Abel Morales (Oscar Isaac) è il proprietario della Standard Heating Oil Co., una compagnia che distribuisce olio sulla cresta dell'onda. Poco dopo aver siglato un importante accordo finanziario con un gruppo di ebrei chassidici, l'uomo si trova improvvisamente di fronte a un gran numero di difficoltà: i federali hanno infatti avviato un'investigazione sulla sua società e i camion trasportanti la materia prima vengono derubati da sconosciuti, che non esitano a commettere violenze contro gli autisti dei mezzi. In seguito a un possibile procedimento penale a carico della compagnia, anche la banca rifiuta il prestito concordato in precedenza, mettendo Morales e la sua famiglia in una situazione difficilmente recuperabile. Opera intensa ed impegnata, 1981: Indagine a New York ha il sapore di un'epica sociale oscura e coraggiosa che può riportare alla memoria il Cinema del miglior Sidney Lumet. Epopea privata che attraversa le tenebre per ritrovare la luce, la terza regia di J.C. Chandor riporta alle atmosfere intimamente serrate della sua opera d'esordio, Margin Call (2011), ambientata nel panorama finanziario. E anche in quest'occasione i soldi contano, eccome, ma il significato che sta alla base del racconto si fa molto più profondo e vibrante nel percorso di un uomo pronto a tutto, anche a perdere ogni cosa, pur di mantenere fede ai suoi princìpi. Due ore il cui ritmo è in una sorta di perenne stasi nella quale, sottotraccia, ribolle una passionale grinta latente, lasciata a briglia sciolta soltanto nella splendida sequenza dell'inseguimento, carica di crescente tensione emotiva. Questa costante sensazione di trattenuto orgoglio si rispecchia alla perfezione nella magnifica prova di Oscar Isaac, interprete che ormai non deve dimostrare più niente, capace di trasmettere pulsanti emozioni anche solo attraverso lo sguardo. Protagonista assoluto di un cast strepitoso, con la bellezza sinuosa e magnetica di Jessica Chastain come fiore all'occhiello, l'attore di origini ispaniche è l'alpha e l'omega di una pellicola poderosa, crudele e spietata come lo era il mondo degli affari dell'allora (e più che mai anche dell'oggi) contemporaneo filmico, che fa di uno stile semplice e complesso al contempo il miglior mezzo per veicolare, senza scadere mai in facili espedienti o retoriche di sorta, una storia tesa e maestosa di raro vigore cinematografico.