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Enemy, Il Signore degli Anelli, Tarantula: i ragni giganti, dal mito al cinema

22/02/2021 14:04

Samantha Ruboni

Approfondimento Film, Film Horror, Film Thriller, Film Strani,

Enemy, Il Signore degli Anelli, Tarantula: i ragni giganti, dal mito al cinema

Il ragno, sin dall'antichità, è considerato una creatura strana e affascinante: che cosa simboleggia e come è utilizzata la sua immagine, dal mito al cinema

Il ragno, sin dall'antichità, è considerato una creatura strana e affascinante: che cosa simboleggia e come è utilizzata la sua immagine, dal mito al cinema

Otto zampe pelose, un corpo simmetricamente diviso in due parti e otto paia di occhi. Di certo il ragno è una creatura strana e affascinante, una sorta di figura aliena che abita la Terra. Fin dall’antichità, il ragno rappresenta il pericolo ed è ciò che ha portato l'uomo a sviluppare una fobia ancestrale per questo animale.

Ma, per lo stesso motivo, i miti tradizionalmente tramandati da qualsiasi popolazione del globo sono popolati di creature - buone, ma più spesso cattive - con le sembianze di ragno. Queste sono poi diventate poi fonte di ispirazione per storie, racconti, romanzi e infine per i film. Dedichiamoci, allora, a una piccola storia del ragno: dal Mito al cinema.

Il ragno nell'antichità, nel Mito e nel folklore

Sin dai tempi più antichi, i ragni vengono per la maggior parte dei casi ricondotti alla tessitura, vista la loro capacità di creare elaborate ragnatele. Per gli egizi, la divinità collegata al ragno è la dea tessitrice Neith: il suo simbolo ricorda un telaio e per questo motivo diviene la dea della tessitura e delle arti domestiche, protettrice delle donne e guardiana del matrimonio.

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Nella Grecia Antica troviamo il famoso mito di Aracne: una fanciulla, abile cucitrice, che si vanta di essere migliore della dea stessa della tessitura, Atena. Venuta a conoscenza della superbia di Aracne, la divinità si traveste da vecchia e si reca da lei per chiederle di pentirsi della sua arroganza; ma la giovane, anziché pentirsi, sfida l'anziana a una duello di tessitura. Aracne, in effetti, realizza un arazzo che non solo insulta gli dei, ma che risulta oggettivamente più bello di quello di Atena. Oltraggiata dal gesto, Atena distrugge l’arazzo e colpisce la fanciulla in testa; umiliata, questa si impicca. Non contenta, Atena decide di trasformare Aracne in un ragno, obbligandola a tessere per l’eternità. Questa la versione del mito contenuta ne Le Metamorfosi di Ovidio, ma sono numerose le varianti della storia.

Sempre nell’Antica Grecia, la tessitura viene anche ricondotta alle tre Moire, o Parche, le dee del destino e della vita umana. Esiodo ce ne ricorda i nomi: Cloto, la filatrice; Lachesi, la distributrice; Atropo, colei alla quale non si sfugge. Sono le divine filatrici della sorte umana: in base alla lunghezza e durata del filo, ogni vita umana inizia e finisce presto o tardi. Nessuno, neppure gli altri dei, possono influire sulle decisione delle Parche e dunque sul fato umano.

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Fa invece parte del folklore giapponese il Tsuchigumo. Si tratta di una creatura, uno yōkai, raffigurato come un ragno gigante che inganna gli uomini per poi mangiarseli. Nel mito più famoso, il demone si presenta con le sembianze di una bellissima donna; l’eroe, Raiko, non si accorge della vera natura della ragazza, nemmeno quando la propria salute peggiora sempre più. Diventa sempre più sospettoso, però, che l’ospite che abita la sua casa sia ciò che gli ha portato sventura e decide di attaccarlo: il ragno, per scappare, scopre la sua vera sembianza e si rivela in una gigantesca ragnatela; dissolve così le illusioni di Riko, che può finalmente vedere la realtà.

 

Anche in Africa Anansi è il dio ragno della mitologia Ashanti. È un ingannatore che si diverte alle spalle degli uomini e degli dei. L’inganno ha forma del ragno anche nel Mito nordico: il nome del dio svedese Loki deriva da locke, cioè ragno. 

Tornando in Occidente, anche il cristianesimo non poteva fare a meno del ragno: esso viene associato al male tentatore, ma anche alla fragilità e all’inganno, alla solidarietà e alla devozione. Nel Bestiario Medievale il ragno era riferito all'immagine del diavolo, all'allegoria della lussuria e alle opere fragili e vane, proprio come la ragnatela che il ragno tesse.

