photo

NETFLIX

copertine blog.jpeg

NOW TV

le parti noiose tagliate
footer

facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram
pngwing.com(17)
sis nero
sisbianco
sisbianco

REDAZIONE
Via Carlo Boncompagni 30
20139 Milano (MI)
+39 340 5337404
ufficiostampa@silenzioinsala.com

 

REDAZIONE
Via Carlo Boncompagni 30
20139 Milano (MI)
+39 340 5337404
ufficiostampa@silenzioinsala.com

 

un progetto di Piano9 Produzioni

SOSTIENI IL PROGETTO

Torna l’Ohana di Lilo & Stitch (2025): la recensione del live action Disney che parla di accettazione e dive

22/05/2025 10:49

Giorgia Fanari

Recensione Film, Di Tendenza, Disney+, disney live action, Disney, Lilo & Stitch, Film Live Action,

Torna l’Ohana di Lilo & Stitch (2025): la recensione del live action Disney che parla di accettazione e diversità

È una Ohana sempre più grande e reale quella del film di Lilo & Stitch, il live action che dal 21 maggio riporta al cinema il classico d'animazione Disney.

È una Ohana sempre più grande e reale quella del film di Lilo & Stitch, il live action che dal 21 maggio riporta al cinema, in una nuova veste, il classico d'animazione Disney del 2002. Una sfida ambiziosa, considerando l’affetto che Lilo & Stitch si è conquistato nel tempo da parte di pubblico e critica: è stato infatti capace di portare sullo schermo per la prima volta un’ambientazione inedita, tra le spiagge delle Hawaii, e affrontare temi profondi e universali come la famiglia, il lutto, la diversità e il senso di appartenenza. 

A differenza di altri rifacimenti meno riusciti – come il discusso Biancaneve – il live action diretto da Dean Fleischer Camp riesce a vincere la sfida con stile: non solo rispetta il cuore pulsante del film d’animazione, ma attualizza la narrazione senza tradirne il significato originario.

Una storia di crescita e legami imperfetti

Quello che colpisce in Lilo & Stitch è l'umanità – o meglio, l’imperfezione – dei suoi personaggi, siano essi umani o alieni. Nessuno è eroe o villain assoluto: in particolare, Lilo e Stitch – una bambina e un alieno geneticamente modificato – sono due emarginati, fuori posto e impulsivi, che devono imparare a convivere con le conseguenze delle proprie azioni. Nani, la sorella maggiore di Lilo, è a sua volta un personaggio complesso: a soli 18 anni deve farsi carico della sorella minore, dei servizi sociali e di un futuro che ha dovuto sacrificare.

Il live action riesce a mantenere intatto questo nucleo emotivo, pur introducendo nuovi personaggi e modificando qualche ruolo secondario. La narrazione si arricchisce, i temi diventano ancora più attuali e la storia risulta incredibilmente contemporanea, pur conservando l’immediatezza e l’autenticità che avevano reso l’originale così amato.

La trama di Lilo & Stitch

Lilo Pelekai è una bambina di 6 anni che vive alle Hawai’i con la sorella diciottenne Nani: dopo la tragica scomparsa dei genitori si trovano ad affrontare la vita da sole, barcamenandosi tra bollette da pagare, sogni infranti e visite continue dei servizi sociali. Lilo, impulsiva e senza filtri, è vista come “diversa” dalle sue coetanee e fatica a farsi degli amici. Il suo più grande desiderio è trovare qualcuno con cui condividere le sue giornate di gioco. 

 

Quel qualcuno arriva sotto forma di “cane” in un rifugio per animali, che Lilo decide di adottare e chiamare Stitch. In realtà, si tratta di un alieno geneticamente modificato – l’Esperimento 626 creato come arma di distruzione dallo scienziato Jumba – fuggito dal pianeta Turo, dove era stato imprigionato in quanto ritenuto un essere immondo e pericoloso, privo di bontà. Stitch da subito rivela la sua natura selvaggia e impulsiva, mentre sulla Terra arrivano anche Pleakley, rappresentante della Federazione delle Galassie unite, e lo scienziato Jumba, che infiltrandosi tra gli umani cercando di catturarlo per riportarlo sul loro pianeta. Sulle tracce di Stitch e degli altri alieni c’è anche Cobra Bubbles, agente della CIA sotto copertura. 

