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Gabrielle - Un amore fuori dal coro

10/06/2014 11:00

Aurora Tamigio

Recensione Film,

Gabrielle - Un amore fuori dal coro

Gabrielle (Gabrielle Marion-Rivard) soffre della sindrome di Williams ma è giovane, vivace ed è dotata di uno straordinario talento musicale...

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Gabrielle (Gabrielle Marion-Rivard) soffre della sindrome di Williams ma è giovane, vivace ed è dotata di uno straordinario talento musicale. Quando si innamora di Martin (Alexandre Landry), che canta con lei nel coro del centro ricreativo che entrambi frequentano, la ragazza dovrà fare i conti con i limiti e le possibilità che la sua disabilità le pone, provando a partecipare ad un importante festival di musica e a divincolarsi dalla stretta protettiva della famiglia.


Con una sensibilità che non ha niente di ordinario e con un’audacia funambolica da opera seconda, la regista canadese Louise Archambault dirige una pellicola delicata ma ben temperata, che in punta di piedi percorre il filo sospeso fra finzione e documentario. Raccontando la disabilità a partire non dai suoi limiti ma attraverso l’eccezionalità del talento artistico, dono che neanche un ritardo mentale può sopire, la Archambault coglie proprio da una delle più famose accademie d’arte dedicate a talenti affetti da handicap gli interpreti del suo film, a partire dalla protagonista, una prova di intensità fuori dal comune. Gabrielle Marion-Rivard proviene nella realtà da un’accademia d’arte simile a quella ritratta nel film, il canadese Centro di Arti dello Spettacolo Les Muses: qui studia le discipline del canto, della musica, della recitazione e qui trova il proprio luogo creativo, la cui rappresentazione filmica porta inevitabilmente con sé un’ingente dose di verità. Nella messa in scena dei sentimenti di finzione come di una reale comunicazione al pubblico della condizione dell’handicap psichico, i protagonisti si destreggiano con un’immediatezza spiazzante. Prima ancora delle difficoltà, dei pregiudizi del difficile liberarsi dalla stretta protettiva – ma soffocante – dei propri cari, la storia d’amore e di passione per la vita di Gabrielle e Martin racconta una vicenda umana di straordinaria atipica positività e di gioiosa tensione artistica. Gabrielle è un film che sferra nell’anima del suo quieto spettatore colpi delicati ma aguzzi, risultando al contempo impercettibili e profondi. È soprattutto la dolcissima attrice protagonista a regalare al personaggio di Gabrielle – un’eroina inconsapevolmente affascinante - la spontaneità che la rende caparbia ancor più che timorosa: un soggetto intorno al cui volto luminoso - dall’espressività caleidoscopica - la regista può dedicarsi nelle inquadrature più virtuose. Anche nei momenti più drammatici e nei passaggi maggiormente narrativi, Gabrielle – Un amore fuori dal coro è una pellicola su cui soffia un fiato di leggerezza che, ugualmente alle chansons di Robert Charlebois presenti nel film, non perde mai luminosità e romanticismo.


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