Tutti noi siamo legati a un libro capitato tra le mani, spesso per caso, quando eravamo giovanissimi: per François Ozon quel libro è Danza sulla mia tomba dell’inglese Aidan Chambers, letto a diciassette anni. Ci è voluto però molto tempo prima che quel romanzo per ragazzi diventasse Estate ’85: «Questa storia aveva bisogno che io maturassi perché fossi in grado di raccontarla», ha dichiarato lo stesso Ozon, che ne ha firmato anche la sceneggiatura (con piena approvazione dello stesso Chambers).
Il sedicenne Alexis si risveglia in mare aperto sulla sua barca, che si capovolge. Sembra mettersi male ma David, che ha un paio d’anni in più, spunta giusto in tempo per salvarlo.
A François Ozon, francese classe 1967, basta questa sequenza per intrappolare lo spettatore per tutto il film: da qui partirà tra Alexis e David una tempestosa relazione, che quel danza sulla mia tomba preannunciava già come fatale. Tra di loro una ragazza inglese e un insegnante di letteratura, entrambi innamorati di David, e una madre in cerca di un colpevole.
Nasce da un romanzo per adolescenti, ma Estate ’85 è un lavoro dentro il quale si possono riconoscere diverse suggestioni letterarie già diventate cinema: da Jean Genet e Jean Cocteau (David è un enfant terrible che sembra uscito da Querelle de Brest: l’immagine da marinaio, la motocicletta, la scazzottata, il pettine estratto come un coltello) a Henri-Pierre Roché (gli amori fatali, il triangolo, di nuovo l’estetica marinaresca).
Regista prolifico ed eclettico, Ozon mescola ancora una volta, con la sua solita classe, tanto cinema d’altri: dai Rohmer estivi (come Pauline alla spiaggia, film anni ’80 sugli amori dell’adolescenza, ambientato proprio in Normandia), fino all’irresistibile omaggio a Il tempo delle mele, quando dalle cuffie di un walkman Alexis ascolta Sailing di Rod Stewart (gancio fin troppo palese con la sequenza della barca). Ecco l’audiocassetta, feticcio degli anni ’80 per eccellenza, che appare nella locandina del film insieme ai due protagonisti: non un caso se già la locandina, con quelle immagini dal film nei riquadri, richiami alle serie tv di un tempo.
Un riconoscimento estetico immediato anche nel film, fin da quella canzone iniziale inserita come una sigla da teen drama: è In between days dei Cure, brano proprio del 1985, che infatti apre e chiude il film (lo stesso Robert Smith, voce e anima della band, aveva a sua volta amato un romanzo per l’infanzia così tanto da scriverci l’omonima canzone Charlotte sometimes).
Cast perfetto, da Benjamin Voisin (David), che assomiglia a Pierre Cosso, a Félix Lefebvre (Alexis), che ricorda un giovane Michael Pitt (quello di The dreamers e Funny games). E ancora Valeria Bruni Tedeschi, con la giusta dose di esuberanza e follia, fino a Melvil Poupaud, già Gaspar nel Racconto d’estate di Rohmer e protagonista di Laurence anyways di Xavier Dolan. Tante le affinità con il cinema del giovane autore canadese: l’adolescenza, gli amori omosessuali, i travestimenti, la figura materna, l’estetica pop-vintage, il ruolo chiave delle canzoni.
Ma alla fine, nell’opera di Ozon, di firma c’è soprattutto la sua: erotismo e sensualità, thrilling e voyerismo: «Tutti vogliono vedere cosa accade dietro una porta chiusa» dice la voce narrante, che è quella di Alexis (e viene in mente Match Point di Allen).
Giovinezza e morte, amore e tragedia. Giocando tra realtà e immaginazione, Ozon tiene alto il ritmo del film, che percorre due strade parallele: quella della storia d’amore, dolce e malinconica, e quella del dramma, angosciante e quasi irreale. «Forse inventiamo chi amiamo. L’unica cosa importante è che in qualche modo sfuggiamo tutti alla nostra storia».
C’è spazio anche per un paio di momenti ironici, piuttosto insoliti per il regista: la gag con l’addetto delle pompe funebri che non gradisce il travestimento da donna, la madre che esclama: «Oddio, sei come lo zio Jackie!»). Autore dotato come pochi, François Ozon torna alla pellicola in un film, facile e irresistibile, che non è sugli anni ’80 ma degli anni ’80: intenso ed effimero come un flirt estivo, canto di sirena nostalgico e orecchiabile sull’adolescenza e la sua eternità.
Genere: drammatico, commedia
Titolo originale: Été 85
Paese/Anno: Francia, 2020
Regia: François Ozon
Sceneggiatura: François Ozon
Fotografia: Hichame Alaouie
Montaggio: Laure Gardette
Interpreti: Benjamin Voisin, Félix Lefebvre, Isabelle Nanty, Melvil Poupaud, Philippine Velge, Valeria Bruni Tedeschi
Colonna sonora: Jean-Benoît Dunckel
Produzione: FOZ, France 2 Cinéma, Mandarin Films
Distribuzione: Academy Two
Durata: 101'
Data di uscita: 03/06/2021