Ma il ragno non ha solo concezioni negative. La geometria perfetta della sua tela vuole che nella Micronesia il Signore dei ragni sia il dio creatore, colui che ha generato il cielo e la terra in una conchiglia. Il ragno viene inoltre visto come psicopompo, colui che è incaricato di scortare l’anima del defunto nell’aldilà, in quanto animale che vive nelle profondità della terra

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Da Aracne alla psicanalisi, il ragno è spesso ricondotto al femminile. Per Sigmund Freud simboleggia la madre, colei che l’uomo deve "schiacciare" per liberare la propria sessualità. Anche nelle famosissime opere della scultrice francese Louise Bourgeois il ragno è associato alla figura femminile, in particolare, alla madre. Una delle sue sculture più famose - replicate in numerose location, forme e dimensioni - è chiamata appunto Maman: rappresenta un enorme ragno - dimensioni giganti e zampe scheletriche - che, a dispetto della sua apparenza mostruosa, avvolge e protegge i passanti come una mamma. Inoltre la madre di Bourgeois era una cucitrice, altro motivo per cui l'artista la associa simbolicamente al ragno. 

 

Date un'occhiata alla scultura di Louise Bourgeois: non vi ricorda un famosissimo ragno cinematografico? Ci arriviamo subito!

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Il ragno nel cinema: creature mostruose e sogni

Quando pensiamo ai ragni cinematografici, uno dei film più celebri è sicuramente Enemy di Denis Villeneuve. Oltre a ispirarsi, ve ne sarete accorti, all'opera di Louise Bourgeois, Villeneuve utilizza il ragno per entrare nel subconscio del protagonista: il ragno rappresenta le donne che stanno attorno a lui, soprattutto le madri che abitano la sua esistenza.

Parlando di ragni, però, non possiamo non citare Neil Gaiman: lo scrittore, fumettista, autore e sceneggiatore ha una vera passione per questo animale simbolico. Nella figura di Anansi, da lui ideata, riprende il mito di Ashanti e lo porta nel suo romanzo American Gods (che ora è anche una serie tv di Prime Video). Ricordiamoci, inoltre, che è sempre opera di Gaiman la figura dell’Altra Madre nel romanzo Coraline, da cui è stato tratto un bellissimo lungometraggio d’animazione.

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Ma forse il ragno che ci è rimasto più impresso, sia mentre leggevamo i romanzi sia nella visione della Trilogia, è sicuramente la Shelob descritta da J.R.R. Tolkien ne Il Signore degli Anelli. Lo sapevate? Tolkien era aracnofobico e, per creare una creatura degna di un bel balzo sulla sedia, si è servito propria della sua paura per i ragni: descrive quindi Shelob come un enorme ragno che, decisamente, deve avere terrorizzato anche lui.

 

Peter Jackson è riuscito perfettamente nell’impresa di ridarci visivamente questa creatura: la sua è una Shelob veramente disgustosa.

Sempre in tema fantasy, in Harry Potter e la camera dei segreti abbiamo Aragog (no, non Aragorn), l’animaletto da compagnia di Hagrid, che è solo un ragno gigante che vive nella foresta proibita di Hogwards. In quella sequenza ci sentiamo tutti Ron, soprattutto quando spuntano fuori i simpatici figlioletti. 

 

Anche in Jumanji, quello originale degli anni Novanta con Robin Williams, i ragni che fuoriescono dal gioco sono giganti e spaventosi: la reazione di tutti noi, alla loro apparizione, è stato un grande urlo terrorizzato. Maestosi o orrendi, i ragni appartengono all'horror sin dalle origini del cinema: il primo film mai creato sui ragni è proprio un horror, Tarantula del 1955.

Abbiamo quindi capito che il ragno partecipa a simboleggiare alcune delle più antiche paure dell’uomo: con il suo strano corpo e il suo morso letale, si è nei secoli associato al Male, al pericolo e all'inganno. Tuttavia, sin dalle origini e tanto più con la nascita della psicanalisi novecentesca, il ragno è anche simbolo del femminile e della madre. La simbologia di questa creatura è complessa e legata imprescindibilmente, per molti artisti e artiste, ai loro racconti più intimi e profondi. Pensateci, la prossima volta che a casa inseguite un ragnetto con la scopa!


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Weirdo è il podcast di Samantha Ruboni sui film strani. In ogni puntata racconta i titoli più weird e complessi del cinema recente, quei film che quando li finisci dici: cos'ho appena visto? Per ascoltarlo cliccate qui.

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