Mentre Lilo si impegna a controllare l’adorabile quanto dispettosa creatura, Nani cerca faticosamente di mantenere un lavoro e di prendersi cura della sorella minore, di cui rischia di perdere la potestà. Insieme, Lilo e Stitch si trovano ad affrontare avventure umane ed aliene, in un viaggio che trasforma entrambi, confermando l'importanza e il significato dell’Ohana: una famiglia può essere composta da più di semplici consanguinei e nessuno viene abbandonato (o dimenticato).

Un cast perfetto, tra conferme e nuovi volti

Il casting è uno dei punti forti del film. la giovanissima Maia Kealoha, nata e cresciuta nelle Hawai’i, fa il suo debutto cinematografico nel ruolo di Lilo Pelekai, regalando un’interpretazione autentica e toccante. Da tenere in conto il fatto che la piccola Maia abbia recitato gran parte del film in compagnia di un “burattino” con le fattezze di Stitch: un compito non facile per una giovane attrice alla sua prima esperienza sul grande schermo. Accanto a lei, Sydney Elizebeth Agudong interpreta Nani con forza e vulnerabilità: l’alchimia tra le due attrici è credibile e convincente, sia nelle scene comiche che in quelle più commoventi.

Tra i comprimari spiccano Zach Galifianakis e Billy Magnussen nei ruoli di Jumba e Pleakley: i due alieni, per confondersi tra gli umani, utilizzano infatti un dispositivo tecnologico che consente loro di assumere sembianze terrestri. L’insolita coppia funziona perfettamente: le dinamiche contrastanti – Jumba sarcastico e burbero, Pleakley energico ed esuberante – regalano momenti davvero divertenti senza cadere nel ridicolo. Il passaggio dal disegno animato alla resa live action poteva facilmente risultare grottesco, ma il film riesce a mantenere un buon equilibrio, evitando l’effetto caricaturale.

lns-fp-0004.jpeg

Il live action introduce nuovi volti: Tūtū, la vicina di casa affettuosa interpretata da Amy Hill (già voce della signora Hasagawa nell’originale) e dall’assistente sociale la signora Kekoa (interpretata da Tia Carrere, che nel 2002 prestò la voce al personaggio di Nani). Si tratta di aggiunte ben integrate, che ampliano lo scenario familiare e comunitario e danno più umanità alle dinamiche sociali intorno alle due giovani protagoniste e al loro amico alieno. Nella versione originale del film, inoltre, è presente anche Chris Sanders, creatore di Lilo & Stitch e regista del classico animato: torna infatti a dare voce allo stesso Stitch (come fatto nel 2002), assicurando continuità al progetto. Stitch è naturalmente realizzato in CGI ma la resa è perfetta, mantenendo i tratti irresistibili che hanno permesso a questo piccolo alieno di conquistarsi un franchise che vanta un totale di 4 film, una serie tv e addirittura un anime. Stitch è ancora una volta il cuore ribelle e irriverente del film, capace di combinare guai e al contempo generare profondo affetto. Unico (grande?) assente: il capitano Gantu, il cui ruolo viene in parte assorbito da quello di Jumba.

Anche il doppiaggio italiano si dimostra all’altezza, contribuendo in modo significativo alla riuscita complessiva del film. Affidato a professionisti esperti, il lavoro di adattamento e interpretazione vocale restituisce al pubblico italiano la stessa magia emotiva della versione animata. Paolo De Santis presta la voce a Stitch mentre Luna Tosti è una Lilo vivace, sensibile e credibile, riuscendo a trasmettere sia la fragilità del personaggio sia la sua forza interiore. Chiara Fabiano interpreta invece con maturità e profondità la giovane Nani. 

Una nuova prospettiva, la stessa magia

Il film originale aveva portato alla ribalta la cultura hawaiana con rispetto e autenticità. La nuova versione non solo omaggia questo aspetto, ma lo rinnova, valorizzando ancor di più le tradizioni e i valori dell’arcipelago, come il concetto di ohana – famiglia non solo di sangue, ma scelta, costruita, imperfetta e accogliente. Nella scelta della colonna sonora, il live action gioca sul sicuro, confermando il mix vincente tra canzoni tradizionali hawaiiane e classici di Elvis Presley. 

