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Guida Tascabile per la felicità

07/11/2014 12:00

Erika Pomella

Recensione Film,

Guida Tascabile per la felicità

David (Kodi Smit-McPhee) è un ragazzino timido e silenzioso, che passa il tempo con i suoi migliori amici, facendo bird-watching...

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David (Kodi Smit-McPhee) è un ragazzino timido e silenzioso, che passa il tempo con i suoi migliori amici, facendo bird-watching. La passione per questo hobby inusitato gli è stata trasmessa dalla madre, ricercatrice da poco scomparsa. Attraverso il bird-watching David cerca di elaborare il lutto, mentre cerca di non impazzire all’idea che suo padre (James Le Gros) stia per risposarsi con l’infermiera della moglie defunta. Quando si imbatte in un’anatra che sembra appartenere a una razza estinta, David organizza una spedizione con i suoi amici proprio nel week-end in cui suo padre dovrebbe andare all’altare.


Presentato all’interno di Alice nella città, sezione autonoma della nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, Guida Tascabile per la felicità è una pellicola finemente realizzata, attenta a rispondere a determinati canoni del bildungsroman per ragazzi: l’intero racconto si basa infatti su stereotipi del genere, che permettono alla storia di avanzare in modo più o meno spedito verso lo scontato finale. Lo spettatore si trova così di fronte ad un’avventura che odora di deja-vu, in cui dominano i buoni sentimenti e l'ottimismo. David è un ragazzino timido e silenzioso, che trova la parola solo quando è con i suoi amici. La morte della madre l’ha devastato al punto che non riesce ad andare avanti, perché non sa quali strumenti utilizzare per archiviare il dolore e un vuoto così profondo che rischia di inglobare qualsiasi cosa. Ma David è anche un adolescente che ha bisogno di crescere, di superare i suoi ostacoli, di trovare un percorso diretto verso il suo futuro perché, semplicemente, la vita non finisce a quattordici anni.


Quando l’avventura nei boschi comincia, il film – seppur non rinunciando mai al sentiero sicuro dei topoi narrativi – alza il livello, divertendo e facendo sorridere anche lo spettatore più avulso a questo tipo di affabulazione. Il merito va soprattutto ai personaggi di secondo piano. Non solo il professore alla ricerca di successo - interpretato magnificamente da Ben Kingsley - ma anche il piccolo microcosmo di amici: dall'asmatico che sogna di mostrare il proprio coraggio a quello pieno di smanie e vanterie, che però viene bistrattato dalla bella di turno. Una sorta di Regno di Oz rivisto e corretto, che piacerà ai giovani spettatori cui il film è destinato.


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