Da La guerra dei mondi, passando per mezza filmografia spielberghiana, fino ad arrivare a fenomeni di massa come Indipendence Day, la settima arte si è sempre interrogata sull'incontro - e molto più spesso lo scontro - tra la razza umana e gli abitanti dell'universo. Di solito, però, al centro della narrazione vi è un nutrito gruppo di eroi impavidi e dal cuore puro che, se da una parte si dimostrano affascinati dal confronto transgalattico, dall'altra non si pongono dubbi sulla loro funzione di guardiani del mondo, quando gli invasori non sono del tutto amichevoli. Cosa succederebbe, allora, se la scoperta di un'invasione aliena passasse attraverso le discutibili capacità sociali di un gruppo di borderline ed invasati? È questo l'assunto di partenza del film Vicini del terzo tipo di Akiva Schaffer, regista famoso soprattutto per aver diretto il Saturday Night Live. Evan Trautwig (Ben Stiller) è un uomo che ama circondarsi di gente: fondatore di molti club e cittadino attivamente coinvolto sul lato sociale, Evan è anche il manager del più grande magazzino della città. Qui, una notte, una guardia di sicurezza viene trovata uccisa e scorticata. Scosso dall'omicidio, Evan decide di costituire una squadra di vigilanza del quartiere. Ad accompagnarlo in questa avventura ci saranno Franklyn (Jonah Hill), un ragazzo problematico con il sogno di entrare in polizia, Bob (Vince Vaughn) uno sboccato americano medio e Jamarcus (Richard Ayoade), un feticista col debole per le asiatiche. Mentre un nuovo vicino di casa (Billy Crudup) arriva a movimentare la vita di Evan, i vigilanti scopriranno ben presto di doversela vedere con qualcosa più grande di loro. Qualsiasi commedia presenti nel cast l'accoppiata Stiller/Vaughn ha le carte per scatenare un tornado di risate. I due attori nella loro carriera sono riusciti a confezionare pellicole che, negli anni, si sono distinte come veri e propri cult movie. Basti pensare a film come Zoolander o Stursky e Hutch per capire come l'alchimia comica tra i due riesca, quasi sempre, a produrre faville. Vicini del terzo tipo nasce sotto questi auspici: gli ingredienti per un film di successo ci sono tutti, compresa la presenza di Jonah Hill, già con Stiller in Una notte al museo 2, e distintosi in film di grande respiro come Moneyball e 21 Jump Street. Tuttavia The Watch, nel suo tentativo di vestirsi da parodia fantascientifica, finisce con l'impantanarsi in una miscela di generi che ne rende difficile la collocazione. Se il primo omicidio sembra essere uscito da un thriller sci-fi, molte delle battute sembrano piovute da uno qualsiasi dei film prodotti da Judd Apatow. Nonostante i vari omaggi al cinema di genere - da Incontri ravvicinati del terzo tipo a E.T., da Men In Black al più recente Attack the block - e la lampante chimica che intercorre tra i quattro protagonisti, la sceneggiatura risulta guarnita solo da battute stereotipate che scadono spesso nel volgare esulando dal loro compito fondamentale: far ridere. Il potenziale della pellicola rimane incastrato in un circolo di banalità, dove molto raramente si assiste ad un vero e proprio guizzo narrativo. Va comunque riconosciuta l'onestà della pellicola di non volersi vestire da ciò che non è: i limiti del film sono chiari, così come l'idiozia dei suoi personaggi è talmente ben resa dal cast - vero catalizzatore della ricezione spettatoriale - che i molti difetti finiscono con l'essere meno pericolosi di quello che sembrano. Ecco allora che tra orge, sparatorie à la Matrix e strizzatine d'occhio a Super 8, la volgarità di Vaughn, così come la reiterata etichetta da probo cittadino di Stiller finiscono con il far sorridere, magari con una scrollatina di spalle o il diniego del capo. Alla fine, deporre le armi davanti a questi quattro scapestrati, diventa l'unico modo per godersi lo show.