Dopo la cantonata presa con Men, un tentativo fallito d’improvvisarsi “Autore” di elevated horror, era lecito aspettarsi un ritorno in pompa magna di Alex Garland. D’altra parte quello di Men non era il territorio abituale del regista, che si è sempre dimostrato duttile nel raccontare storie di fantascienza (più o meno impegnata e più o meno infarcita di metafore) ambientate in mondi distopici e scenari post-apocalittici; questo è vero sia nei suoi lavori da sceneggiatore (28 giorni dopo e Dredd) sia da regista (Ex-Machina e Annientamento).
Con Civil War è palese sin dal trailer la voglia di ritornare alla propria comfort-zone e l’idea alla base del film è facilmente prevedibile sin dal titolo: negli Stati Uniti è scoppiata la seconda guerra civile Americana. Ma questa volta non ha la carica ironica e grottesca dell’omonimo film di Joe Dante uscito nel 1997 - possiamo dire, col senno di poi, che esso si è rivelato tremendamente profetico sotto svariati punti di vista; non a caso molte delle tematiche che venivano affrontate già 27 anni fa da Dante, ritornano come un’eco anche nel film di Garland – bensì è cinica e spietata, perfettamente in linea con i tempi che corrono.
Al contrario di Joe Dante, Alex Garland non punta il dito e non ci racconta mai il motivo per cui la guerra è iniziata (all’apparenza almeno, anche se dissemina la pellicola di svariati indizi su cui torneremo dopo), bensì la da come un fatto assodato.
Il conflitto è ormai agli sgoccioli e le forze congiunte di Texas e California stanno per fare irruzione a Washington D.C. nel tentativo di espugnare la Casa Bianca e giustiziare il Presidente al suo terzo mandato.
Su questo sfondo Garland ci presenta quattro giornalisti che hanno la profondità psicologica dei protagonisti di un b-movie (badate bene, non è una cosa negativa) da quanto sono confinati nel loro stereotipi: c’è la fotografa veterana, indurita da anni di reportage di guerra, a cui si contrappone una ragazza entusiasta e alle prime armi; c’è il vecchio reporter a caccia dell’ultimo scoop della sua carriera e quello d’assalto che crede ancora nella verità del giornalismo.
Quattro filtri con cui ci viene raccontato Civil War, un film che altro non è che la cronaca del loro road trip attraverso un paese devastato, nel tentativo di arrivare nella capitale e intervistare il Presidente prima che venga giustiziato. Gli incontri che i reporter fanno durante il loro viaggio saranno lo spunto con cui il regista ci racconterà gli stralci di un’America dilaniata, in balia di una violenza dilagante, dove la guerra non ha fatto altro che accentuare le problematiche e i controsensi che già impregnavano (anzi, impregnano) il suo tessuto sociale.
Da chi tira a campare con quello che ha, a chi se ne frega di tutto e porta avanti la sua vita consumistica anche con due cecchini piazzati sul tetto del palazzo di fronte, a chi ne approfitta per regolare vecchi conti personali in sospeso fino a chi decide di fare un po’ di “pulizia etnica” perché intanto nessuno se ne accorgerà. «E tu che tipo di americano saresti?» chiede Jesse Plemons in un’agghiacciante scena del film.
Poi c’è tutta la questione inerente al giornalismo, dal parallelismo tra le raffiche di proiettili e quelle degli scatti delle macchine fotografiche; sino all’etica che spinge i protagonisti a rischiare la propria pelle pur di documentare un pezzo di Storia da consegnare ai posteri, nel tentativo di ridonare epicità e gloria a un mestiere che ultimamente sta affogando in un mare di fake news e clickbait. Da questo punto di vista la regia fa la stessa cosa: documenta e narra senza mai prendere le parti di nessuno.
Questo si ricollega al non-detto iniziale, ovvero il motivo per cui la guerra è iniziata. Viviamo in un momento storico in cui, se scoppiasse davvero una guerra civile in USA, nessuno si stupirebbe più di tanto (da alcune statistiche risulta che il 40% degli americani sono convinti che un conflitto scoppierà veramente entro una decade). Come probabilmente non ci siamo stupiti quando, nel corso del film, Garland ci ha imboccati con una serie di suggestioni più o meno esplicite: terzo mandato, scioglimento dell’FBI, raid aerei sui civili e - dulcis in fundo - un Presidente che ci ricorda non poco Donald Trump, sia nell’aspetto, sia nel populismo spiccio davanti alle telecamere, millantando l’immediatezza di una vittoria per nascondere la sua imminente sconfitta. Per chi cerca una spiegazione sullo scoppio di una guerra civile in USA, forse conviene ridare un’occhiata alle immagini dell’assalto al Campidoglio avvenuto appena 3 anni fa (anche se sembra passato un secolo).
La cosa davvero inquietante di Civil War è il fatto che se prendiamo i primi 10 minuti di Death to 2021 (anche quello sì un film satirico, ma basato su “fatti realmente accaduti” come si suol dire), questi sembrano essere un prologo perfetto al film di Garland.
Aggiungeteci il fatto che in USA sta iniziando la campagna elettorale per le Presidenziali. Aggiungeteci anche che il film, in patria, è uscito il 12 aprile, l’anniversario dello scoppio della Guerra Civile (era il 1861). Civil War non vuole essere un film di fantascienza, distopico o ucronico, ma un monito; la rappresentazione più che ragionevole di qualcosa che potrebbe verificarsi da un giorno all’altro. Da questo punto di vista Civil War risulta agghiacciante ben più di un film horror, alla faccia di Men.
Genere: action, drammatico, guerra
Titolo originale: Civil War
Paese, Anno: GB/USA, 2024
Regia: Alex Garland
Sceneggiatura: Alex Garland
Fotografia: Rob Hardy
Montaggio: Jake Roberts
Interpreti: Adam Rivette, Alexa Mansour, Anthony King-West, Ashley Lillig, Brent Moorer Gaskins, Brian Philpot, Cailee Spaeny, Cody Marshall, Cora Maple Lindell, Easy Ian Radcliffe, Evan Holtzman, Evan Lai, Greg Hill, James Yaegashi, Jared Shaw, Jason Eller, Jeff Bosley, Jefferson White, Jess Matney, Jesse Plemons, Joe Manuel Gallegos Jr., Jojo T. Gibbs, Juani Feliz, Justin Garza, Justin James Boykin, Karl Glusman, Kirsten Dunst, LePrix Robinson, Melissa Saint-Amand, Nelson Lee, Nick Offerman, Peter Nguyen, Randy S. Love, Simeon Freeman, Sonoya Mizuno, Stephen Henderson, Ty Tornes, Wagner Moura, Xavier Mills
Colonna sonora: Ben Salisbury, Geoff Barrow
Produzione: A24, DNA Films, IPR.VC
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 109'
Data di uscita: 18/04/2024