione – finale, grazie all’ottima chiave di lettura di Ford ed alla poliedrica fotografia firmata dallo stesso regista. A impreziosire ulteriormente la pellicola è la sontuosa interpretazione di un Colin Firth che riesce a rappresentare in maniera egregia un personaggio a tutto tondo come George Falconer, in un film incentrato profondamente sulla piena conoscenza del protagonista della storia. Splendida per la sua innata naturalezza, Julianne Moore è la vera chiave di lettura di un film che parla di solitudine e del prezzo che si paga nel tentativo di sfuggirvi.

 

 

Altro elemento di interesse del lungometraggio "griffato" Tom Ford è la colonna sonora, quasi sempre presente col suo alternarsi di pezzi strumentali e canzoni che riproducono appieno lo spirito di quegli anni ’60 colmi di avvenimenti epocali. Un film che sicuramente farà parlare molto di sé, soprattutto per il modo in cui riesce a far emergere da una storia cosi drammatica e colma di pathos come quella di Falconer, quei piccoli momenti che fanno della vita di un uomo un bene irrinunciabile e unico.

 

 

 

 

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