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Comandante (2023), la recensione del film con Pierfrancesco Favino: anche in guerra si resta uomini

31/10/2023 20:00

Marcello Perucca

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Comandante (2023), la recensione del film con Pierfrancesco Favino: anche in guerra si resta uomini

Comandante di Edoardo De Angelis è stato film di apertura della 80ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

Comandante di Edoardo De Angelis, film di apertura della 80ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e ora in sala, è un’opera incentrata sulla figura poco conosciuta di Salvatore Todaro, magistralmente interpretato da Pierfrancesco Favino

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Con il grado di Capitano di Corvetta Todaro è al comando del sommergibile “Comandante Cappellini” quando, nell’ottobre del 1940, durante uno scontro sull’Atlantico, risponde al fuoco di una nave belga, affondandola. Resosi conto della presenza di numerosi naufraghi, Todaro dà l’ordine di trarli a bordo, nonostante le perplessità del suo secondo, Vittorio Marcon (Massimiliano Rossi).

 

A Marcon, che gli fa presente di essere in guerra, Todaro risponde: «ma siamo ancora uomini, però». Una frase semplice ma significativa, necessaria per comprendere la personalità del protagonista del film di De Angelis, il quale realizza un’opera intensa che restituisce al grande pubblico l’immagine di un militare tenace e risoluto.

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Un uomo profondamente convinto del ruolo che ricopre ma che, nonostante tutto, non accetta di perdere la propria umanità. Todaro ha ben presente le regole del mare, che impediscono a un marinaio di abbandonare un naufrago, anche se si tratta di un nemico, anche a costo di mettere a rischio la propria vita e quella dei propri uomini. 

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Così decide di trarre a bordo i ventisei marinai belgi, salvandoli da morte certa.

Questa scelta lo costringe a navigare in emersione rendendosi visibile al nemico: i marinai, infatti, vanno accolti in torretta, vista la limitata capienza del sottomarino; un “pesce di ferro” lungo 27 metri e largo 7.

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Comandante è film che si svolge quasi sempre negli spazi angusti e claustrofobici in cui si muovono gli uomini dell’equipaggio italiano e i marinai belgi, che Todaro decide di condurre alle Azzorre, il più vicino porto neutrale dove poterli sbarcare. 

 

De Angelis non trascura, però, di accennare a momenti della vita privata del comandante. Ad esempio, l’incidente avuto anni prima cadendo con un idrovolante, che gli aveva causato la rottura della colonna vertebrale, costringendolo a portare perennemente un busto metallico e a iniettarsi morfina per alleviare il dolore. O il profondo e tenerissimo rapporto con la moglie Rina (Silvia D’Amico) alla quale Salvatore scrive, durante la navigazione, numerose e appassionate lettere che non potranno mai essere spedite.

De Angelis scrive la sceneggiatura con Sandro Veronesi e, insieme, i due autori sono attenti a non scivolare nella retorica degli “italiani brava gente”, firmando un’opera politica tesa a evidenziare il senso di comunanza e solidarietà in un mondo in cui l’odio si è impossessato degli esseri umani. 

 

Il personaggio di Salvatore Todaro, mantenendo la propria umanità insieme al senso del dovere che lo porta a soccorrere chi sta affogando, lancia un messaggio di estrema attualità in questo nostro tempo: rivendica con fierezza il fatto di essere un militare, che non esita ad affondare “il ferro nemico”, ma che non ha esitazioni nel momento in cui c’è da trarre in salvo vite umane.

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Al belga che, nonostante l’aiuto ricevuto, esprime a Todaro tutto il suo disprezzo, apostrofandolo come fascista, il comandante gli urla in faccia, con altrettanta veemenza: «Non sono un fascista, sono un uomo di mare!», chiarendo definitivamente da che parte deve stare un marinaio.

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Si percepisce, in Comandante, un senso di speranza che deriva dalla capacità degli esseri umani di riavvicinarsi nei momenti più complicati della vita. 

 

Basta poco per sentirsi uniti: ad esempio il cibo, elemento che accomuna popoli di culture diverse; proprio al cibo viene affidato il compito di alleggerire i tanti momenti di tensione presenti nelle circa due ore di film. 

Succede quando i belgi fanno scoprire agli italiani - che pare non ne siano a conoscenza - il loro piatto nazionale: le patate fritte. O, ancora, nel lungo e divertente elenco dei piatti tipici di ogni nostra regione che Gigino, il cuoco di bordo (Giuseppe Brunetti), snocciola durante i titoli di coda e che fa rimanere incollati alla poltrona sino alla fine, con la malcelata speranza di udire il nome di quella ricetta tanto amata che fa ripensare, con nostalgia, alle proprie radici.


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Genere: guerra

Titolo originale: Comandante

Paese, anno: Italia, 2023

Regia: Edoardo De Angelis

Sceneggiatura: Edoardo De Angelis, Sandro Veronesi

Fotografia: Ferran Paredes Rubio

Montaggio: Lorenzo Peluso

Interpreti: Arturo Muselli, Gianluca Di Gennaro, Giuseppe Brunetti, Johan Heldenberg, Johannes Wirix, Massimiliano Rossi, Paolo Bonacelli, Pierfrancesco Favino, Silvia D'Amico

Colonna sonora: Robert Del Naja

Produzione: Indigo Film, O'GROOVE, Rai Cinema, Tramp LTD, VGROOVE, Wise Pictures

Distribuzione: 01 Distribution

Durata: 120'

Data di uscita: 31/10/2023

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