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Patagonia (2023) la recensione del film di Simone Bozzelli: una favola macabra dove Peter Pan fa le regole

26/09/2023 16:00

Matilde Migliosi

Recensione Film, Festival, Festival di Venezia, Film Drammatico, Film Italia, Simone Bozzelli, Alexander Benigni, Andrea Fuorto, Elettra Mallaby, Augusto Mario Russi ,

Patagonia (2023) la recensione del film di Simone Bozzelli: una favola macabra dove Peter Pan fa le regole

Patagonia, il primo lungometraggio di Simone Bozzelli è stato presentato al Locarno Film Festival ed è arrivato a settembre 2023 nelle sale.

Patagonia, il primo lungometraggio di Simone Bozzelli è stato presentato al Locarno Film Festival ed è arrivato a settembre 2023 nelle sale, suscitando grande interesse della critica e del pubblico.

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Yuri è un ragazzo di vent’anni che vive in un piccolo paese dell’Abruzzo, sospeso nel tempo e nello spazio.  

Abita con le zie, che lo trattano ancora come un bambino: senza nessuna autonomia, incapace di prendersi cura di sé e decidere da solo. La sua vita scorre regolare finché non incontra Agostino, l’animatore della festa di compleanno del cuginetto; i capelli rossi e il piercing sul labbro incuriosiscono il protagonista, che decide di scappare nella notte a bordo del suo camper malandato. 

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Sognando insieme la Patagonia e cercando di ottenere i soldi per raggiungerla, Yuri diventa suo assistente finché Agostino non si ferma in un raduno rave e la meta diventa ancora più lontana. 

 

Il rapporto che si instaura tra i due protagonisti è caratterizzato da ricompense e punizioni, in cui Agostino sfrutta morbosamente l’anima infantile dell’ingenuo ragazzo, e la tossicità di questa relazione non ha confini. È amore? È perversione? È dipendenza? È cieca ammirazione? 

 

Tutte queste domande sfumano durante la visione di una - al contrario molto ben definita - fetta di realtà in cui si impongono il microcosmo della provincia abbandonata e quello del campo dove si ritrovano tanti giovani senza bussola.

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Non chiamiamoli ribelli: i protagonisti di Patagonia sono anime a mollo in un ecosistema dove non si riconoscono, privi di fiducia o prospettive, ma muniti di casse potenti che coprono i pensieri. 

 

Agostino guida senza direzione il camper del padre che, insieme al cd di Patagonia, sono le sole eredità che il figlio non ha dato alle fiamme. È l’unica canzone che apprezza, l’unica via che riesce a individuare in una strada in cui giusto e sbagliato hanno perso le coordinate.

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Ma, oltre a lui, Yuri incontra altri personaggi. Durante una festa infinita compare Morgan, che lo ringrazia per aver salvato il suo candido topolino: vestito di bianco e con ali da angelo, è gentile e semplice, in contrapposizione al perverso Agostino. Per guadagnarsi da vivere, vende animali di ogni genere alle fiere, che incuriosiscono il protagonista e diventano il centro delle loro conversazioni. Discutono della controversa questione delle gabbie e dei guinzagli, di protezione e la prigionia, dove il confine è sempre sfumato.

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Patagonia ricorda una fiaba inversa e macabra, dove punizioni e ricompense sono estreme e le regole non sono quelle universali. 

 

Tra i due protagonisti aleggia la figura di un Peter Pan inedito e spaventoso, come le dinamiche di rapporti in cui non si scorgono gli estremi: tra la mancanza di empatia di Yuri e l’unica relazione sana che Agostino sa instaurare - quella con i bambini, soprattutto con il figlio dell’amica Alma di cui si prende cura ogni giorno con rigore - l’unica cosa che può salvare il rapporto dalla subalternità, la gabbia in cui ci si è imbattuti, è la maturità delle scelte. 

Simone Bozzelli affronta in Patagonia temi mancanti nella cinematografia contemporanea, e lo fa benissimo: la normalità estranea al buon pensiero, lo sporco e lo schifo, la decisione sbagliata, i rapporti non definibili (ma lontani dall'amore).

 

La mossa vincente del regista è la scelta degli attori: il cast è pieno di talento e di forza, a partire da Andrea Fuorto (Yuri) e Augusto Mario Russi (Agostino) ricchi di sfaccettature e complessità; fino a interpreti secondari come Elettra Mallaby (Alma) e Alexander Benigni (Morgan).

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In una storia che non irrompe con violenza, ma che accoglie con consapevolezza lo spettatore, la simbologia è potente: il serpente e il topo, i giocattoli e il fuoco. Le reincarnazioni del bene e del male, in una storia senza Dio e senza giudizi.


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Genere: drammatico

Paese, anno: Italia, 2023

Regia: Simone Bozzelli

Sceneggiatura: Simone Bozzelli, Tommaso Favagrossa

Fotografia: Leonardo Mirabilia

Montaggio: Christian Marsiglia

Interpreti: Andrea Fuorto, Augusto Mario Russi, Elettra Mallaby, Alexander Benigni

Distribuzione: Vision Distribution

Produzione: Wildside, Vision Distribution con Rai Cinema in collaborazione con Sky

Data di uscita: 14 settembre 2023

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