Tirando le somme: la trama resta fedele all’originale (nonostante qualche rimaneggiamento dal punto di vista dei personaggi) così come il significato profondo della storia, che in alcuni punti si arricchisce e si fa persino più potente.  Tuttavia, i fan più appassionati noteranno l’assenza di alcune battute chiave che, pur sembrando minori, contribuivano in modo significativo a definire il senso di emarginazione vissuto dai protagonisti. Erano frasi capaci di sottolineare con maggiore forza quanto Lilo e Stitch fossero percepiti come “mostri”, diversi e fuori posto. La loro eliminazione non compromette il messaggio complessivo, ma fa rimpiangere quel tocco in più di intensità emotiva e caratterizzazione. La stessa eccentricità di Lilo viene leggermente smussata - rispetto al film animato - sia nelle azioni che nelle battute, togliendo forse un po’ di carattere e unicità al personaggio. 

Dispiace inoltre che sia stato attenuato uno degli aspetti più interessanti del personaggio di Pleakley: nel film d’animazione del 2002, diventava una figura pionieristica e genderfluid, scegliendo con naturalezza di indossare abiti, parrucche e accessori tradizionalmente associati al genere femminile. 

 

Un gesto semplice, ma potente, che ampliava il messaggio del film sull'accettazione della diversità. Nella nuova versione, pur mantenendo alcuni elementi stilistici più femminili – come magliette, accessori o gestualità – la rappresentazione è decisamente più contenuta, e perde parte della sua carica simbolica.

Resta la solita domanda: avevamo davvero bisogno di una versione live action di Lilo & Stitch, considerando che uno dei personaggi principali non è nemmeno in carne e ossa e che il film, di fatto, non aggiunge molto alla trama originale? Forse no, se ci si aspetta una rivisitazione profonda, una rilettura audace o un’evoluzione narrativa che cambi il senso della storia. Questo live action, infatti, non stravolge né reinventa, ma preferisce restare fedele, quasi con devozione, al film animato del 2002. Non introduce veri colpi di scena, né prende direzioni nuove che possano ampliare l’universo di Lilo, Nani e Stitch o il messaggio della storia. 

Eppure, se lo si guarda come un omaggio sincero, una traduzione visiva per una nuova generazione, allora il suo valore cambia.

Perché Lilo & Stitch, in effetti, non aveva bisogno di essere riscritto: era già avanti sui tempi, con i suoi personaggi fuori dagli schemi, le sue emozioni autentiche e il suo sguardo limpido sulla diversità, la perdita e l’amore incondizionato. Il film originale ha guadagnato popolarità nel tempo proprio per la sua unicità, per il coraggio di raccontare una famiglia imperfetta ma reale, una sorellanza fatta di fatica e affetto. In mezzo a tutto questo, arriva Stitch: un "esperimento" che ci somiglia più di quanto sembri, impulsivo, caotico ma anche tenero, che scena dopo scena cresce e impara ad amare. È lui il cuore pulsante della storia, la scintilla di disordine che fa emergere le emozioni più vere. Ed è anche il motivo per cui, nonostante la fedeltà quasi timorosa all’originale, il live action funziona: perché quella miscela di comicità, tenerezza e malinconia resta intatta e non aveva bisogno di essere cambiata. Perché Stitch, anche se in CGI, è ancora vivo e irresistibile. E perché, in fondo, Lilo & Stitch parla a chiunque si sia mai sentito fuori posto, ma abbia trovato una casa in qualcuno: e ora questo messaggio può arrivare con più forza anche alle nuove generazioni. 


payoff_poster_italy.jpeg


Titolo originale: Lilo & Stitch

Paese, anno: USA, 2025

Genere: commedia, drammatico, avventura, fantascienza

Regia: Dean Fleischer Camp 

Soggetto: Lilo & Stitch di Chris Sanders

Sceneggiatura: Chris Kenaniokalani Bright, Mike van Waes
Produttore: Dan Lin, Jonathan Eirich

Casa di produzione: Walt Disney Pictures, Rideback

Fotografia: Nigel Bluck  

Musiche: Dan Romer

 

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

cinemadvisor

Silenzioinsala.com © | All Right Reserved 2021 | Powered by Flazio Experience e Vito Sugameli


facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram

facebook
twitter
linkedin
youtube
pinterest
instagram

ULTIMI ARTICOLI

joker