Una delle saghe più celebri e controverse del Cinema Estremo è Guinea Pig: di che film parliamo e di che cosa si tratta
Non si può parlare di Cinema Estremo senza dedicare una riflessione alla saga di Guinea Pig. Il titolo, tradotto, significa porcellino d’india, ovvero una cavia da esperimenti a cui infliggere le peggiori sofferenze. Con la differenza che, nella saga, le cavie sono esseri umani.
Di fatto i Guinea Pig sono il prototipo di film da cui, negli anni 2000, fiorirà il filone dei torture porn con le saghe di Hostel e Saw, per citare i più famosi esponenti del genere: in questo tipo di visioni il vero motivo di fascinazione per lo spettatore sono le ingegnose e molteplici torture inflitte alle vittime di turno. Insomma, sangue e violenza. Concettualmente (un critico direbbe high concept) questi film sono simili, esteticamente non potrebbero essere più lontani.
I Guinea Pig sono grezzi, quasi amatoriali, scarni di dialoghi e trama, ridotti a un collage di sequenze aberranti.
Inoltre non sono nemmeno lungometraggi, dal momento che la loro durata oscilla tra i 40 minuti e l’ora. E poi ci sono gli effetti speciali, di una qualità che definire sorprendente è poco. Per dire: il primo film è del 1985, l’epoca in cui a Hollywood il maestro degli effetti speciali è Tom Savini: ma per quanto gli effetti di Tom siano sempre stati di altissimo livello (nel 1985 uscì Il giorno degli zombie di Romero, per darvi un termine di paragone), questi impallidiscono davanti al realismo dei primi due Guinea Pig.
Anche per questo la saga è ritenuta un pilastro del Cinema Estremo.
Negli anni la nomea dei Guinea Pig è aumentata a dismisura anche a causa di alcune controversie, tra cui il fatto che in Giappone siano stati letteralmente banditi e che sia stato dichiarato illegale produrre un qualsiasi film targato Guinea Pig. Inoltre i primi cinque mediometraggi della saga sono stati trovati nella collezione di quasi 6000 VHS di Tsutomu Miyazaki: forse il più noto ed efferato serial killer giapponese, che sul finire degli anni ’80 uccise e mutilò 4 bambine di età compresa tra i 4 e i 7 anni.. Anche questo ha portato a consacrare definitivamente Guinea Pig come “visione estrema” per eccellenza.
I sei film della saga di Guinea Pig
La saga di Guinea Pig è composta in tutto da sei film. Vi starete chiedendo: «Ma sono davvero così atroci?». La risposta è... sì. Non tutti, ma alcuni sì. Ecco da quali film è composta la saga:
Guinea Pig - The Devil's Experiment, il primo episodio (1985): la messa in scena di esperimento filmato, per determinare quali e quante sofferenze fisiche e psicologiche possa sopportare un corpo umano;
Guinea Pig 2 - Flower of flesh and blood (1985): il più violento capitolo della saga. Un maniaco vestito da samurai fa letteralmente a pezzi una ragazza.
Guinea Pig 3 - He never dies (1986): un impiegato tenta il suicidio ma il suo corpo non ne vuole sapere di morire; l'uomo così le prova tutte per togliersi la vita.
Guinea Pig 4 - Mermaid in a manhole (1988): in seguito alla morte della moglie, un pittore vaga nelle fogne senza meta e si imbatte in una sirena gravemente malata, con delle strane escrescenze che le ricoprono un fianco; l’uomo la porta a casa per poterla accudire ma la creatura peggiora e il suo corpo si deteriora sempre più.
Guinea Pig 5 - Android of Notre Dame (1988): uno scienziato cerca di trovare la cura a una misteriosa malattia che affligge la sorella, passando le giornate a sperimentare possibili cure su varie cavie umane.
Guinea Pig 6 - Devil Woman Doctor (1990): una dottoressa transessuale cerca di “curare” prima e di uccidere poi i suoi pazienti.
I capitoli "apocrifi" di Guinea Pig
Per completezza, va detto che esistono altri due capitoli “apocrifi” di Guinea Pig. Anche se forse non è nemmeno corretto definirli così. Il primo è Guinea Pig – Slaughter Special, ovvero quello che viene considerato ufficialmente il settimo capitolo della saga, contenuto anche nel cofanetto DVD edito nel 2005 dalla compagnia statunitense Unearthed Films, ma non in quello della tedesca Devil Pictures, uscito nel 2002 in edizione limitata.
Non è un vero e proprio film, quanto piuttosto una sorta di best-of dei vari Guinea Pig; un semplice collage delle scene più estreme viste nei sei episodi precedenti. Non ci sono inserti originali, scene girate apposta e nemmeno una cornice che dia un po’ di senso al tutto: insomma, per chi ha già visto tutti e sei i film è qualcosa di davvero trascurabile, che non vale la pena recuperare nemmeno per completezza. Al contrario dei capitoli 5 e 6 che, seppure inferiori e decisamente dimenticabili, perlomeno hanno storie originali.
Discorso diverso per Lucky sky diamond (noto anche con il titolo Bloody fragments on white walls). Una donna si risveglia legata a un letto d’ospedale, ma quella in cui si trova non è una clinica: tutto è lercio, marcio, avvolto dalla penombra; nella stanza ci sono diverse videocamere puntate su di lei, ennesima cavia da laboratorio di un sadico.
Pur presentando molti degli elementi tipici dei primi Guinea Pig (l’ambientazione claustrofobica, la tortura, la resa quasi amatoriale della qualità video e la durata di circa un’ora) e sebbene nei titoli di coda sia accreditato il produttore dell’intera saga Satoru Ogura, Lucky sky diamond non fa parte della serie. Tematicamente e qualitativamente è superiore ad Android of Notre Dame e Devil woman doctor, eppure resta un parente alla lontana (ma nemmeno troppo) degli originali. Vorrebbe ma non può.
Nonostante ciò, in alcuni mercati Lucky sky diamond è sbarcato con il titolo di Guinea Pig 7, la tipica trovata di distributori e produttori negli anni ’80/'90 che si inventavano collegamenti inesistenti solo per sfruttare il successo di altri film. Un’ultima curiosità: alla regia è accreditato Izô Hashimoto che lo stesso anno (era il 1988) ha collaborato come sceneggiatore a quella gemma di Akira. Esponente del cyberpunk animato e senza dubbio un titolo che rientra a pieno diritto nella categoria “animazione estrema”.
Poi, per quasi un quarto di secolo, la saga di Guinea Pig è rimasta immobile, auto-alimentando la propria leggenda e diffondendosi nel sottobosco degli appassionati. Questo finché nel 2014 la Unearthed Film non decide di produrre una serie di film noti come American Guinea Pig. Ma, da qui, inizia un'altra storia.