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Conclave (2024), la recensione del film con Sergio Castellitto: l’eterna guerra per il potere

30/12/2024 21:45

Costanza Carla Iannacone

Recensione Film, Film Thriller, Film Italia, Sergio Castellitto, John Lithgow, Ralph Fiennes, Isabella Rossellini, Stanley Tucci, Peter Straughan, Edward Berger,

Conclave (2024), la recensione del film con Sergio Castellitto: l’eterna guerra per il potere

Morto un papa se ne fa un altro. Più facile a dirsi che a farsi quando a comandare le sorti del Pontificio è la brama di potere.

Morto un papa se ne fa un altro. Più facile a dirsi che a farsi quando a comandare le sorti del Pontificio è la brama di potere. Questo è il nucleo della pellicola di Edward BergerConclave, dal 19 dicembre al cinema.

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Con la morte improvvisa del papa, colpito da un infarto nella notte, il cardinale Thomas Lawrence (Ralph Fiennes) viene incaricato di supervisionare il Collegio per l’elezione del nuovo Pontefice. Lo scopo è quello di preservare il futuro della Chiesa e plasmarlo sulla linea dell’operato del papa defunto per garantirne la continuità.

 

Da subito, però, il decano Lawrence si accorgerà che a guidare le fila della sacra procedura del conclave non saranno la fede, la preghiera e la devozione a Dio, ma ben altri interessi celati da falsi principi e moralismi. Ognuno dei cardinali nasconde un segreto, e molte sono le macchinazioni messe in atto affinché ciascun segreto non sia reso di pubblica conoscenza ai confratelli. 

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Ne andrebbe della propria credibilità di uomo di chiesa nonché del ruolo che si anela a rivestire.

Tra i cardinali spiccano il nome di Bellini (Stanley Tucci), figura ritenuta più consona alla nomina di Pontefice; il cardinale Trembley (John Lithgow) sul quale voci di corridoio affermerebbero che sembri esser stato destituito dal papa prima di morire; il cardinale Tedesco (Sergio Castellitto) di indole rivoluzionaria; il cardinale Adeyemi (Lucian Msamati) che potrebbe fare la storia come primo papa africano.

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Nelle vesti di suor Agnes troviamo Isabella Rossellini: a lei spetta il compito di suora superiora addetta al controllo del servizio mensa dei cardinali. Il suo intervento sarà risolutivo per districare le magagne dei porporati.

Nel Collegio dei cardinali entrerà a far parte una figura molto particolare. Si tratta del cardinale Mendoza (Rony Kramer) nominato cardinale in pectore dal papa e che, per questo, rientra per eguali diritti degli altri suoi confratelli alla procedura di elezione. Al termine del conclave, che si profila sempre più lungo e irto di ostacoli, sarà quest’ultimo a rimettere tutto in discussione e a far vacillare le certezze di Lawrence, già messe a dura prova, nel gioco di intrighi e manipolazioni verso la scalata al potere.

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Il film di Edward Berger si presenta come uno dei film più belli e appassionanti del 2024. Nel prendere ad esempio l’elezione del Pontefice, il regista tedesco pone sotto i riflettori l’arcaico e sempiterno desiderio di potere e supremazia che è innato alla natura umana. C’è una massima che è attribuita erroneamente a Giulio Andreotti, che è la seguente: “Il potere logora chi non ce l’ha” (l’affermazione è di Charles Maurice de Tayllerand, diplomatico e politico francese): ebbene, questo lungometraggio non è altro che l’emblema di questa massima, la dimostrazione concreta e sfacciata – come solo il potere, la fama, sanno essere – di cosa si è disposti ad occultare e a fingere di essere ciò che non si è per arrivare ad acciuffare lo scettro del dominio.

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Dominare è prevaricare. Per una strana coincidenza dominare deriva dal latino domĭnus che significa “signore”, “padrone”. L’analogia col “signore” ha un che di beffardo in un contesto religioso ponendosi in antitesi con quelli che sono i precetti della Chiesa cattolica che, da sempre nei secoli, professa i principi dell’uguaglianza tra i popoli, il rispetto, la pace, la solidarietà, la generosità, l’apertura verso il prossimo, aborrendo la prevaricazione, l’egoismo, l’avarizia, l’attaccamento ai beni materiali.

In Conclave i cardinali chiamati a votare non aderiscono alla definizione sacrale del termine “Signore” per cui si sono votati in vita, ma si attengono al significato letterale destreggiandosi attorno ad una interpretazione soggettiva del lemma e dell’incarico che sono chiamati a svolgere. “Signore” acquista il significato di “padronanza”, “controllo”, “accentramento del potere”. Dominio, appunto. E pur di averlo, sono disposti a rinnegare ogni macchia, ogni colpa, a corrompere e ad accusarsi gli uni con gli altri.

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Cercare la verità negli errori umani, l’uomo giusto in grado di ricoprire il ruolo del papa porterà Lawrence a interrogarsi sulla propria fede in Dio e nella chiesa, costringendolo a fare i conti con la sua natura di uomo, e a fare della perfetta riuscita del conclave una missione; ma i dubbi e le debolezze che attanagliano il decano sono le fragilità di un uomo comune che imparerà ad accettare pur essendo un uomo votato a Dio. 

 

Grazie ai continui susseguirsi dei colpi di scena il film non annoia, c’è ritmo, suspense. Ogni inquadratura è studiata apposta per tenere lo spettatore col fiato sospeso quand’anche nulla avviene nel frame dove indugia la telecamera. È sufficiente la sola espressione degli attori, un gesto, una parola, la piega di un lenzuolo, le lenti degli occhiali, tutte cose che suggeriscono al pubblico dettagli da non sottovalutare. Perché niente è mai quel che sembra, e mai come in questo film la frase non è una semplice frase ad effetto.


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Regia: Edward Berger

Genere: thriller

Interpreti: Ralph Fiennes, Stanley Tucci, John Lithgow, Isabella Rossellini, Loris Loddi, Rony Kramer, Joseph Mydell, Brian F. O’Byrne, Merab Ninidze, Lucian Msamati, Sergio Castellitto, Jacek Koman, Thomas Loibl

Paese, anno: USA/Gran Bretagna, 2024 

Distribuzione: Eagle Pictures

Sceneggiatura: Peter Straughan

Fotografia: Stéphane Fontaine

Montaggio: Nick Emerson

Musiche: Volker Bertelmann

Produzione: Access Entertainment, FilmNation Entertainment, House Productions, Indian Paintbrush, Wildside

Durata: 120 min

Data di uscita: 19 dicembre 2024

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