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The Ugly Stepsister (2024), la recensione del film norvegese che riscrive Cenerentola in chiave body horror

08/04/2025 19:00

Claudio Cinus

Recensione Film, Festival, Film Drammatico, Sundance, Film Horror, Film Commedia, Film Norvegia, Film Svezia,

The Ugly Stepsister (2024), la recensione del film norvegese che riscrive Cenerentola in chiave body horror

Un’interpretazione moderna di Cenerentola a metà tra commedia nera e body horror.

Di Cenerentola ce n’è una sola: ogni altra ragazza, ogni altra donna, tutt'al più è come la sorellastra. Con questa idea in testa, la regista norvegese Emilie Blichfeldt ha deciso, per il suo film d’esordio, di reimmaginare la fiaba popolare di Cenerentola (delle cui centinaia di versioni, le più celebri sono quelle letterarie di Perrault e dei fratelli Grimm e quella cinematografica prodotta da Walt Disney) lasciando al personaggio eponimo un ruolo di secondo piano e dando finalmente la posizione di vera protagonista a Elvira, la maggiore delle sorellastre, quella “brutta” come sostiene il titolo The Ugly Stepsister (Den stygge stesøsteren in originale). 

 

Ne è venuta fuori un’interpretazione moderna a metà tra commedia nera e body horror in cui la morale non è più il credere sempre nei propri sogni, ma al contrario il non farsi fagocitare dai propri incubi.

Di cosa parla The Ugly Stepsister

La trama, a grandi linee, è quella canonica, anche se ne allarga il perimetro per dare spazio ai personaggi secondari. Rebekka (Ane Dahl Torp), una vedova con due figlie, si trasferisce nel castello di un vedovo, a sua volta padre della bella Agnes, per sposarlo; ma il loro matrimonio dura pochissimo perché l'uomo muore poco dopo. 

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Era un'unione d'interesse mal concepita: entrambi gli sposi, in ristrettezze finanziarie, credevano che quello ricco fosse il nuovo coniuge. 

Se non altro, Rebekka eredita il castello e resta a vivere lì con le due figlie; ma la convivenza tra Agnes (Thea Sofie Loch Næss) ed Elvira (Lea Myren), primogenita della nuova padrona di casa, non ha neppure il tempo di avviarsi che subito si guasta perché entrambe ambiscono a sposare il principe Julian, il quale a breve organizzerà un grande ballo nel suo castello. 

 

Agnes, senza più nessuno a difenderla, viene resa una serva per impedirle di partecipare al ballo; ma se tutte le versioni di Cenerentola si concentrano sulle sofferenze e poi sul trionfo della giovane eroina, qui scopriamo invece tutto ciò che fece la sorellastra Elvira per tentare di diventare altrettanto bella e desiderabile, e coronare quello che per lei era un sincero sogno d'amore, più che un desiderio di scalata sociale.

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Un body horror norvegese sulla bruttezza

Gli elementi di body horror, che sottintendono la versione dei Grimm come principale riferimento, riguardano soprattutto la trasformazione del corpo di Elvira che cerca di stravolgere ciò che la natura le ha donato, rimodellandosi verso un ideale adatto al suo scopo. Si prova una sensazione ambivalente di fronte a questo personaggio finora mai esplorato: l'innata simpatia per la ragazza che soffre per la sua (presunta) bruttezza ma sogna di diventare bella, e la repulsione per le atroci sofferenze fisiche che in parte si impone, in parte le vengono suggerite dalla madre. Ma si prova la stessa ambiguità anche per Agnes, ben lontana dalla figura impeccabile delle favole: sa risultare antipatica e cattiva, è carnale anziché eterea, viene maltrattata dalla matrigna eppure riesce a ottenere esattamente ciò che vuole innanzi tutto a scapito di Elvira. 

 

Entrambe sono vittime di un sistema sociale che impone loro un modello di felicità subordinato alla prioritaria felicità dei maschi; se però vogliamo individuare il personaggio più femminista, è la sorellastra minore Alma (Flo Fagerli), troppo giovane (e forse troppo queer) per pensare al matrimonio e tuttavia la persona più lucida e matura di tutto il castello, spettatrice inorridita degli eventi tanto quanto noi, unica speranza di un finale non del tutto catastrofico per Elvira.

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Un horror che ha sconvolto il Sundance

Probabilmente con finalità promozionali, sono state diffuse notizie di spettatori che si sono sentiti male durante l’anteprima al Sundance Film Festival a causa delle scene più cruente. Nulla di tutto ciò è accaduto successivamente alla Berlinale, che ha invitato il film nella sezione Panorama dove è stato accolto molto bene. Questa nuova versione di Cenerentola non avrà certamente le potenzialità di arrivare al grande pubblico come i recenti aggiornamenti live action dei classici della Disney, ma la sua commistione intelligente tra horror e comicità lo farà amare dagli spettatori più curiosi e coraggiosi.

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Genere: horror

Paese, anno: Svezia/Norvegia, 2025

Regia: Emilie Blichfeldt

Interpreti: Lea Myren, Thea Sofie Loch Næss, Ane Dahl Torp, Flo Fagerli, Isac Calmroth, Malte Gardinger, Ralph Carlsson, Adam Lundgren, Willy Ramnek Petri, Philip Lenkowsky

Sceneggiatura: Emilie Blichfeldt

Fotografia: Marcel Zyskind

Montaggio: Olivia Neergaard-Holm

Produzione: Mer Film, Lava Films, Motor, Scanbox Entertainment, Zentropa International Sweden

Durata: 105 min


 

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